(ANSA) - ROMA, 10 OTT - Il governo sta studiando la costituzione di una societa' per azioni cui affidare la proprieta' degli edifici scolastici. Alla S.p.A andrebbe anche la competenza per la loro manutenzione e messa in sicurezza. Lo scrive il Sole 24 Ore affermando che in questo modo ci sarebbe un miglior utilizzo dei fondi di spesa mentre il rendimento sarebbe garantito dall'incasso di canoni per la locazione e servizi pagati dagli enti locali che cederebbero la proprieta'.
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lunedì 11 ottobre 2010
giovedì 17 giugno 2010
“GIU’ LE ZAMPE DALLA SCUOLA”: I COBAS AL COLOSSEO
SI VA VERSO I 25 MILA SCRUTINI BLOCCATI IN TUTTA ITALIA
I dati di questa mattina ci confermano il superamento netto dei 20 mila scrutini bloccati in tutta Italia ed è assai probabile che entro questa sera avremo raggiunto la cifra di 25 mila. Dopo lo straordinario successo, dal 7 al 12 giugno, dello sciopero nelle prime 7 regioni (gli ultimi dati sono di circa 5500 blocchi), ieri ed oggi lo sciopero degli scrutini e di tutte le attività scolastiche indetto dai COBAS ha dilagato nelle Regioni dove maggiore è il numero di docenti ed Ata come Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, Campania, Sicilia, oltre a Liguria, Valle d’Aosta, Friuli Venezia-Giulia, Abruzzo, Molise, Basilicata e la Provincia di Bolzano. Nel Lazio in serata si arriverà intorno ai 2500 scrutini bloccati (solo a Roma la quota di 1500 è oramai a portata di mano), mentre in Sicilia ci si attende una cifra finale di 2200-2300; il Piemonte raggiungerà molto probabilmente quota 1300, con Torino in primo piano con almeno 800 blocchi; in Campania, Toscana e Lombardia si va da 1200 a 1500 a regione; oltre 800 scrutini fermati in Liguria e quasi 600 in Abruzzo; e circa 3000 mila blocchi sono previsti nelle altre cinque Regioni o province. Tenendo conto che mancano ancora i dati di varie piccole realtà, il traguardo dei 25 mila blocchi è davvero ad un passo.
“Hic sunt leones…hic sunt COBAS”. Ed oggi i COBAS hanno portato la protesta nel luogo-simbolo di Roma ma anche nel monumento forse più famoso al mondo, il Colosseo, per raccontare appunto “urbi et orbi”, come viene devastata ed immiserita la scuola pubblica italiana. Un gruppo di docenti COBAS e del movimento dei precari ha calato dalle balconate del Colosseo uno striscione di 15 metri con la scritta “Giù le zampe dalla scuola”, segnalando la estrema rozzezza e brutalità “animalesca” della distruzione della scuola pubblica, a cui un altro striscione contrapponeva un NO gigante. I comizi e gli slogan, che hanno spiegato alle migliaia di turisti che affluivano cosa sta succedendo alla scuola italiana, e l’esposizione degli striscioni sono durati un’ora e mezzo in un’atmosfera di interesse e solidarietà soprattutto da parte dei tanti gruppi di studenti e giovani in visita al Colosseo.
Nel resto d’Italia va segnalata l’occupazione per alcune ore dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Salerno, nonché le numerose manifestazioni tenutesi davanti agli USP e USR nelle principali città.
