lunedì 22 novembre 2010

Contestati a Salerno la Gelmini ed altri esponenti del governo!

Oggi, sabato 20 novembre, circa 150 studenti, precari, insegnanti, hanno contestato al “Grand Hotel” di Salerno il Ministro Gelmini, ed altri importanti colonnelli del PDL come Fabrizio Cicchitto, Gaetano Quagliariello, Maurizio Gasparri, Pasquale Viespoli, Stefano Caldoro e Raffaele Fitto...
Tutta questa bella gente – leccapiedi di Berlusconi, (ex?)fascisti, “onorevoli” più volte inquisiti per associazione a delinquere, corruzione, falso, abuso d'ufficio etc – erano a Salerno per il convegno dell'Associazione Popolari Liberali, la componente democristiana del PDL. Un convegno reso necessario per spartirsi poltrone e fondi nello sbando del governo Berlusconi... 

Anche noi, come studenti autorganizzati, siamo scesi in piazza per manifestare contro questa banda che da oltre dieci anni governa il Paese, e che ha mangiato tutto il mangiabile proprio mentre tagliava i fondi a Scuola, Università e servizi sociali, mentre faceva dilagare il precariato, manganellava ed azzerava i diritti dei lavoratori...


Ma, evidentemente, il fatto che una nuova generazione e un pezzo d'Italia che lavora e soffre osino far sentire la propria voce fa paura: ecco perché il nostro presidio era stato autorizzato a oltre cinquanta metri dall'Hotel in cui si svolgevano i lavori, ingabbiato fra le transenne, circondato da un ingente dispiegamento di forze dell'ordine. Ciononostante la nostra semplice presenza – pacifica ma determinata, fatta di cori, striscioni, volantini – ha fatto sì che la Gelmini decidesse di entrare nel palazzo dalla porta sul retro. Ormai sono così in crisi di legittimità che non si possono permettere nemmeno di farsi vedere da lontano!

In ogni caso, visto che dalla Gelmini non eravamo riusciti a farci vedere, abbiamo deciso almeno di farci sentire, disturbando i lavori del convegno. Così, incordonati e striscione alla mano, siamo usciti cantando da dietro le transenne dove volevano tenerci confinati e, nonostante le minacce e le spinte della DIGOS, siamo riusciti ad arrivare sino all'entrata dell'Hotel dove si svolgevano i lavori. Non sappiamo se la Gelmini ha sentito i nostri cori che la invitavano “gentilmente” a “farsi da parte”, sappiamo però che l'Hotel ha avuto bisogno di abbassare le saracinesche per non far vedere ai politicanti ed i notabili che erano nella hall cosa stava succedendo lì fuori... Ormai non gli basta più inventare la realtà attraverso i loro giornali e le loro televisioni, ora la devono proprio negare in blocco!

Dopo il presidio si è tenuta un'assemblea in piazza, dove si è sottolineato come sia possibile da subito riprendersi le strade, come le manifestazioni non debbano essere “solo” feste, passeggiate, o pura testimonianza, ma soprattutto occasioni di incontro e confronto, e momenti di conflitto. Pensano di averci anestetizzati, pensano di poterci far star buoni con le denunce oppure facendoci domare da qualche sindacatino studentesco che si ricorda di difendere studenti e lavoratori solo finché governa Berlusconi... Ma oggi abbiamo dimostrato che sappiamo stargli con il fiato sul collo, non solo perché l'impunità dei politici, degli imprenditori, degli sfruttatori di ogni tipo deve finire, ma perché questi qui devono capire che non siamo più disposti ad ascoltare le loro chiacchiere, ad accettare le condizioni in cui ci fanno vivere, a sognare la loro miseria!

Per questo continueremo la nostra lotta dal basso, organizzandoci in una rete regionale di studenti autorganizzati. Fino alla caduta di questo Governo ed oltre, perché abbiamo buona memoria e non dimentichiamo che sia il centrodestra che il centrosinistra si sono resi responsabili degli attacchi agli studenti ed ai lavoratori, e perché siamo svegli e sappiamo che ci stanno preparando il peggio...

Pre(te)ndiamo ciò che ci spetta!
Il futuro non è scritto... 

Palmi (RC): Detenuto s'impicca con i lacci delle scarpe

Domenico Gaetano, di 45 anni, ristretto all'interno della sezione detentiva di alta sicurezza del carcere di Palmi si e' tolto la vita impiccandosi alle sbarre della finestra della cella con i lacci delle scarpe. Lo riferisce il vicesegretario regionale dell'Osapp (sindacato di poliziapenitenziaria) Maurizio Policaro.
Salgono così a 60 le persone detenute che si sono tolte la vita dall'inizio del 2010. 50 si sono impiccati, 6 asfissiati con il gas della bomboletta da camping, 3 avvelenati da mix di farmaci e 1 dissanguato dopo essersi tagliato la gola.

