Visualizzazione post con etichetta no tav. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta no tav. Mostra tutti i post

giovedì 19 maggio 2011

La Sardegna contro i radar. Occupati tutti i terreni per impedire i cantieri!

Diciotto Radar dislocati in diverse parti dell'Italia faranno dell'Europa sempre più una fortezza. Radar israeliani anti-immigrati che avranno un raggio di 50 chilometri e che potranno intercettare barche di piccole dimensioni e ad alta velocità. L'Europa si “protegge” e lo fa appaltando i lavori ad “Almaviva spa” del gruppo Finmeccanica sotto la direzione e la gestione della Guardia di Finanza. Lavori per milioni di euro che andranno ad aumentare la fetta di servitù militari in Italia.
 
Quattro di questi Radar anti-immigrati sono in procinto di essere costruiti in una terra dove sono concentrate 66 basi su 100 dell'intera Italia. Una terra dove le contaminazioni da uranio impoverito e di altri metalli pesanti ha obbligato a porre i sigilli ad ampie zone di terra dove pastori o contadini non possono più transitare per il lavoro di tutti i giorni.
La terra di cui stiamo parlando e di cui da tempo si sente parlare sempre di più per le continue scosse tellurico-sociali e' la Sardegna.

Probabilmente per questa continua usurpazione del territorio da parte di aziende straniere e Ministero della Difesa (ma anche da parte di NATO e USA), la storia di questi Radar sta prendendo una piega diversa rispetto al resto dell'Italia. Da più di una settimana i terreni dove era imminente la costruzione dei quattro radar sono stati occupati 24 ore su 24 dalla popolazione locale (sindaci compresi) impedendo l'accesso a ruspe, operai e forze dell'ordine.
Siti internet e gruppi su facebook stanno nascendo per informare e organizzare la protesta. Basta cercarli digitanto i nomi delle zone interessate dai lavori:
  • Capo Sperone a Sant'Antioco
  • Capo Pecora a Fluminimaggiore
  • Argentiera in territorio Sassarese
  • Santa Vittoria a Tresnuraghes

mercoledì 9 febbraio 2011

la valle che resiste -comunicato sugli arresti in val susa antinucleare

Nella notte tra domenica e lunedì era previsto il trasporto di scorie nucleariverso la Francia attraverso la Val di Susa. Alle 4.00 di lunedì un presidio diprotesta presso la stazione di Condove Chiusa San Michele è stato violentementecaricato dall'ingente spiegamento delle forze dell'ordine. Alcuni feriti, 27fermati (che saranno denunciati) e 2 arresti sono il risultato dell'operatodella questura.

Il treno delle scorie era composto di due convogli di cui uno è tornatoindietro.

Alcune decine di persone hanno messo in crisi l'imponente e costosodispositivo organizzato per il trasporto di materiale radioattivo altamentepericoloso.

A quanto ci risulta il trasporto di scorie di ieri non è stato segnalato dalleautorità preposte alla popolazione, cosa che riteniamo gravissima. Chiediamo pertanto alle amministrazioni di farsi carico di verificare il motivo per cui non sono state attuate tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza degli abitanti dei territori coinvolti al passaggio delle scorie.

La scelta energetica non è una partita di scacchi ma una cosa molto seria.

Oggi, a 40 anni dal reattore sperimentale di Saluggia, ne paghiamo le conseguenze. Pericolosità dei trasporti per il riprocessamento delle scorie e costi incredibili sulle bollette dell'energia elettrica.

Come movimento No Tav da sempre seguiamo con attenzione la questione nucleare.

Pensiamo che il presidio di ieri sia stato importante e giusto per iniziare un nuovo percorso di lotta e informazione su questo tema.

Siamo vicini e solidali con le persone arrestate, denunciate e ferite.

Il movimento No TAV in assemblea al presidio Picapera, lunedì 7 febbraio 2011,ore 23



domenica 12 settembre 2010

NoTav: 6000 resistenti fanno "prove tecniche"

Amministratori e movimento di nuovo insieme. Il 25 marcia Rivoli-Rivalta.
Il prossimo 9 ottobre nuova manifestazione da Vaie a chiusa.


Chiomonte (Alta Val Susa) - E' stato di nuovo un sabato di grandi occasioni, quello di ieri, un undici settembre particolare quello valsusino. 6000 persone, valligiani e non, tutti rigorosamente No Tav, hanno coperto la distanza che separa il comune di Chiomonte da quello di Giaglione, lungo il cammino delle Gorge.

Il significato della marcia
: scoprire e indicare i terreni in cui si svolgerà la 
madre di tutte le battaglie del popolo No Tav, l'opposizione contro la costruzione del "tunnel di base", sventata nel 2005 a Venaus, ora riproponentesi ora in località Maddalena.
Durante la marcia sono stati illustrati i luoghi in cui andranno a costruirsi i nuovi presidi del popolo no Tav, nel cuore delle Gorge, di fronte ai nuovi ipotizzati cantieri, dove il movimento ha comprato negli scorsi anni "posti in prima fila" , mettendovi radici.


Il dato politico più importante
 della giornata, oltre ad una partecipazione come sempre generosissima (uomini , donne, anziani, bambini e delegazioni di compagni di strada che giungono anche da molto lontano), è la ritrovata unione tra sindaci, amministratori e movimento no tav.
Una quindicina di fasce tricolori aprivano il corteo portando lo striscione "Amministratori Valle Susa", conseguenza delle decisioni prese durante una riunione avvenuta martedì scorso in cui la maggioranza degli amministratori ha optato per una più decisa presenza al fianco del movimento, contro i nuovi piani di realizzazione della grande opera, "più costosa, inutile e impattante che nei progetti precedenti".

Per il prossimo 
9 ottobre, su loro iniziativa, amministratori e sindaci, hanno indetto una nuova marcia che da Vaie muoverà verso Chusa San Michele. Il movimento ha aderito e costruirà capillarmente la manifestazione. Aderisce all'iniziativa e appoggia il nuovo corso della Comunità Montana (come sempre, senza alcuna delega in bianco, nella reciproca autonomia di posizioni).