Ricordiamo infine gli obiettivi della lotta. I COBAS chiedono che si cancellino i 41 mila tagli e la Finanziaria-massacro, il blocco degli scatti “di anzianità” e dei contratti, il furto delle liquidazioni e l’allungamento dell’età pensionabile, in particolare a 65 anni per le donne; e reclamano l’assunzione a tempo indeterminato dei precari/e, massicci investimenti nella scuola pubblica per il funzionamento degli istituti, l’annullamento della “riforma” delle superiori, la restituzione a tutti/e del diritto di assemblea.
lunedì 24 maggio 2010
I precari della scuola si organizzano-Cattedre cancellate, sarà sciopero degli scrutini
da:Il Mattino di Salerno
La notizia arriva dai Comitati di Base della Scuola e dal Comitato docenti precari salernitani. E lascia più che soddisfatti gli stessi attivisti dei gruppi. Sono almeno 15 le scuole superiori e medie salernitane dove lo sciopero degli scrutini troverà proseliti in termini di adesioni di docenti. Quindici istituti dove nutriti gruppi di docenti, precari e di ruolo, hanno deciso già di svelare i loro piani e propositi di agitazione contro quei tagli di posti che stanno preoccupando un po’ tutti. L’allarme della cancellazione di 800 cattedre tra scuola primaria e superiore, passando per la media, solo a Salerno e provincia, ha contribuito a far lievitare il malcontento dei prof. A meno di un mese dall’avvio dello sciopero proclamato dai Cobas Scuola anche nella nostra provincia, si respira aria di accesissima mobilitazione tra le fila dei docenti. «Stiamo ricevendo pressioni e minacce da molti dirigenti, decisi a farci ritornare sui nostri passi affinché lo sciopero non passi, questo è ingiusto e inopportuno, noi siamo nel giusto e lo sciopero degli scrutini non è illegale», così Alessandro D’Auria, rappresentante dei Cobas Scuola Salerno, rivolgendosi alla platea dei docenti precari riunitisi ieri pomeriggio in un’assemblea provinciale molto accesa nei locali di Spazio Donna a piazza Ferrovia. Scatta oramai il countdown alla iniziativa di protesta dello sciopero degli scrutini che prederà il via i prossimi 14-15 giugno, quando i prof ribelli scenderanno in campo per prolungare la coda di fine anno astenendosi dalle operazioni di scrutinio. Loro, i docenti senza posto, la definiscono l’unica “arma” per la difesa della scuola pubblica salernitana dalla “scure” dei tagli governativi che si sta abbattendo sul comparto formativo salernitano. “Abbiamo diffidato i presidi di quasi centinaia istituti salernitani – esordisce Teresa Vicidomini, segretario regionale, Cobas Scuola – a non anticipare gli scrutini che devono essere sostenuti tra il 14 e il 15 giugno, c’è molta disinformazione diffusa artatamente per scoraggiare la protesta che va portata avanti per la difesa della nostra scuola e per non ridurci a scendere in piazza solo alla metà di agosto, quando ormai sarà troppo tardi e i posti saranno cancellati con il licenziamento di centinaia di precari”. Secondo prime stime ufficiali dell’Ufficio Scolastico Regionale, già riportate dal nostro giornale, la cancellazione delle supplenze di Salerno e provincia si aggirerà intorno alle 800-900 unità. Un dato “allarmante” a detta dei prof senza cattedra. E in vista della clamorosa alzata di scudi di fine anno, i membri del Comitato insegnanti precari e attivisti dei Comitati di Base della Scuola si stanno mettendo all’opera cercando di sensibilizzare quanti più docenti è possibile per la riuscita della iniziativa. Pronta per decollare anche una “cassa della solidarietà” per risarcire quei docenti precari che aderiranno allo sciopero degli scrutini, perdendo quindi giorni lavorativi. “Faremo una colletta per appoggiare tutti i docenti che faranno lotta con noi – chiude D’Auria – ci basta un docente per consiglio di classe che aderisca allo sciopero per creare disagio”. gia sol. © RIPRODUZIONE RISERVATA
lunedì 19 aprile 2010
Questionario del ministro Gelmini per dare la «caccia» agli immigrati
E’ una valutazione ambigua ma, il questionario distribuito dal ministero alle scuole e finito nel diario dei bambini per essere compilato dai genitori, nasconde una convinzione: gli insegnanti sono una truppa. Parola antica, che serve ad indicare quei militari che devono solo obbedire agli ordini.
