giovedì 19 maggio 2011

La Sardegna contro i radar. Occupati tutti i terreni per impedire i cantieri!

Diciotto Radar dislocati in diverse parti dell'Italia faranno dell'Europa sempre più una fortezza. Radar israeliani anti-immigrati che avranno un raggio di 50 chilometri e che potranno intercettare barche di piccole dimensioni e ad alta velocità. L'Europa si “protegge” e lo fa appaltando i lavori ad “Almaviva spa” del gruppo Finmeccanica sotto la direzione e la gestione della Guardia di Finanza. Lavori per milioni di euro che andranno ad aumentare la fetta di servitù militari in Italia.
 
Quattro di questi Radar anti-immigrati sono in procinto di essere costruiti in una terra dove sono concentrate 66 basi su 100 dell'intera Italia. Una terra dove le contaminazioni da uranio impoverito e di altri metalli pesanti ha obbligato a porre i sigilli ad ampie zone di terra dove pastori o contadini non possono più transitare per il lavoro di tutti i giorni.
La terra di cui stiamo parlando e di cui da tempo si sente parlare sempre di più per le continue scosse tellurico-sociali e' la Sardegna.

Probabilmente per questa continua usurpazione del territorio da parte di aziende straniere e Ministero della Difesa (ma anche da parte di NATO e USA), la storia di questi Radar sta prendendo una piega diversa rispetto al resto dell'Italia. Da più di una settimana i terreni dove era imminente la costruzione dei quattro radar sono stati occupati 24 ore su 24 dalla popolazione locale (sindaci compresi) impedendo l'accesso a ruspe, operai e forze dell'ordine.
Siti internet e gruppi su facebook stanno nascendo per informare e organizzare la protesta. Basta cercarli digitanto i nomi delle zone interessate dai lavori:
  • Capo Sperone a Sant'Antioco
  • Capo Pecora a Fluminimaggiore
  • Argentiera in territorio Sassarese
  • Santa Vittoria a Tresnuraghes

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