Un'altra occasione di mobilitazione sarà anche quella di 
sabato 25 settembre, con unamanifestazione da Rivalta a Rivoli, sul percorso della linea progettata per la Gronda Ovest di Torino.

Da ieri e guardando in avanti alle prossime settimane, come si può ben vedere, il movimento No tav è in ottima forma e ha già i programma una fitta serie di iniziative in calendario, aspettando la variabile dei numerosi sondaggi ancora da fare in numerosi siti di montagna, rimasti incompiuti dall'inverno-primavera scorsi per la decisa opposizione popolare.

Ancora una volta, a sarà düra... per loro!

venerdì 2 aprile 2010

No Tav. Anche a Torino!

Cronaca, video e foto del presidio No Tav a Porta Nuova del 31 marzo.
Mercoledì 31 marzo. L’appuntamento settimanale dei No Tav che fanno riferimento alla Rete “Torino e cintura. Sarà dura” questa settimana si è svolto a Porta Nuova. Banchetto con info e bandiere, aperitivo autogestito, comizietti volanti e pure un lungo momento di confronto assembleare. Si è parlato della lunga pausa nei sondaggi, una sorta di tregua unilaterale decisa da un governo e delle prospettive per l’immediato futuro. La voglia di partecipare e l’interesse intorno ai presidi settimanali è crescente, per cui si manterrà fisso l’appuntamento in strade e piazze di Torino e cintura. Il 7 aprile ci sarà un volantinaggio a Porta Susa, il 14 aprile, sempre a Porta Susa, ma in piazza XVIII dicembre punto info /assemblea /aperitivo autogestito.
Sabato 17 per “20 piazze No Tav a Torino” saremo in mattinata al Balon, nel pomeriggio in piazza Castello.

Sia nel confronto allargato di piazza, sia nei capannelli spontanei, strano ma bello, nessuno si è cimentato in analisi elettorali, perché il nostro movimento, oggi più che mai vive e cresce nella partecipazione diretta, nel lavoro quotidiano di informazione e lotta di tanti uomini e donne, consapevoli che il proprio futuro, le scelte sulle questioni che contano davvero non le si può delegare a nessuno.

Qui i link ad un paio di video e alcune foto:

per informazioni e contatti:
notav_autogestione@yahoo.it
338 6594361

martedì 9 marzo 2010

Condove. I No Tav bloccano i treni. Cronaca di una giornata di resistenza tra Rosta e Condove

- La trivella vien di notte...
- Presidio No Tav
- Rosta. Bloccato il cambio turno
- S. Antonino. Assemblea
- Stazione di Condove. Blocco dei treni

Lunedì 8 marzo, tra l’una e le due di notte.
Al buio, accompagnata da poliziotti e carabinieri, è arrivata a Rosta una trivella per il sondaggio 55. L’hanno piazzata in mezzo ad un prato, hanno chiuso tutte le strade di accesso, piazzando check point persino davanti a S. Antonio di Ranverso. Sin dalla notte i No Tav si sono dati il cambio a presidiare, informando la popolazione, sostando nei pressi della rotonda di fronte agli impianti sportivi.

Intorno alle sei del pomeriggio l’assemblea di piazza si trasforma in blocco: il cambio della guardia viene ostacolato per oltre un’ora. Le decine di blindati di polizia e carabinieri posti a guardia della trivella vengono fermati dalla determinazione a di un movimento che, giorno dopo giorno, notte dopo notte, resiste alla militarizzazione di strade e paesi, incurante delle infamie diffuse da media servi del partito trasversale degli affari.
Alle 21 parte un’assemblea al presidio di S. Antonino, dove, in mattinata, era piovuta l’ennesima minaccia di sgombero. Respinta ovviamente al mittente. I signori del Tav occupano militarmente il territorio, i presidi No Tav ne difendono dall’invasione qualche scampolo.

Finita l’assemblea, intorno alle 23, numerosi No Tav “vanno a prendere il treno” alla stazione di Condove. Passato l’ultimo treno passeggeri, salutato dalle bandiere, un locomotore si blocca di fronte al treno crociato. Il blocco dura circa un’ora.

Domani si ricomincia.
Alla faccia dell’inverno che non vuole finire, alla faccia di certa stampa che non perde occasione per gettare fango sul movimento. Ultima trovata la notizia dei due rumeni “pagati” per fare scritte minacciose sul direttore della “Busiarda”. Un altro tassello della strategia della tensione, ordita nella speranza di criminalizzare qualcuno, di spaventarne altri, di spaccare il movimento. Un’illusione. Quando i No Tav hanno voluto dire la propria lo hanno fatto a viso aperto, con presidi di piazza che denunciavano le menzogne interessate del giornale diretto da Mario Calabresi. Una domanda sorge spontanea: a chi conviene indossare i panni della vittima per nascondere l’indecente campagna ai danni dei No Tav?

Vogliamo scommettere che domani o domani l’altro i gazzettieri dei quotidiani torinesi se ne inventeranno un’altra?

Prossimi appuntamenti:

- Domani alla trivella di Rosta
- Mercoledì 10 in piazza Madama Cristina a Torino (se non piazzano nuove trivelle a Torino e cintura)

Ore 17,30 punto info / ore 18,30 assemblea / ore 19,30 cena autogestita
- Mercoledì ore 21 fiaccolata a Rosta


Per info e contatti:
338 6594361




venerdì 5 marzo 2010

NO TAV-Report della fiaccolata rumorosa svolta a Buttigliera Alta


Si è conclusa verso le 23 e 30 la fiaccolata rumorosa No Tav promossa dai comitati Buttigliera alta/Rosta contro i sondaggi, partita intorno all 21:30 dal luogo in cui è posizionata la trivella per concludersi davanti al comune di Buttigliera, circa un migliaio di persone hanno preso parte alla mobilitazione nonostante il freddo e le ingenti forze di polizia in assetto antisommossa, numerosi striscioni di altri comitati, quello di Susa, di Torino, Collegno, Bruzolo, l'appello è sempre lo stesso fermare i sondaggi fermare la mafia. Un corteo rumoroso scandito da slogan , canti ma soprattutto da pentolami che sicuramente non sono passati inosservati soprattutto alla conclusione del corteo davanti al municipio, dove si è voluto ribadire in maniera forte e chiara le responsabilità del sindaco e della giunta comunale facendosi negare e non dando risposte chiare alla cittadinanza sull'inizio dei lavori di trivellazione.