Scuola e prova Invalsi, rilevazione degli apprendimenti per l’anno scolastico in corso. L’Istituto è sotto stretto controllo dall’Istruzione della Gelmini e serve ad accertare le conoscenze degli studenti italiani.
Due prove scritte obbligatorie da svolgersi nel mese di maggio di Italiano e matematica per gli studenti della seconda e quinta elementare e anche per i più grandicelli della prima media, tutti seduti rigorosamente uno per banco per evitare suggerimenti. I bambini frequentanti la seconda elementare verranno anche sottoposti ad una prova di lettura, non davanti alle proprie maestre ma ad osservatori esterni, esponendoli così ad un possibile insuccesso.
Ma non è tutto. Proprio in questi giorni e con largo anticipo rispetto alle prove Invalsi, le scuole su “ordine” del ministero stanno consegnando un questionario da compilare a cura dei genitori le cui domande non hanno nulla a che vedere con la didattica né con la valutazione delle conoscenze e dei saperi. La scheda in realtà serve per individuare la provenienza “socio-economico-culturale” dei singoli studenti. Indagine statistica che spetterebbe all’Istat e non all’Ivalsi. Pertanto, è una schedatura delle famiglie e, ancora più inquietante, si insiste con la “persecuzione” dello studente immigrato. Di lui si vuole conoscere tutto: se è nato in Italia e l’arrivo in Italia; se ha frequentato l’asilo nido e la materna. Ma l’obiettivo finale di tutto questo è anche un altro: attraverso il solo risultato degli alunni, il ministero intende valutare in modo indiretto ogni singola scuola pubblica e i loro docenti.
Il questionario e la protesta. Le domande sugli studenti sono per lo più dirette a raccogliere informazioni sugli stranieri. Per quanto riguarda i genitori italiani e non, si “spulcia” indirettamente sul reddito di mamme e papà. Con strafalcioni sui titoli di studio e “dimenticanze” clamorose nell’elenco delle professioni. Il ministero accorpa arbitrariamente categorie di lavoratori secondo un’idea piramidale della società ancora ferma all’era Gentile. La classifica si apre con il “disoccupato” ma non c’è traccia del precario o dell’informatico e co.co.pro. L’insegnante è equiparato alla truppa. Il docente universitario all’ufficiale militare. E così via. Fino alla “chicca” sui titoli di studio superiore al diploma: si cita l’Isef, che non esiste più. La nuova terminologia è superata in Scienze motorie.
Le “ira” dei genitori si scaricano sui presidi. Le prove Invalsi a tutela della privacy sono rigorosamente anonime, sui singoli fascicoli compare solo un codice numerico identificativo del plesso, del livello di classe frequentata e della sezione dello studente. Ma in un circolo didattico di Roma, il dirigente ha consegnato alle famiglie la scheda con lo spazio per il nome e il cognome dell’alunno, oltre la classe e la sezione. Da qui la protesta delle famiglie: “Consegneremo la scheda in bianco o incompleta”.
«Mio figlio Matteo all’uscita di scuola mi ha detto: 'Guarda mamma la scuola vuole sapere se il papà di Gerry è italiano. Che gli importa?'», racconta Paola Angelucci consigliera del municipio XI. E le proteste si annunciano anche altrove. La battagliera Simonetta Salacone, dirigente della scuola Iqbal Mashid e capofila nella protesta anti-Gelmini, fa sapere: “Pretendo la garanzia dell’anonimato sulle prove Invalsi e sulla scheda studenti-famiglie. Ho già attivato i sindacati”.
fonte: Unita.it
domenica 7 febbraio 2010
COMUNICATO STAMPA Cobas Salerno
NON CI TOGLIERANNO ANCHE IL DIRITTO DI MANIFESTARE
Nonostante la correttezza e la trasparenza che hanno da sempre contraddistinto le lotte del Comitato insegnanti e Ata precari della Scuola, la questura di Salerno ci comunica che contro tre docenti precari e un sindacalista della Confederazione Cobas è stata inoltrata una denuncia e avviata un’indagine per aver manifestato in maniera “scorretta e disdicevole” e “disturbato” qualche carnevalata governativa, nello specifico la nostra contestazione ad un convegno che si è svolto al Teatro Verdi e che vedeva la partecipazione di Tremonti e della Marcegaglia.