La lotta alla COOP CLO va avanti!

lavoro stabile, salario, diritti per tutti i lavoratori: italiani e immigrati
I "soci"-lavoratori della Coop. Lavoratori Ortomercato (CLO), che effettuano movimentazione merci ai magazzini di Lacchiarella (MI) del supermercato BILLA (Rewe Group), sono in lotta contro i turni massacranti, la scarsa prevenzione antinfortunistica, il sottoinquadramento rispetto alle mansioni, salari inferiori a quanto previsto, i soprusi dei capetti, le minacce e le umiliazioni inflitti a chi rivendica i propri diritti. Molti di questi "soci"-lavoratori sono immigrati e, quindi, devono subire queste condizioni di supersfruttamento, per paura di perdere il permesso di soggiorno.
All'iniziativa sindacale dei lavoratori la CLO ha risposto con 2 licenziamenti di rappresaglia, trasferimenti in altre sedi dei "soci"-lavoratori più attivi, provvedimenti disciplinari pretestuosi a raffica.
La BILLA intanto "tace", perchè ha tutto l'interesse a che i "soci"-lavoratori della CLO siano supersfruttati: così riesce ad ottenere appalti a prezzi più convenienti!
Oggi sabato 20/11, alle 3 di mattina, l'ennesima iniziativa di lotta dei "soci"-lavoratori della CLO e dei lavoratori, precari e studenti che li appoggiano, è stata duramente caricata da polizia e carabinieri, che hanno attaccato il blocco sulla strada che porta ai magazzini. Come sempre polizia e carabinieri servono a perpetuare lo sfruttamento dei lavoratori, a contrastare le lotte e il diffondersi della protesta, a cercare di impedire l'unificazione e la solidarietà tra i lavoratori, a reprimere le forme di lotta che possono incidere sulle tasche padronali.
Governo e padroni, per "superare" la fase di crisi e rilanciare i loro profitti, stanno attaccando a tutto campo le nostre condizioni di lavoro e i nostri diritti.
Il DDL "collegato sul lavoro" appena approvato e il progetto di controriforma dello statuto dei lavoratori (in corso di presentazione), sono l'applicazione legislativa a tutti i lavoratori del piano Marchionne per la Fiat di Pomigliano: decontrattualizzare, precarizzare, cancellare i diritti.
Di questo disegno sono parte integrante la "sanatoria truffa" e la legislazione anti immigrati. Il ricatto del permesso di soggiorno, che condanna una quota crescente di lavoratori immigrati a subire supersfruttamento e lavoro nero, contribuisce a ridurre i salari e i diritti di tutti i proletari.
LE LOTTE CONTRO LO SFRUTTAMENTO E LA PRECARIZZARIONE, LE MOBILITAZIONI CONTRO LA "SANATORIA TRUFFA" E PER I DIRITTI DEGLI IMMIGRATI, DEVONO DIVENTARE UN'UNICA MOBILITAZIONE. MIGLIORI CONDIZIONI DI VITA E DI LAVORO, IL RISPETTO E LA GARANZIA DEI DIRITTI PER TUTTI, POSSONO ESSERE OTTENUTI SOLO CON L'UNIONE E CON LA SOLIDARIETA' DI CLASSE, CONTRO OGNI FORMA DI SFRUTTAMENTO, CONTRO OGNI FORMA DI DISCRIMINAZIONE!
La lotta alla coop CLO e al polo Billa di Lacchiarella prosegue!
Non solo scioperi dei lavoratori, ma anche una campagna contro la Billa.
DA LUNEDI' 22 h.18,00
INIZIATIVE AI SUPERMERCATI BILLA
BOICOTTA CHI SFRUTTA I LAVORATORI DELLE COOPERATIVE
I lavoratori licenziati devono essere reintegrati al posto di lavoro. I due della CLO, come pure quelli della Coop Papavero che, senza lavoro dai primi di settembre, stanno ancora aspettando le sentenze delle cause "urgenti" contro il loro licenziamento illegittimo, fatto per rappresaglia contro le lotte alla GLS Italy di Cerro al Lambro.
Coordinamento di sostegno alle lotte delle cooperative

martedì 16 novembre 2010

Napoli: Ruba pacchetto di wafer da 1,29€ condannato a 3 anni

Aveva rubato un pacco di wafer da 1,29 euro in un discount ed è stato condannato a tre anni di reclusione. Salvatore Scognamiglio, 40 anni, non ha potuto beneficiare dell'attenuante del danno lieve per gli effetti della legge Cirielli che ha introdotto un giro di vite per i recidivi.

La sentenza è stata emessa il 4 novembre dal giudice monocratico di Marano, sezione distaccata del Tribunale di Napoli, al termine di un breve dibattimento che era stato chiesto dal pm nelle forme del giudizio immediato. Assistito da un difensore di ufficio, l'imputato - che per questa accusa si trova agli arresti domiciliari - non ha chiesto l'adozione di riti alternativi come patteggiamento o rito abbreviato che avrebbero determinato una pena più lieve.