In conclusione il corteo si è spostato di nuovo verso la zona della trivella, dove in questi giorni verranno organizzate alcune nuove dimostrazioni (il sondaggio dovrebbe durare 6 settimane) trà le quali è stata ricordata quella di DOMENICA 7 MARZO, PER UNA PASSEGGIATA NEI CAMPI IN TORNO ALLA TRIVELLA !

mercoledì 3 marzo 2010

[To], protesta No Tav Bloccati i treni verso Modane

Stop di un'ora, fermati tre treni regionali a Rosta. I manifestanti contestavano il cantiere aperto a Buttigliera

TORINO - La protesta del movimento No Tav sta bloccando la linea internazionale Torino-Modane alla stazione di Rosta (Torino), dove i manifestanti occupano i binari. Tre treni regionali non hanno potuto transitare, mentre i convogli a lunga percorrenza - informano le Ferrovie dello Stato - erano passati alla stazione prima del blocco. La protesta questa volta è contro il cantiere per il carotaggio aperto la notte scorsa a Buttigliera Alta, paese che confina con Rosta. (02 marzo 2010)

http://www.repubblica.it/cronaca/2010/03/02/news/torino_protesta_no_tav_bloccati_i_treni_verso_modane-2486090/



venerdì 19 febbraio 2010

[VAL DI SUSA] BOTTE E CALUNNIE AI NO-TAV

Dopo cinque anni di proteste sale all'improvviso la temperatura in Val di Susa. A sentire i rappresentanti istituzionali sembrerebbe che nella valle sia arrivato un sacco di loschi personaggi da fuori e che la protesta non abbia più il sostegno locale. A sentire i resoconti di queste fonti i manifestanti sarebbero teppisti "dei centri sociali" e, alcuni concedono, qualche sindaco. Il PD si è preoccupato di segnalare la presenza di un "ex di Prima Linea" alle manifestazioni e si batte molto sul fatto che lo scemare della protesta avrebbe lasciato il campo a elementi più o meno criminali giunti da fuori. Anche la Lega che era contraria ai lavori ha colto l'occasione per chiedere la mano dura contro i valligiani, è tempo di elezioni regionali e si rischia pure che la triste Bresso sia sostituita dal delirante leghista Cota, avevano ragione i valsusini a dire fin da subito che sarebbe stata dura.
Baggianate che non si ascoltano e non solo perché l'ex di Prima Linea avrà ormai una certa età ed è conosciutissimo della forze dell'ordine, due circostanze che depongono a favore di una sua condotta più che in linea con la legge, essendo ben poco pericoloso chi si espone pubblicamente a viso aperto.

Baggianate anche quelle che descrivono un cambiamento d'opinione dei valligiani, non si vede altrimenti che bisogno avrebbe avuto la governatrice Bresso d'organizzare una fallimentare manifestazione Si-Tav, andata semideserta nonostante Bresso continui a martellare dicendo che per l'opera adesso c'è consenso.
Difficile anche immaginare come quelli "dei centri sociali", che non risiedono certo in Val di Susa, possano accorrere con un preavviso di mezz'ora a presidiare una strada o a protestare davanti a una trivella nel cuore della notte e dei boschi. Ci sono poi altre circostanze che non vengono approfondite da parte istituzionale, come i recenti incendi di baracche e strutture usate dai valligiani "a presidio" di zone sensibili. Reati commessi di notte, che non hanno attirato l'attenzione o la condanna della politica. Certi reati sembrano meno reati di altri.
Di notte succede di tutto in Val di Susa, dove la protesta è così sgonfia che trivellano di notte e ancora non hanno deciso un piffero, sono ancora ai sondaggi che intanto l'Italia spaccia per lavori all'Unione Europea, che a lavori interrotti interromperebbe anche i finanziamenti.

Così si è arrivati al pestaggio dei manifestanti, rei di aver lanciato palle di neve contro un cordone di poliziotti in assetto anti-sommossa. Sul posto c'era, guarda caso, il famigerato Spartaco Mortola, che a Genova si aggirava davanti alla scuola Diaz mentre i suoi colleghi procedevano con la "macelleria messicana" all'interno. Mortola teneva in un sacchetto le altrettanto famigerate molotov che secondo la polizia provavano la pericolosità degli addormentati nella scuola e la necessità d'agire d'urgenza, invadendo l'edificio.
Peccato che fosse una montatura e che l'operazione si sia risolta nel pestaggio di decine di persone che stavano seplicemente dormendo. L'assoluzione di Mortola non ne riduce minimamente le responsabilità morali, che in un paese appena più serio ne avrebbero consigliato l'allontanamento dalle strade, in Italia invece uno con i suoi precedenti lo mandano a contatto con le situazioni più sensibili, quelle che ha già ampiamente dimostrato di non essere in grado di gestire. Perché se a Genova non ha commesso reati, ha sicuramente offerto una prestazione fallimentare e comportamenti più che discutibili, che molti hanno giudicato indegni.