A rigor di logica, senza voler scomodare la democrazia che dorme, le manifestazioni di protesta servono proprio per richiamare i responsabili dei danni ai loro doveri e per denunciare le loro malefatte.
PER LA QUESTURA PRECARI E DISOCCUPATI SU MARTE?
Se la Questura di Salerno ritiene che bisogna manifestare su di un altro pianeta e con il silenziatore sta sognando di manifestazioni virtuali e ignorando la drammatica situazione in cui sono precipitati i docenti e gli Ata precari e disoccupati della nostra Provincia, sfruttati per anni e adesso cacciati da una Scuola che senza di loro sta affondando.
Precari e disoccupati che si aggiungono alla marea di precari e disoccupati degli altri settori lavorativi ai quali viene scippato il diritto all’esistenza e al futuro , mentre alla società tutta sta per essere scippata la Scuola pubblica e con essa la civiltà educativa del nostro sventrato Paese.
NON CI FAREMO INTIMIDIRE E RILANCEREMO DA SUBITO LA MOBILITAZIONE NELLA PROVINCIA DI SALERNO, CON LA LOTTA QUOTIDIANA SUL TERRITORIO E NELLE SCUOLE.
COSTRUIREMO LO SCIOPERO GENERALE DELLA SCUOLA DEL 12 MARZO E LA GRANDE MANIFESTAZIONE NAZIONALE CHE LO STESSO GIORNO ATTRAVERSERA' LA CITTA' DI ROMA E CHE AVRA' COME PROTAGONISTI I PRECARI DELLA SCUOLA E COME OBIETTIVO L'ASSEDIO AL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE.
COMITATO INSEGNANTI E ATA PRECARI SALERNO
COBAS SCUOLA SALERNO
CONFEDERAZIONE COBAS SALERNO
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sabato 9 gennaio 2010
Educazione al razzismo a cura di MariaStella Gelmini
Gelmini: 'Tetto del 30% per gli stranieri'
Un modo per evitare le "classi ghetto"
Un tetto massimo di presenze per gli alunni stranieri del 30%. Questo prevede una nota emessa dal ministero dell'Istruzione Università e Ricerca a tutte le scuole. Questo limite dovrebbe entrare in vigore dall'anno scolastico 2010- 2011 in modo graduale sia nelle suole primarie che in quelle secondarie.
Secondo Mariastella Gelmini questo limite ha come scopo "evitare le classi ghetto con soli alunni stranieri". La nota del ministero, "Indicazioni e raccomandazioni per l'integrazione di alunni con cittadinanza non italiana" prevede anche l'assegnazione di fondi appositi per aiutare le scuole a garantire l'inserimento dei bambini stranieri nelle classi. Per evitare la concentrazione di stranieri nelle classi, verranno realizzati accordi tra le scuole, gli uffici scolastici regionali e gli enti territoriali. Il tetto del 30% otrà essere alzato in casi specifici, ossia dove gli alunni stranieri presenti sano già ampiamente integrati.
Anche il potenziamento della lingua italiana sarà uno degli strumenti che verranno adottati per il progetto d'integrazione. Per esempio l'inserimento degli alunni stranieri potrebbe essere preceduto o accompagnato da una fase precendente per imparare la nostra lingua, corsi di potenziamento anche all'interno della scuola stessa.
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