Scognamiglio è stato riconosciuto responsabile di rapina impropria. Nei giorni scorsi all'interno di un discount di Melito, in provincia di Napoli, fu bloccato da due addetti alla sicurezza che lo avevano notato mentre si impossessava di un pacco di biscotti. Invitato a consegnare la refurtiva - come emerso oggi al processo - tentò di divincolarsi, ma fu presto immobilizzato e consegnato ai carabinieri. "Mi vergogno, avevo fame...", si è giustificato Scognamiglio, che è tossicodipendente e che in passato ha già riportato condanne per piccoli furti.

Il giudice, in base alle norme sulla recidiva della Cirielli, che non consente in questi casi di concedere le attenuanti (generiche e danno lieve) prevalenti, gli ha inflitto tre anni di reclusione, il minimo consentito dalla legge.

il Cie di Ponte Galeria «inadeguato a garantire la dignità umana»

I Medici per i diritti umani [Medu] presentano il loro Rapporto sul Cie romano. Stabile [al 43 per cento] il numero dei rimpatri realizzati: «Il dato rivela l’inutilità del prolungamento del trattenimento da 60 a 180 giorni». La struttura «si conferma del tutto inadeguata a garantire il rispetto della dignità umana degli immigrati trattenuti».

Degli oltre 10 mila stranieri trattenuti nei Cie [Centri di identificazione ed espulsione] italiani, nel corso del 2009 è stato effettivamente rimpatriato il 38 per cento, una percentuale inferiore a quella dell’anno precedente, quando era stato rimpatriato il 41 per cento. Nel più grande Cie, quello di Ponte Galeria, alle porte di Roma, la percentuale degli espulsi trattenuti nei primi nove mesi del 2010 è pari al 43 per cento. Del tutto identica a quella rilevata nello stesso periodo del 2009, quando il termine massimo di trattenimento non era stata ancora allargata fino a sei mesi, ma era ancora di 60 giorni. A segnalarlo è il terzo rapporto di Medici per i diritti umani [Medu], reso noto stamane.

Secondo il rapporto, considerando la stima del numero di immigrati non in regola con le norme sul soggiorno presenti in Italia [intorno ai 560 mila] «il ruolo dei Cie e del sistema di detenzione amministrativa nel contrastare l’immigrazione irregolare appare del tutto trascurabile» e «ciò a prescindere da un’efficienza che, comunque, non risulta dall’evidenza dei numeri». In particolare il rapporto si sofferma sul dato relativo al 2010 della percentuale di trattenuti effettivamente rimpatriati, che a Ponte Galeria è rimasto invariato rispetto all’anno precedente. Se tale tendenza venisse confermata anche a livello nazionale, spiega il rapporto, risulterebbe chiaro che la decisione di ampliare il periodo di trattenimento da 60 a 180 giorni, provvedimento fortemente voluto dal governo ed entrato in vigore l’8 agosto 2009, non avrebbe prodotto alcun risultato ed evidenzierebbe – scrive Medu . «L’inutilità del prolungamento a 180 giorni dei termini massimi di trattenimento». «Esclusa dunque – continua il testo – un’efficacia dal punto di vista degli scopi dichiarati dei Cie, ossia l’identificazione e l’espulsione dei migranti in condizione d’irregolarità, rimarrebbe per queste strutture la funzione di strumento punitivo ed emblematico di una politica di contrasto all’immigrazione clandestina basata su un approccio esclusivamente securitario: funzione punitiva che risulta essere sovente la stessa ragione per cui si costruisce e si giustifica un’istituzione totale, insieme al ruolo di contenimento e segregazione per «categorie diverse di persone socialmente indesiderate».

Il Cie di Ponte Galeria «si conferma essere una struttura del tutto inadeguata a garantire il rispetto della dignità umana degli immigrati trattenuti», e se le criticità rilevate in passato, quando la gestione era affidata alla Croce Rossa, permangono anche ora, con la cooperativa Auxilium nel ruolo di ente gestore, e sono comuni alla gran parte degli altri Cie presenti sul territorio italiano, è evidente come «la proposta avanzata dal prefetto di Roma di chiudere il Centro di Ponte Galeria e di aprirne un altro maggiormente attrezzato in un’altra zona più periferica del Lazio, non possa in alcun modo superare le criticità di fondo costantemente rilevate nel corso dei dodici anni di storia del centro».