Una montatura come quelle narrazioni abbastanza ridicole e inventate di sana pianta, che prima del G8 annunciavano attacchi dei bruti "dei centri sociali" con siringhe e sacche di sangue infetto dall'HIV, giuro. Non si sa se i cittadini di Genova o gli italiani si impressionarono di fronte alla minaccia, ma la stranezza fu che molti media ripresero la bufala con grande sprezzo del ridicolo, quasi che fosse plausibile che nei "centri sociali" si stoccassero sacche di sangue o che da qualche parte nel mondo esistesse un deposito di sangue infetto da depredare per farne un'arma batteriologica contro i cordoni antisommossa. Un delirio privo di capo e coda, ma un delirio che pubblicarono in parecchi.
Una sensazione simile, in minus, me l'ha procurata oggi la lettura di un articolo di Repubblica di oggi nel quale Paolo Griseri riporta questo virgolettato di "uno degli operai addetti alla trivella", senza il minimo sindacato critico: ".. prima hanno cominciato a tirarci palle di ghiaccio, poi hanno aggiunto i chiodi. A un certo punto il gioco è diventato quello di urinare dentro i palloncini gonfiabili e lanciarceli addosso in segno di estremo disprezzo".

Che cattivoni.

L'eloquio forbito del presunto operaio si infrange però contro la logica, non solo perché i No-Tav non sono mai ricorsi a pratiche simili. Non è solo l'idea poco plausibile che i manifestanti allertati nella notte si portino i chiodi da casa pensando di mescolarli alla neve, ma avete mai provato a "urinare dentro i palloncini gonfiabili e lanciar(ce)li"?
Io non ci ho mai provato, ma ho abbastanza chiaro che non potrei mai gonfiare un palloncino urinando, e credo che nessun uomo, nemmeno all'apice di un delirio allo stesso tempo priapico ed etilico, abbia mai ipotizzato di farcela. E occorre proprio gonfiarli, perché se non li gonfi non scoppiano nemmeno se li lanci, e non li puoi gonfiare in parte con l'aria (dopo averci urinato...) perché altrimenti non si possono lanciare.

A meno che tra i valligiani ci sia una variante genetica che li provvede di vesciche di ghisa, è quindi abbastanza chiaro che articoli come quello di Griseri siano fuffa tendenziosa e che ad armare le cariche siano state scelte precise e non i gavettoni con la piscia. Ma questa è Repubblica, spostandosi su quotidiani meno progressisti è un sabba di sciocchezze che culmina, come al solito, nell'orgia violenta organizzata nei commenti (pre-moderati) de il Giornale.
La solita giostra di gente che ama i metodi spicci e incita a fare polpette dei criminali che ostacolano il progresso, garantisti a corrente alternata che quando vedono rosso estraggono immediatamente il cappio, la frusta e chiedono l'ergastolo, possibilente condito punizioni corporali, ché i cattivi non pensino di "farsi mantenere" in carcere dagli onesti commentatori del fogliazzo berlusconiano.
Un pessimo clima, con il PD che solidarizza con la polizia e non spende una riga per la signora con la testa rotta dai manganelli o per altri finiti all'ospedale, la classica singolare distonia che ci offre gli "aggressori" malmenati e gli "aggrediti" incolumi, nemmeno uno scontrino della lavanderia per lavare l'urina o della sarta per rattoppare i buchi procurati dai chiodi, la solita fortunaccia degli agenti diretti da Mortola.

Il solito triste spettacolo offerto dal potere in questo paese.



fonte http://mazzetta.splinder.com/post/22273061

mercoledì 17 febbraio 2010

NO TAV- comunicato stampa

Questa volta è mancato poco. Molto poco, e il cantiere della trivella veniva occupato dai NO TAV. Pensavano di nascondersi come sempre tra il buio della notte, il luogo improbabile dell'ennesimo sondaggio truffa (sotto il cavalcavia autostradale) e il blitz a sorpresa a lampeggianti spenti.
Invece l'allarme parte in anticipo e già alle 23.30 il popolo valsusino è mobilitato.
Alle 24.00 si individua la trivella appena posizionata ma ancora da montare. Il luogo è Coldimosso, tra Bussoleno e Susa, il sondaggio è l'S72.

Dai presidi di S.Antonino e Susa partono decine di macchine che convergono sul luogo. Le forze dell'ordine sono prese alla sprovvista, sono ancora poche e mal posizionate, il primo posto di blocco sulla statale viene aggirato facilmente passando per i prati ghiacciati. Un attimo e un centinaio di persone si ritrovano con la trivella a meno di 10 metri e un unico cordone di poliziotti. A quel punto ecco che entra di scena il sanguinario vicequestore Spartaco Mortola (per sapere bene chi è, cosa ha fatto e che faccia ha, digitare su google il suo nome e cognome) che "a freddo" ordina ai suoi uomini di caricare. Per fortuna solo qualche contuso e tanta rabbia. Ma serve a poco, la gente non si sposta, rimane a far pressione e a vagare intorno al cantiere, mettendo in continua apprensione le forze dell'ordine.
Intanto, vista la situazione difficile in cui si trovano, chiudono completamente la SS24 e l'autostrada con più blocchi sia per le auto sia per chi arriva a piedi, impedendo così a molte persone di raggiungere il luogo della trivella.

Partono presidi volanti davanti ai posti di blocco. I loro rinforzi invece arrivano e sono come sempre in numero spropositato. Ma, nonostante questo, per poter garantire una via di fuga a loro, alla trivella e agli operai GeoMont, non possono far altro che mettersi a tagliare con il cannello il guard-rail che dà sull'autostrada, anch'essa bloccata, e con la ruspa costruire sul momento uno svincolo "volante" contiguo al cantiere appena installato.
Bloccano le strade di mezza Valle di Susa, impediscono alle persone di muoversi liberamente, distruggono un guard-rail dell'autostrada e si fanno uno svincolo tutto per loro. Il tutto per fare un sondaggio farsa di 30 metri, in una zona già stratigraficamente conosciuta.
E questi vogliono fare un opera con cantieri che durerebbero 20 anni...

...a sarà dura...ma sempre per loro!



Comitato no tav Spinta dal Bass - Spazio Sociale libertario Takuma

giovedì 11 febbraio 2010

Cariche contro i No Tav. La Valle resiste


Le trivelle arrivano in Val di Susa. Cresce la mobilitazione nella giornata di ieri. I valligiani in corteo decidono di dirigersi verso una delle tante trivelle per i «sondaggi propedeutici» alla costruzione della Tav. La polizia carica i manifestanti.
Erano riuniti a Susa in assemblea ieri pomeriggio i valsusini per decidere le mobilitazioni da lanciare nei prossimi giorni dopo l’arrivo delle trivelle in valle protette da un ingente schieramento di polizia.
Per tutto il pomeriggio come in mattinata la mobilitazione al presidio è cresciuta con cortei e assemblee. Poi la decisione di scendere in corteo per raggiungere la trivella. Verso le 19 c’è stata un’improvvisa carica della polizia che ha colpito alcuni manifestanti, fra cui un ragazzo in carrozzella, procurando feriti. «Abbiamo detto pacificamente che volevamo andare avanti, verso la trivella – ha detto Lele Rizzo, – e lì è partita una carica, è volata qualche manganellata»

Questo è il comunicato del Comitato No Tav Spinta dal Bass – Spazio sociale libertario Takuma dopo i fatti:
«Di nuovo le due di notte, di nuovo centinaia di blindati di scorta e di nuovo una trivella che si piazza all’interno del perimetro dell’autoporto di Susa, a poche centinaia di metri dai due sondaggi effettuati precedentemente. E’ chiaro che non hanno il senso del ridicolo: una valle lunga 60 Km, 40 sondaggi sparsi qua e là e loro ne fanno tre a pochi metri uno dall’altro! Certo: all’interno dell’autoporto è l’unico luogo dove riescono a difendere le trivelle. Viene da ridere se non fosse che questi sondaggi farsa sono realizzati con soldi di tutti noi. Ma non basta: di nuovo imponente il servizio di difesa della trivella. A questo proposito abbiamo deciso di fare due conti sapendo che saremo approssimativi ma molto vicini alla realtà. Per ogni sondaggio in Valle hanno mobilitato circa 400 uomini a turno per 4 turni [ma alcuni reparti hanno 5 turni] di 6 ore per un totale di 1600 uomini. 100 euro al giorno può essere la media retributiva calcolata tra graduati, funzionari e sottoposti [e ci teniamo molto bassi].

La guardia per 24 ore a una trivella ci costa ben 160mila euro. I 4 giorni di trivellazioni a Susa in gennaio ci sono costati 640mila euro. Questa trivella appena arrivata dovrebbe lavorare per 3 settimane e mezzo [così è scritto sul sito www.torino-lione.it] e ci costerà, solo per la sua difesa, 3.840.000 euro! E non abbiamo contato indennità di trasferta, benzina per gli spostamenti, pernottamenti…
Per svolgere i 91 sondaggi hanno preventivato una spesa solo di lavori di 6 milioni di euro. Quanti dobbiamo aggiungerne per pagare queste persone che militarizzano la nostra Valle? La spesa per difendere le trivelle è un’enormità che andrebbe denunciata in ogni luogo. Ma, ahinoi, giornali e tv si guardano bene di evidenziare simili sprechi. In momenti di crisi, dove le fabbriche chiudono e non è più neanche garantita la cassaintegrazione, ecco che i nostri politicanti bruciano milioni di euro per difendere degli inutili buchetti.
Ripetiamo: non hanno il senso del ridicolo o se no si sarebbero già ritirati…ma comunque non andranno lontano».


martedì 2 febbraio 2010

No Tav: incendiato e distrutto il presidio di Bruzolo

Nuovo gravissimo attentato intimidatorio contro i No Tav: ieri sera verso le 22.30 è stato incendiato e completamente distrutto il presidio di Bruzolo.L’operazione è andata in porto dopo altri due tentativi pregressi: 3 settimane fa con l’incendio domato in tempo ma con struttura danneggiata, e sabato notte lasciando anche una bombola del gas aperta vicino al fuoco.

Nel frattempo la settimana scorsa, nella notte della manifestazione dei 40.000 no tav di Susa era andato distrutto il presidio di Borgone.

Da ieri invece il presidio è stato distrutto completamente.

In tutto questo report d’infamità vi è da annotare anche l’imbrattamento di alcuni cippi partigiani con scritte “sì tav” a Caprie. La mano di tali atti è chiaramente sconosciuta ma è chiaro che in piedi ci sia un attacco nei confronti del movimento no tav che trova humus fertile in chi ogni giorno imbastisce una campagna continua e martellante che mira a delegittimarlo e indebolirlo. Forse laddove non arrivano le vittorie politiche della lobby del Tav arrivano gli atti intimidatori di chi compone la lobby o forse di chi si sente legittimato ad appoggiarla esternamente? Non lo sappiamo, ma non abbiamo paura.
La campagna di boicottaggio di chi lavora per il tav viene additata come persecuzione e i politici si sentono in dovere di dimostrare la loro solidarietà alla Geo.mont che abbiamo indicato come traditrice della valle. Nessuno però degli stessi ha sprecato una parola per condannare gli attentati nei confronti del movimento no tav.

A ciascuno il suo , risponderemo a tutti, la paura non abita in Val di Susa.

venerdì 29 gennaio 2010

Venaria. La trivella se ne va, la lotta continua. Cronache no tav

Tre giorni di lotta No Tav a Venaria.

Cronaca del presidio e dell'assemblea popolare

La trivella, in questa periferia tra tralicci e tangenziale, è durata meno di due giorni. Piazzata nel tardo pomeriggio del 26 gennaio non è riuscita a lavorare perché i No Tav hanno impedito il passaggio del camion con le luci. Il giorno successivo la pressione popolare ha obbligato la giunta a chiedere la sospensione dei lavori per consentire il riposo quotidiano ai bimbi della vicina scuola materna.
Il presidio No Tav, andato avanti giorno e notte, è stato occasione per informare sul Tav e costruire una più forte rete di resistenza al supertreno.