Il documento segnala che «le caratteristiche strutturali del centro richiamano quelle di un istituto penitenziario del tutto inadatto a garantire una permanenza dignitosa agli immigrati spesso trattenuti per un periodo prolungato di tempo» e che «persiste la mancanza di un adeguato collegamento con le strutture pubbliche esterne che si traduce in un difficile accesso alle cure specialistiche e agli approfondimenti diagnostici». In particolare «il diritto alla salute per i trattenuti appare dunque ancora meno garantito che in passato in ragione del fatto che l’ente gestore è in grado di assicurare solo un’assistenza sanitaria di primo livello, che il personale sanitario della Asl non ha accesso alla struttura e che il periodo massimo di trattenimento è stato prolungato a sei mesi». La cooperativa Auxilium ha sostituito la Croce Rossa nella gestione del campo a partire da marzo 2010. «Particolare preoccupazione» viene segnalata per l’uso degli psicofarmaci all’interno del centro, con una «prescrizione eccessiva e, sovente, irrazionale di farmaci sedativi ai trattenuti, in mancanza di personale medico specialistico».


Fonte: Redattore sociale.

Il pacchetto sicurezza fa i conti con la crisi

Decreto sicurezza al test della crisi politica. Il provvedimento d’urgenza, approvato oltre una settimana fa da Palazzo Chigi, è entrato in vigore sabato scorso, ma è atteso ora da un cammino parlamentare che si annuncia quanto meno complesso. Nei prossimi due mesi, infatti, il dl 187 dovrà essere convertito in legge e potrebbe trovarsi a fare i conti, nella spola tra Camera e Senato, con le ripercussioni della battaglia politica. Come potrebbe essere “sacrificato” il disegno di legge che accompagna il decreto 187, nel quale sono state convogliate le misure sull’immigrazione (con la previsione dell’espulsione del cittadino comunitario per motivi di ordine pubblico) e quelle sul wi-fi (con l’obiettivo di superare le norme restrittive del decreto legge anti-terrorismo volute dall’ex ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu). All’interno del decreto legge 187, invece, spiccano gli interventi sulla tracciabilità dei pagamenti negli appalti pubblici e quelle relative al rafforzamento delle ordinanze dei sindaci in materia di sicurezza.

Nella versione definitiva del provvedimento è stata inserita una disposizione che obbliga ispettori di Asl e del ministero del Lavoro a decretare la confisca obbligatoria per gli impianti e i prodotti realizzati da aziende responsabili di gravi o reiterate violazioni in materia di “tutela del lavoro, di igiene sui luoghi di lavoro e di prevenzione degli infortuni sul lavoro”. Una sanzione amministrativa che può essere irrogata senza dover attendere l’ordinanza-ingiunzione di pagamento, ma che potrebbe necessitare di modifiche in sede di conversione del dl 187 per le incertezze interpretative e applicative che sta già generando presso gli operatori.

Confermato poi gli interventi contro il tifo violento (con la reintroduzione dell’arresto in flagranza differita ripristinato fino al 30 giugno 2013 e l’aumento di poteri e tutele per gli steward all’interno degli stadi, in materia anti-mafia (con la facoltà concessa alla neonata Agenzia nazionale per l’amministrazione dei beni sottratti alla criminalità organizzata di “autofinanziarsi”) e l’istituzione del nuovo Comitato per la programmazione strategica per la cooperazione internazionale di polizia (Copscip).


Alleanza sindaci-prefetti per gestire l’ordine pubblico sul territorio

I poteri di ordinanza affidati al sindaco dalla legge sulle autonomie (267/2000) ottengono, grazie al decreto legge n. 187, il concorso delle Forze di polizia attraverso l’intervento del Prefetto. Le ordinanze previste per i casi di urgenza nelle materie di polizia locale, igiene ed edilizia, nel 2008 con il decreto legge 92 hanno visto ampliate le loro finalità, fino a comprendere rimedi ai pericoli per la sicurezza urbana e l’incolumità pubblica. Il Prefetto, nella legge del 2008, aveva solo compiti ispettivi e le ordinanze dovevano essergli comunicate per garantire il suo potere di annullamento. Lo Stato ha mantenuto infatti il potere di indirizzo, espresso in tema di sicurezza urbana dalla direttiva del ministero dell’Interno 5 agosto 2008. La sicurezza urbana è stata poi meglio definita attraverso numerosi interventi della giustizia amministrativa, volti ad evitare eccessi nel concetto di difesa del territorio. Si segnalano esempi in materia in tema di mendicità “invasiva” (Consiglio di Stato, 13 gennaio 2010 n. 127), di orari di pubblici esercizi, di schiamazzi, uso di videogiochi in periodo scolastico (Tar Veneto 20 settembre 2001), di colazioni a sacco ed uso di bottiglie di vetro, fino alle discussioni sul passaggio “inquinante” di greggi su strade, vietato con ordinanza ma riaperto dal Tar Lecce (ordinanza 771/2010). E ci sono anche stati interventi che per imporre agli esercenti di bar e pub di predisporre personale che dissuadesse da rumori eccessivi o di mettere a disposizione dei turisti i propri locali igienici (Tar Toscana 702/2010).