Mercoledì 27 all’assemblea popolare No Tav hanno partecipato 200 persone, in buona parte cittadini di Venaria. I diversi interventi hanno sottolineato la ferma opposizione al Tav, opera inutile, costosissima, dannosa per la salute e per l’ambiente. In via Amati la gente convive già con gravissime nocività e non vuole tollerarne altre. L’aria è impestata dal passaggio di migliaia di veicoli sulla vicina tangenziale, le barriere non bastano certo ad attutire il fragore, e, come se non bastasse, una linea di tralicci ad alta tensione passa accanto alle case, ben più vicina dei 60 metri prescritti dalle leggi.
I più sono consapevoli che fermare il Tav è possibile, ma serve l’azione diretta popolare e non la delega ai politici a caccia di voti alle comunali del prossimo marzo.

Le bandiere No Tav ai balconi si sono moltiplicate. Tanti hanno manifestato la volontà di riprendere l’iniziativa sul territorio, ridando forza ai comitati No Tav.
Le truppe di occupazione che in armi hanno occupato quest’angolo di Venaria sono state guardate con sospetto e preoccupazione, mentre una calda solidarietà ha accolto i No Tav. Caffè, the, panettoni, salame e formaggio sono stati il segnale concreto che il popolo No Tav ha radici forti.
Nella mattinata del 27 la trivella è stata portata via. Ha “lavorato” solo un giorno e mezzo.
Quando proveranno a impiantare i cantieri i signori del cemento e del tondino troveranno filo da torcere anche a Venaria.
Anche a Torino e cintura: sarà dura. No Tav No Trivelle!

Prossimi appuntamenti:
- Ogni giorno, ovunque piazzino una trivella – e chi ne ha notizia ce lo segnali al più presto
- Sabato 30 gennaio punto informativo No Tav No Trivelle al Balon, in via Andreis angolo via Borgodora. Dalle 10,30.
- Mercoledì 3 febbraio dalle 17 assemblea popolare e punto info in via Eritrea angolo corso Francia – di fronte al palazzo degli oblò.

Per info:
No Tav Autogestione
notav_autogestione@yahoo.it

lunedì 25 gennaio 2010

Incendiato Presidio No Tav


A che gioco stan giocando?

Quando ancora non si era spento l’entusiasmo per la grande manifestazione che ieri ha bloccato la valle, ecco rispuntare, puntuale come un orologio nella notte tra sabato e domenica, la mano incendiaria. Dopo il fallito attentato di sabato scorso contro il presidio di Bruzolo, tornano gli ignoti attentatori contro l’altro presidio storico del movimento, quello di Borgone, una bellissima casetta di legno costruita dopo le vittorie del 2005. La firma del nobile gesto, varie scritte inneggianti al “SìTav”.

Certo non si può sapere chi sia l’esecutore ma i mandanti sono da cercare nei creatori di un clima d’isolamento e criminalizzazione contro un movimento popolare che ieri ha saputo dimostrare quanto sia vivo, ammirato in giro per il paese e capace di catalizzare numeri, consensi e simpatia sollevando grossi nodi irrisolti della politica odierna: questione ambientale, democrazia e processi decisionali, modelli di sviluppo…

Se ne sono accorti anche i giornalisti che in queste 2 settimane si sono divertiti a fare le pulci al movimento, non mancando di sottolinearne i momenti difficili. Come sono diversi i loro articoli oggi, costretti ad ammettere che quei “300 irriducibili” rappresentano un territorio ed una volontà. Molto semplicemente perché sono quel territorio e quella volontà, la sua punta militante.

Resiste, nel guadagnarsi il ’soldo infame’, il solo Massimo Numa (La Stampa) che di fronte ai numeri di ieri, preferisce raccontare della scampagnata dei giovani del Pdl che, guidati dal solito (post)fascista Marrone, rimuovevano dalla storica scritta “No Tav”del Musiné il No iniziale. Cambierà la gravità, non la natura infame del gesto di chi, un po’ più a valle, bruciava un luogo colpevole di essere stato una “casa” di questo movimento.

Ma non si rallegrino troppo presto Marrone, Numa & c. Il movimento NoTav ha già ricollocato il “No” al suo posto.
Stiano anche tranquilli i sostenitori del Sì, in doppio-petto o col cerino acceso, un’allegra giornata di festa ricostruirà oggi il presidio bruciato. Difficile fermare i NoTav… A sarà Düra!



giovedì 21 gennaio 2010

Un'altra lunga giornata di lotta per i notav

resoconto 20 gennaio in valsusa


Ennesima sveglia precoce stamattina per i no tav, alle 5 circa inizia a girare la notizia di una trivella posizionata alla stazione di Condove e scortata, come al solito da centinaia di agenti. Inizia l'afflusso delle persone e si creano due postazioni di manifestanti ai due lati della stazione di condove; in mezzo solo poliziotti che dopo un po' impediscono anche di andare a prendere il treno a chiunque. Un tentativo di forzare il blocco viene respinto a spintoni e qualche manifestante cade a terra. Per tutta la mattina affluisce gente che va e che viene, molti devono andare a lavorare e ripassano in pausa pranzo.

Alle 12.30 circa alla stazione di S.Antonino viene bloccato il Tgv in arrivo dalla Francia e diretto a Milano, accumulerà un ritardo di oltre mezz'ora. Nel frattempo un treno locale, che scende verso Torino,sorpassa il tgv fermo in stazione; una quarantina di no tav sale a bordo per riscendere alla stazione successiva che è proprio quella di Condove. Prendendo di sorpresa la polizia i quaranta riescono a piombare a ridosso della trivella gridando slogan, qualche carabiniere perde il controllo e parte qualche manganellata che ferisce un manifestante al braccio poi soccorso da una ambulanza, tutto ciò verso le 14.00. Si scopre ufficialmente che la ditta incaricata del sondaggio è la GEOMONT di Bussoleno.

Alle 17.30 una colonna di mezzi della polizia transita sulla statale 25 e all'altezza del presidio i manifestanti bloccano e respingono i mezzi blu costringendoli alla retromarcia.

Dopo un assemblea volante,alle 18.30 parte un corteo di 7-800 persone con le fiaccole che, passando per stradine di campagna raggiunge il piazzale dove è posizionata la trivella, rimangono 10 metri di distanza dagli agenti che circondano la trivella ormai smontata dopo aver terminato (?) il lavoro. Partono piccole barriere fatte con alberi abbattuti con una motosega, che in seguito saranno incendiati per un grande falò.

Dopo circa mezz'ora di presenza il corteo prosegue sui binari della stazione di Condove per ricongiungersi con il presidio sulla statale 25.
A mezzanotte circa il camion con la trivella lascia il sito e parte in direzione Torino.

Comunque sia una buona giornata di mobilitazione che fa ben sperare in vista dei prossimi appuntamenti, tra i quali il più importante e ravvicinato è il grande corteo NO TAV - NO SONDAGGI che si terrà sabato 23 gennaio con partenza alle 14.oo dal presidio di Susa Autoporto.

TUTTI INVITATI.



martedì 19 gennaio 2010

Organizzata manifestazione NO TAV

SUSA: MANIFESTAZIONE NO TAV SABATO 23 GENNAIO

Organizzata manifestazione NO TAV
E' stata organizzata in questi momenti una manifestazione NO TAV che partirà SABATO pomeriggio dal presidio all'Autoporto di SUSA e si snoderà per le strade della valle.

Fate girare il più possibile quest'appello
TUTTI A VALSUSA

Per dettagli su ora e luogo vi rimandiamo a questi contatti: Presidio di Susa: cell. 3463939507
Per mettersi in contatto con radio Blackout: 011/2495669 - 3466673263
http://notav.eu

sabato 16 gennaio 2010

COLLEGNO - Presidio No Tav: breve cronaca della giornata

Questa mattina la polizia ha circondato il presidio No Tav di Collegno,minacciando lo sgombero. La trivella aveva terminato a tempo di record –con ritmi da 16 ore al giorno – il carotaggio e la polizia voleva che sene andasse indisturbata. Dopo un po’ di tensione gli uominidell’antisommossa hanno spintonato i presidianti che si erano piazzatiall’ingresso. I compagni che avevano provato ad accompagnare a casa latrivella sono stati fermati dalla polizia.Il presidio è stato smontato, il piazzale di fronte alla stazione ripulitoed è subito partita un’assemblea al vicino Mezcal squat.Per tutti è stata un’esperienza positiva di resistenza ed informazione, unutile punto di partenza per il prossimo futuro.Per quattro giorni e tre notti alla stazione di Collegno abbiamo dato vitaal primo presidio permanente No Tav nell’area metropolitana di Torino,dove di soppiatto era stata piazzata una trivella per i sondaggipreliminari per il Tav.Gli operai della RCT del gruppo Trevi hanno lavorato circondati dacarabinieri, poliziotti e finanzieri in tenuta antisommossa a loro voltaassediati da un numero crescente di manifestanti.I media hanno gridato vittoria ma in valle come a Torino abbiamodimostrato che le uniche ragioni dei si tav sono quelle della forza e, conla forza bruta, la militarizzazione di intere città e paesi, l’imposizionecon blindati e manganelli, non faranno molta strada.Se per fare un buchetto devono impiegare 1000 uomini in armi gli serviràl’esercito per impiantare i primi cantieri.In quattro giorni, intorno ai fuochi del presidio sono passate centinaiadi persone: No Tav di lunga data e cittadini di Collegno desiderosi dicapire. In tanti hanno portato qualcosa da mangiare o legna da ardere,segno di una solidarietà cresciuta giorno dopo giorno. Per tre giorni,mentre la trivella sondava un terreno già più volte sondato, abbiamoinformato chi passava, volantinato in piazze, mercati e scuole.Ogni sera abbiamo condiviso il cibo e discusso in lunghe assemblee e inpiccoli gruppi: un ‘esperienza di socialità e di autogestione preziosa perun movimento che cresce nella lotta e nella resistenza.In almeno un’occasione i rubinetti dell’acqua sono diventati no tav e ilavori sono stati disturbati e rallentati. Ieri la polizia ha bloccato untentativo di incatenarsi alla trivella. La prossima volta, con il crescereil movimento popolare, si potranno anche bloccare.Oggi come nel 2005 un popolo che resiste, passo dopo passo, vince.Sarà dura ma ce la faremo.