Ampliando i poteri di intervento dei sindaci, sono sorti problemi relativi alla dimensione territoriale, poiché ogni sindaco governa nei propri confini, con l’aggiunta poi di problemi per il personale dipendente, in particolare per i piccoli comuni. Utilizzare il vigile urbano per sgomberare nomadi, ad esempio, pone problemi anche perché l’accompagnamento può avvenire fino al confine del territorio comunale. Problemi analoghi sorgevano per le attività di identificazione e per le segnalazioni di eventuali reati: ora le Forze di polizia concorrono nelle operazioni che scaturiscono dall’iniziativa dei sindaci, senza necessità di specifiche consultazioni volta per volta, con il Prefetto. Quest’ultimo potrà varare idonee misure organizzative, come del resto già è avvenuto quando, con il Dm5 agosto del 2008, si è chiarito il concetto di “sicurezza urbana”.

Assicurando il concorso delle Forze di pubblica sicurezza, le ordinanze sindacali sono in un certo senso promosse di qualità, e da provvedimenti locali in tema di sicurezza urbana diventano tasselli di un mosaico di “ordine pubblico” (riservato allo Stato dall’articolo 117 della Costituzione). Le Forze di Polizia comprendono sia la Polizia di Stato che l’Arma dei Carabinieri, il Corpo forestale dello Stato, la Guardia di Finanza, la Polizia penitenziaria, ma è evidente che la norma si riferisca soprattutto ai primi due corpi, agevolando interventi anche per l’esecuzione di ordinanze di Comuni il cui territorio non ospiti le strutture (sedi, caserme) e che quindi in precedenza avevano problemi di coordinamento.


Si scrive sindaco si legge sceriffo

Poliziotti a caccia di infradito e minigonne selvagge. Carabinieri arruolati nella battaglia contro gli schiamazzi notturni. Guardia di Finanza impiegata per frenare l’abuso di colazioni al sacco. La Forestale sulle strade per impedire il passaggio “inquinante” delle greggi. Scenari di quotidiana inflessibilità che il decreto legge sicurezza (n. 187), operativo da sabato scorso, potrebbe rendere presto realistici. Il provvedimento, infatti, coinvolge in pianta stabile prefetti e forze di Polizia nell’attuazione delle ordinanze dei sindaci. Quelle ordinanze nate per consentire ai primi cittadini d’intervenire nei casi d’urgenza (dalla polizia locale all’igiene, dall’edilizia alla sicurezza urbana e all’incolumità pubblica) e che negli ultimi armi hanno assunto le finalità più disparate, con grande sfoggio di fantasia. Tanto da suscitare in molte circostanze le decisioni riparatrici dei Tar. Schierare a presidio delle ordinanze dei sindaci gli apparati di polizia pone però problemi rilevanti che meriterebbero più lucida valutazione. Sia perché si rischia di distrarre dalla difesa dell’ordine pubblico risorse già sotto pressione, sia perché si potrebbe incrinare l’equilibrio fra istituzioni, sovrapponendo ruoli e funzioni.

fonte: Il Sole 24 Ore, 16 novembre 2010

giovedì 11 novembre 2010

SABATO 20 NOVEMBRE 2010 h. 22.00 TRIBUTO A FRANCO SMERALDO


Password Blues Band
Roberto Milito - chitarra, armonica e voce
Maurizio Trevisone - chitarra
Franco Frezza - tastiere
Sandro Esposito -batteria 

Special Guest:
Peppe Zinicola - chitarra
Roberto Lepre - tromba
Amleto Livia - violino




Franco Smeraldo ...un artista che ha vissuto la musica, insieme alla militanza nelle file di Lotta Continua, come potente mezzo di liberazione e di emancipazione sociale…
 Chitarrista del salernitano dalle doti tecniche sopraffine, maestro per centinaia di alunni di Salerno e non solo. Famoso per aver suonato nel gruppo dei Cimarosa negli anni settanta, ottanta e novanta (Gruppo di musica napoletana)
 Impegnato in Politica fin da ragazzo fece parte di Lotta Continua, promuovendo le battaglie sul divorzio, le occupazioni, e le lotte studentesche.
In particolare è stato insegnante a Cava de’ Tirreni presso l’accademia musicale del Maestro Umberto Apicella per oltre 10 anni.

lunedì 1 novembre 2010

Catanzaro. Accoltellato un giovane del centro sociale "La Riscossa"

Catanzaro. Un giovane di 27 anni è stato ferito con una coltellata all’addome nella serata di ieri a pochi passi dall’ingresso del centro sociale “La Riscossa”, a Catanzaro. La vittima, che era assieme ad altri ragazzi, è stata colpita nel corso di una rissa provocata dall’arrivo di un gruppo di altri giovani, mossi probabilmente da ragioni politiche. Immediatamente trasportato all’ospedale “Pugliese-Ciaccio”, gli è stata diagnosticata, dai medici che lo hanno preso in cura, una guarigione in un mese. Nel frattempo, gli agenti di Polizia giunti sul posto si sono messi sulle tracce degli aggressori partendo dalle testimonianze di coloro che erano presenti sulla scena del ferimento.

http://www.newz.it/2010/10/31/catanzaro-accoltellato-un-giovane-del-centro-sociale-la-riscossa/70677/




Il Collettivo Riscossa intende ricostruire e fare chiarezza su quanto accaduto lo scorso sabato 30 ottobre nelle adiacenze della nostra sede, luogo in cui si sono verificati le due vili aggressioni fasciste con il conseguente tentato omicidio di un nostro compagno.