Domani il Presidio torinese No Tav della stazione di Collegno sarà allamarcia No Tav delle 14,30 in piazza Massaua.
Mercoledì 20assemblea popolare No Tav – aperta a tutti per discutere e coordinare leprossime iniziative
Appuntamento alle 21 nella sala di corso Ferrucci 65a
No Tav No trivelle
A Torino e in Val Susa stanno cercando di imporre i sondaggi per il TAV.Il Tav – Treno ad alta velocità - è un opera inutile, dannosa,distruttiva.Un’opera che ha già devastato mezza Italia. Ovunque inquinamento delsuolo, rumore insopportabile, perdita di fonti idriche, distruzioneirreversibile dell’ambiente, case abbattute, città spezzate in due damuraglioni.Ogni chilometro di linea TAV costruita in Italia è costato la vita ad unlavoratore.Una montagna di soldi pubblici sono stati sottratti ai treni per chilavora, alle scuole per i nostri figli, ad una sanità decente per tutti.Ha guadagnato chi costruisce – la lobby del cemento e del tondino, amici edestra come s sinistra, abbiamo perso noi tutti.
In molti credono che il TAV Torino-Lyon sia solo un affare valsusino ma sisbagliano: l’impatto dell’opera e dei cantieri che sarà fortissimoovunque.Con il nuovo tracciato il Tav attraverserà la città, taglierà in due latangenziale, demolirà case. Ci aspettano decenni di cantieri e di disagi,per far guadagnare i soliti noti. Gli stessi che hanno distrutto le faldeacquifere per fare le gallerie Tav in Mugello, gli stessi della eternaSalerno/Reggio Calabria, gli stessi che all’Aquila hanno costruito unospedale, nuovo, “antisismico”, che si è polverizzato alla prima scossa diterremoto.Cagnardi, l’architetto che ha preparato il progetto per Torino, hachiamato “birillo” una casa ad otto piani sul percorso del Tav in città.Che fine fanno i birilli lo sanno anche i bambini. Nei tanti “birilli” cheil Tav incontrerà sulla sua strada, ci abitano uomini, donne e bambini,gente che magari ha fatto fatica a mettere insieme i soldi per una casache verrà espropriata a basso costo. Gli altri, quelli cui la casa non latireranno giù, il Tav se lo vedranno (e sentiranno) sfrecciare sotto ilnaso.La retorica di chi vuole l’opera ad ogni costo è piena di due paroleripetute ossessivamente perché entrino nelle teste di ciascuno di noi.Le parole sono progresso e collegamento con l’Europa: l’immagine è quelladella piccola Italia schiacciata dietro la catena alpina, mentre fuoricorrono veloci treni e autostrade: camion e vagoni pieni di biscotti,caramelle e copertoni che vanno in Francia mentre dalla Francia arrivanobiscotti, caramelle e copertoni e in entrambe le direzioni viaggiano lemerci prodotte con il sudore e il sangue dei lavoratori dell’Asia e deimille sud di un mondo dove la globalizzazione della miseria va di paripasso con la globalizzazione delle merci.
Ma a noi, alla nostra vita, serve tutto questo?I dati, confermati anche dai tecnici governativi, dicono di no. Una lineache collega Torino alla Francia c’è già ed è sotto utilizzata: ogni giornoci passano 78 treni e ne potrebbero passare 210 prima che la linea sisaturi e il faraonico scalo intermodale di Orbassano è utilizzato ad 1/3della sua potenzialità perché non ci sono merci da trasportare.
Sulla Torino Lione i privati non hanno investito un euro, ma i costruttorisi preparano ad incassarne milioni. Soldi pubblici, presi dalle nostretasche.Nel 2005 le barricate hanno fermato il Tav: i politici gli hanno riapertola strada.Fermarli è possibile. Anche a Torino.
Contro chi devasta il territorio e saccheggia le risorsePer la vita, la libertà, il futuro di tutti
Presidio torinese No Tav Stazione di Collegno
No Tav Autogestione – Torino
Osservatorio Ecologico - Torino

martedì 12 gennaio 2010

Documento dell’Assemblea Popolare di Bussoleno 09/01/2010


Documento dell'Assemblea Popolare di Bussoleno- 09/01/2010

Noi, cittadine e cittadini partecipanti all’Assemblea popolare noTav indetta a Bussoleno il 9 gennaio 2010, considerato che la nuova linea ferroviaria torino-Lione da sempre detta semplicemente Tav, è un’opera inutile, economicamente insostenibile e ambientalmente devastante decidiamo di continuare ad opporci con tutte le nostre forze in modo pacifico, fermo e determinato alla realizzazione del Tav e opporci ad ogni opera che preluda alla realizzazione della suddetta linea, sondaggi compresi.

Invitiamo fermamente i nostri amministratori a proseguire coerentemente questa lotta ventennale contro il Tav e respingiamo i goffi tentativi di ricatto e di intimidazione di stampo fascitsa e mafioso, minacciati dal governo nei confronti dei sindaci e delle amministrazioni locali del territorio.

Approvato all’unanimità

NO TAV - TORINO-LIONE: al via sondaggi in tre siti. Ma a Susa i NO TAV fermano i tecnici

(Torino-Repubblica)-Bloccati a Susa, ma operativi in altri siti i tecnici incaricati dei sondaggi per la realizzione della nuova linea ferroviairia Torino-Lione.
Nelle prime ore del mattino, poco dopo le 6,30, i tecnici della Ltf, la societàincaricata di effettuare i sondaggi della nuova linea ferroviaria Torino-Lione, si sono presentati, all'autoporto di Susa, uno dei 91 siti scelti per effettuare i sondaggio geognostici.
Scortati dalle forze dell'ordine, hanno chiesto di potere accedere all'area prescelta che da sabato scorso è presidiata dai Not Tav.
Il portavoce di quest'ultimi, Alberto Perino, ha risposto: "Non siamo disponibili a farvi entrare, non cederemo".
Alcuni esponenti delle forze dell'ordine hanno fatto presente ai manifestanti le eventuali conseguenze, civili e penali, del loro comportamento ma i manifestanti non hanno fatto marcia indietro ed hanno rilanciato: "Ovunque andrete in Valle Susa noi saremo ad aspettarvi".
Il confronto si è svolto in maniera civile, senza nessun tipo di tensione. I manifestanti, circa 2-300 persone, hanno successivamente intonato alcuni cori, tra cui il "Sarà dura", che da sempre contraddistingue la loro battaglia.
I sondaggi preliminari alla realizzazione della Torino-Lione sono però partiti in alcuni dei 91 siti previsti dal programma. In particolare, questa mattina all'alba, le trivelle sono entrate in azione a Orbassano, Collegno e Torino. A vigilare sui siti sono presenti le forze dell'ordine.
(12 gennaio 2010)


-------------------------------------------------------------------------------------

(ANSA) - TORINO, 12 GEN - Sono in tutto tre le trivelle che dall'alba di questa mattina stanno effettuando i primi sondaggi per la realizzazione della nuova linea ferroviaria Torino-Lione.Operano allo scalo merci di Orbassano, alla stazione ferroviaria di Collegno e a Torino, nel sito Amiat di Basse di Stura.Nei tre siti i lavori si stanno svolgendo in modo regolare, senza intralcio da parte dei no Tav che invece hanno impedito l'avvio dei sondaggi all'autoporto di Susa.Complessivamente sono 91 i sondaggi previsti, fra Torino e provincia, per arrivare al progetto preliminare dell'opera. Una dozzina di questi dovrebbe esser ultimata entro la fine del mese.(ANSA).

yh

yh