Era in corso un’iniziativa pubblica per la presentazione di una rivista di controinformazione. Intorno alle 21.30 abbiamo notato dalla finestra un gruppetto di fascisti che ha iniziato a provocarci con cori, insulti e minacce. Alle nostre rimostranze verbali il gruppetto fascista ha iniziato ad avvicinarsi, scagliando un mattone verso una finestra, dietro la quale si trovavano due ragazze facilmente visibili dall’esterno, rompendone pericolosamente i vetri. L’aggressione è continuata con il tentativo, fallito, di assaltare i locali della nostra sede. Nonostante l’accaduto, una volta dileguatisi i fascisti, si è deciso di portare a termine l’iniziativa prevista.

Trascorse circa un paio d’ore però, abbiamo notato che nuovamente, il gruppo di fascisti, questa volta più numeroso, si stava avvicinando minacciosamente all’ingresso della nostra sede. Siamo usciti dicendo loro di allontanarsi anche per non arrecare ulteriore disturbo alle famiglie del vicinato. Al che è seguita una nuova aggressione nel corso della quale uno dei componenti del gruppo ha estratto dalla tasca un coltello e con estrema lucidità e determinazione ha colpito il nostro compagno con due fendenti alla schiena. Quanto verificatosi è stato tanto repentino quanto premeditato, tant’è che subito dopo il vile gesto, il gruppo, ricompattatosi, ha iniziato immediatamente ad allontanarsi. Abbiamo subito portato il nostro compagno al pronto soccorso. Una volta giunti li siamo stati tempestati dalle domande da parte di agenti della polizia, che anziché identificare gli aggressori, ha identificato gli aggrediti! Dopodiché, la stessa polizia, ha deciso di perquisire la nostra sede alla ricerca di “armi ed esplosivi”, perquisizione che si è conclusa con il sequestro di una vecchia piccola falce ormai arrugginita, da noi conservata in quanto simbolo della tradizione e delle lotte del movimento operaio e contadino. E anche in questo caso, anziché ricercare altrove la lama che aveva ferito il nostro compagno, la loro attenzione si è concentrata su quel vecchio attrezzo agricolo, per il quale siamo stati denunciati per “detenzione illegale di arma bianca”. La perquisizione è durata circa due ore. Subito dopo siamo stati forzatamente trasferiti in questura per un “interrogatorio”, o meglio per rendere sommarie informazioni, durato quasi fino alle 8 del mattino.

Il nostro compagno accoltellato è stato operato d’urgenza per le gravi ferite riportate, ferite che, solo per un fortuito caso, non hanno avuto conseguenze irreversibili.

Non è più ammissibile che simili episodi possano essere considerati semplici risse del sabato sera o guerre fra bande. Ricordiamo che i fascisti in città hanno già provocato numerose aggressioni nel corso degli ultimi anni, sfociate in episodi di violenza e intolleranza razziale e politica, rimasti a tutt’oggi impuniti anche per il silenzio delle istituzioni.

Invitiamo pertanto la cittadinanza tutta a vigilare e a mobilitarsi per impedire che simili spregevoli e gravi fatti non abbiano più a ripetersi.

COLLETTIVO RISCOSSA CATANZARO

Boicottaggio delle università israeliane,lettera da Gaza

Gaza assediata,
Le università ed i centri di ricerca italiani hanno da tempo solidi rapporti con le università e i centri di ricerca israeliani. 

Per esempio il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) ha recentemente rinnovato una collaborazione con Israele che prevede
60 mesi/uomo di borse post-dottorali, nell'ambito delle neuroscienze e della fisica degli atomi freddi [1]. 
Il Laboratorio Europeo di Spettroscopia non Lineare (LENS) ha un laboratorio congiunto con l'israeliano Weizmann Institute of Science che coinvolge in particolare l'università di Firenze [2]. L'università la Sapienza di Roma ha collaborazioni con l'università di Haifa, Gerusalemme e Tel Aviv per un master in cooperazione internazionale [3]. La scuola superiore sant'Anna e l'università
di Pisa hanno rapporti con la Habrew university di Gerusalemme e la Tel Aviv univeristy [4]. L'elenco è molto lungo e questi sono solo degli esempi, non sono certo esaurienti e solo vagamente rappresentativi.

Come ci inseriamo noi studenti palestinesi in questi piani? Come dovremmo credere che rinomate istituzioni accademiche rispettino i loro stessi codici di condotta quando collaborano con istituzioni accademiche israeliane che contribuiscono su vari fronti alle continue ingiustizie commesse contro di noi ogni giorno? Proprio quelle istituzioni che rimanevano tranquille mentre il loro governo per tre settimane intorno al capodanno 2009 sganciava bombe al fosforo bianco sopra di noi a Gaza,ammazzava oltre 1443 civili, tra i quali 430 bambini, bombardava i nostri ospedali, strade e ponti e attaccava violentemente il patrimonio delle nostre istituzioni scolastiche?
I fatti parlano da soli: più di 37 scuole primarie e secondarie, tra cui 18 scuole che servivano come rifugio per i profughi interni sono state colpite, l'American International School è stata ridotta a macerie, e 4 edifici dell'università islamica (IUG) demoliti [5]. L'affermazione israeliana che i laboratori scientifici dell'IUG fossero usati per costruire armi è stata categoricamente smentita dalle prove certe.
Non c'è dubbio sull'uso del fosforo bianco, bombe a grappolo con chiodi e tungsteno. Il rapporto Goldstone [6] ha elencato le contravvenzioni delle leggi internazionali, i “ crimini di guerra” israeliani e i “ possibili crimini contro l'umanità” - non che
avessimo bisogno di una conferma ai raccapriccianti numeri di bambini e donne massacrati durante l'attacco o traumatizzate in seguito.

Inoltre, la collaborazione tra le università israeliane e i servizi militari e di intelligence di Tel Aviv è ora giunta al punto di fondare istituzioni di studio strategiche, think tank ed interi dipartimenti di studio per la sicurezza , molti dei quali sono ubicati nelle o affiliati con le università coinvolte in questa collaborazione.
Questo potrebbe spiegare perchè le università israeliane sono fino ad adesso rimaste silenziose riguardo i crimini che il loro stato stava commettendo. Un rapporto diffuso dell'alternative information Center nell'ottobre 2009 intitolato “ Academic Boycott of Israel and the Complicity of Israeli Academic Institutions in Occupation of Palestinian Territories” [7] conclude che “ Le istituzioni accademiche israeliane non hanno scelto di prendere una posizione neutrale o apolitica verso l'occupazione israeliana ma di dare il loro completo appoggio alle forze di sicurezza israeliane e alla politica nei confronti dei palestinesi, nonostante i fondati sospetti di crimini ed atrocità che gravavano su di essi” .

Si è rilevato che tutte le università israeliane sono coinvolte nella solidarietà con l'occupazione illegale di Gerusalemme est, Gaza e della West Bank in una miriade di modi. Il rapporto descrive come in particolare l'università di Haifa e la Hebrew University di Gerusalemme abbiano appoggiato diversi programmi universitari per riserve militari israeliane, garantito la borsa di studio a studenti che hanno prestato servizio nell'attacco israeliano a Gaza, e mantengono legami con le principali fabbriche di armi israeliane. Uno dei 2 campus dell'Hebrew university è stato costruito nella Gerusalemme est occupata, in
aperta violazione della Quarta Convenzione di Ginevra.
Al contrario, il protratto assedio israeliano ha mandato in frantumi il nostro sistema educativo. C'è un'estrema mancanza di
libri e materiale educativo, che non può entrare nella striscia di Gaza [a causa dell’ assedio israeliano]. Gli studenti che hanno ricevuto la borsa di studio per andare a studiare all'estero continuano ad essere bloccati dentro alla Striscia trasformando i sogni di affermazione accademica in sogni infranti. Dentro Gaza, coloro che cercano un'istruzione sono limitati dall'aumento del tasso di povertà e dalla scarsità di carburante per i trasporti, ancora una volta risultato diretto dell'assedio medievale di Israele.

La persistente occupazione delle terre palestinesi è la più duratura dalla seconda guerra mondiale. Le forze di occupazione israeliane hanno demolito 24.000 case palestinesi [8] dal 1967 e continuano nella loro linea in nome dell'espansione del quartieri ebraici a spese della popolazione arabo-palestinese locale. Israele è in piena violazione della risoluzioni 242 del
consiglio di sicurezza dell'ONU [9] occupando i territori palestinesi, della risoluzione UNSC 194 [10] negando a 7 milioni di rifugiati palestinesi il loro diritto di tornare nelle proprie case, dell'articolo 94 della convenzione di Ginevra [11] colonizzando queste terre occupate e dell'articolo 33 [12] attraverso la sua punizione collettiva tutt'ora in corso di 1,5 milioni di abitanti di Gaza sottoposti ad un assedio denunciato dall'Unione Europea, dalle Nazioni Unite e dai gruppi per la difesa dei diritti umani, ma che continua comunque. Fin da quando le Nazioni Unite nel 1948, dominate dalle potenze coloniali dell’ epoca, autorizzarono la fondazione di Israele sulle rovine dei rifugiati palestinesi e la distruzione di 531 villaggi palestinesi [13], Israele ha violato più risoluzioni delle Nazioni Unite di qualunque altro stato membro [14].

Più recentemente una commissione d'indagine sul raid contro la Freedom Flotilla [15] del consiglio UN per i diritti umani ha concluso che il blocco navale di Israele sui territori palestinesi era contrario alla legge a causa della crisi umanitaria e che durante e dopo il raid le forze israeliane hanno commesso “ una serie di violazione della legislazione internazionale, tra cui leggi per i diritti umani” , inclusi “ omicidi voluti e torture” . Il rapporto conclude che “ il comportamento dell'esercito israeliano e del personale nei confronti dei passeggeri della Flotilla non solo era sproporzionato per l'occasione ma mostrava incredibili livelli di violenza completamente non necessari. Ha rivelato livelli di brutalità inaccettabili” .

In quasi tutte le università esiste un codice di condotta, che obbliga queste istituzioni a diffondere una cultura di pacce nel rispetto dei diritti umani fondamentali, in questo rientra anche il non avere rapporti con enti che si siano macchiati di crimini feroci come quelli israeliani.
Scrittori come Johan Berger, Arcivescovo Desmond Tutu, Arundhati Roy, Ahdaf Soueif, università, sindacati, imprese, società, ed artisti internazionali tra i quali Elvis Costello, Gil Scott-Heron, the Pixies, Carlos Santana, Ken Loach and Massive Attack si sono tutti uniti al movimento BDS.
Questo boicottaggio, adattato sul movimento globale BDS che ha posto fine all'apartheid in Sud Africa, dovrà continuare fino a che Israele non rispetterà il suo obbligo di riconoscere il diritto inalienabile dei palestinesi all'autodeterminazione e rispetterà integralmente quanto stabilito dalle leggi internazionali:
1 . Ponendo fine all'occupazione dei territori arabi e smantellando il muro;
2 . Riconoscendo il diritto fondamentale dei cittadini arabo-palestinesi di Israele alla completa uguaglianza;
3 . Rispettando, proteggendo e promuovendo i diritti dei rifugiati palestinesi a tornare alle loro abitazioni e proprietà come stabilito dalla risoluzione ONU 194.
Vi chiediamo di boicottare Israele fino a che non rispetterà la legislazione internazionale, fino a che non adempierà alle sue responsabilità. Come i neri del Sudafrica e gli afroamericani non potremo mai accettare compromessi sui diritti umani fondamentali.
Avete ora la possibilità di tagliare tutti i legami con le università israeliane, di unirsi alla chiamata per boicottare quello che
John Digard -corrispondente speciale delle Nazioni Unite – descrive come l'unico caso rimanente dopo il Sudafrica “di un regime affiliato a quelli occidentali che nega l'autodeterminazione e di diritti umani a delle persone in via di sviluppo e che ha fatto così molto a lungo” [16]
Dato il coinvolgimento così profondo delle università israeliane in una prevaricazione così a lungo termine che segue principi medievali basati su razza e religione, ci aspettiamo che le istituzioni statunitensi e mondiali seguano la chiamata dell'arcivescovo Desmond Tutu: di boicottare, le istituzioni accademiche israeliane. Normalizzare ed accettare un altro regime di apartheid e tutto lo spettro di crimini contro l'umanità ben documentati è una minaccia alla giustizia ovunque, ed un altro pessimo appoggio alla negazione dei diritti umani basilari .
Gaza assediata,
University Teachers’ Association in Palestine (UTA)
Palestinian Students’ Campaign for the Academic Boycott of Israel (PSCABI)

[1] http://www.cnr.it/cnr/news/CnrNews?IDn=2050
[2] http://ccs.unifi.it/notiziario/CMpro-v-p-102.html
[3] http://www.uniroma1.it/studenti/agenda/100625_accordogerusalemme.php
[4] http://www.inventati.org/bds-pisa/?p=2375
[5]http://jordantimes.com/?news=14035
[6] http://www2.ohchr.org/english/bodies/hrcouncil/specialsession/9/docs/UNFFMGC_Report.pdf
[7] http://electronicintifada.net/v2/article10945.shtml
[8] http://www.icahd.org/?page_id=76
[9] http://daccess-ods.un.org/TMP/4559531.html
[10] http://daccess-ods.un.org/TMP/6654234.html
[11] http://www.icrc.org/ihl.nsf/WebART/380-600056
[12] http://gisha.org/UserFiles/File/publications/GazaClosureDefinedEng.pdf
[13] http://www.ifamericansknew.org/history/ref-nakba.html
[14] http://www.asiantribune.com/news/2009/09/26/israel-nation-has-violated-more-un-resolutions-all-other-countries-mid-east-put-toge
[15] http://www.guardian.co.uk/world/2010/sep/23/un-panel-israel-war-crimes
[16] http://electronicintifada.net/v2/article6602.shtml

Ringraziamo Silvia per averci inviatola lettera, un saluto a pugno chiuso!

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