venerdì 19 febbraio 2010

[VAL DI SUSA] BOTTE E CALUNNIE AI NO-TAV

Dopo cinque anni di proteste sale all'improvviso la temperatura in Val di Susa. A sentire i rappresentanti istituzionali sembrerebbe che nella valle sia arrivato un sacco di loschi personaggi da fuori e che la protesta non abbia più il sostegno locale. A sentire i resoconti di queste fonti i manifestanti sarebbero teppisti "dei centri sociali" e, alcuni concedono, qualche sindaco. Il PD si è preoccupato di segnalare la presenza di un "ex di Prima Linea" alle manifestazioni e si batte molto sul fatto che lo scemare della protesta avrebbe lasciato il campo a elementi più o meno criminali giunti da fuori. Anche la Lega che era contraria ai lavori ha colto l'occasione per chiedere la mano dura contro i valligiani, è tempo di elezioni regionali e si rischia pure che la triste Bresso sia sostituita dal delirante leghista Cota, avevano ragione i valsusini a dire fin da subito che sarebbe stata dura.
Baggianate che non si ascoltano e non solo perché l'ex di Prima Linea avrà ormai una certa età ed è conosciutissimo della forze dell'ordine, due circostanze che depongono a favore di una sua condotta più che in linea con la legge, essendo ben poco pericoloso chi si espone pubblicamente a viso aperto.

Baggianate anche quelle che descrivono un cambiamento d'opinione dei valligiani, non si vede altrimenti che bisogno avrebbe avuto la governatrice Bresso d'organizzare una fallimentare manifestazione Si-Tav, andata semideserta nonostante Bresso continui a martellare dicendo che per l'opera adesso c'è consenso.
Difficile anche immaginare come quelli "dei centri sociali", che non risiedono certo in Val di Susa, possano accorrere con un preavviso di mezz'ora a presidiare una strada o a protestare davanti a una trivella nel cuore della notte e dei boschi. Ci sono poi altre circostanze che non vengono approfondite da parte istituzionale, come i recenti incendi di baracche e strutture usate dai valligiani "a presidio" di zone sensibili. Reati commessi di notte, che non hanno attirato l'attenzione o la condanna della politica. Certi reati sembrano meno reati di altri.
Di notte succede di tutto in Val di Susa, dove la protesta è così sgonfia che trivellano di notte e ancora non hanno deciso un piffero, sono ancora ai sondaggi che intanto l'Italia spaccia per lavori all'Unione Europea, che a lavori interrotti interromperebbe anche i finanziamenti.

Così si è arrivati al pestaggio dei manifestanti, rei di aver lanciato palle di neve contro un cordone di poliziotti in assetto anti-sommossa. Sul posto c'era, guarda caso, il famigerato Spartaco Mortola, che a Genova si aggirava davanti alla scuola Diaz mentre i suoi colleghi procedevano con la "macelleria messicana" all'interno. Mortola teneva in un sacchetto le altrettanto famigerate molotov che secondo la polizia provavano la pericolosità degli addormentati nella scuola e la necessità d'agire d'urgenza, invadendo l'edificio.
Peccato che fosse una montatura e che l'operazione si sia risolta nel pestaggio di decine di persone che stavano seplicemente dormendo. L'assoluzione di Mortola non ne riduce minimamente le responsabilità morali, che in un paese appena più serio ne avrebbero consigliato l'allontanamento dalle strade, in Italia invece uno con i suoi precedenti lo mandano a contatto con le situazioni più sensibili, quelle che ha già ampiamente dimostrato di non essere in grado di gestire. Perché se a Genova non ha commesso reati, ha sicuramente offerto una prestazione fallimentare e comportamenti più che discutibili, che molti hanno giudicato indegni.

Una montatura come quelle narrazioni abbastanza ridicole e inventate di sana pianta, che prima del G8 annunciavano attacchi dei bruti "dei centri sociali" con siringhe e sacche di sangue infetto dall'HIV, giuro. Non si sa se i cittadini di Genova o gli italiani si impressionarono di fronte alla minaccia, ma la stranezza fu che molti media ripresero la bufala con grande sprezzo del ridicolo, quasi che fosse plausibile che nei "centri sociali" si stoccassero sacche di sangue o che da qualche parte nel mondo esistesse un deposito di sangue infetto da depredare per farne un'arma batteriologica contro i cordoni antisommossa. Un delirio privo di capo e coda, ma un delirio che pubblicarono in parecchi.
Una sensazione simile, in minus, me l'ha procurata oggi la lettura di un articolo di Repubblica di oggi nel quale Paolo Griseri riporta questo virgolettato di "uno degli operai addetti alla trivella", senza il minimo sindacato critico: ".. prima hanno cominciato a tirarci palle di ghiaccio, poi hanno aggiunto i chiodi. A un certo punto il gioco è diventato quello di urinare dentro i palloncini gonfiabili e lanciarceli addosso in segno di estremo disprezzo".

Che cattivoni.

L'eloquio forbito del presunto operaio si infrange però contro la logica, non solo perché i No-Tav non sono mai ricorsi a pratiche simili. Non è solo l'idea poco plausibile che i manifestanti allertati nella notte si portino i chiodi da casa pensando di mescolarli alla neve, ma avete mai provato a "urinare dentro i palloncini gonfiabili e lanciar(ce)li"?
Io non ci ho mai provato, ma ho abbastanza chiaro che non potrei mai gonfiare un palloncino urinando, e credo che nessun uomo, nemmeno all'apice di un delirio allo stesso tempo priapico ed etilico, abbia mai ipotizzato di farcela. E occorre proprio gonfiarli, perché se non li gonfi non scoppiano nemmeno se li lanci, e non li puoi gonfiare in parte con l'aria (dopo averci urinato...) perché altrimenti non si possono lanciare.

A meno che tra i valligiani ci sia una variante genetica che li provvede di vesciche di ghisa, è quindi abbastanza chiaro che articoli come quello di Griseri siano fuffa tendenziosa e che ad armare le cariche siano state scelte precise e non i gavettoni con la piscia. Ma questa è Repubblica, spostandosi su quotidiani meno progressisti è un sabba di sciocchezze che culmina, come al solito, nell'orgia violenta organizzata nei commenti (pre-moderati) de il Giornale.
La solita giostra di gente che ama i metodi spicci e incita a fare polpette dei criminali che ostacolano il progresso, garantisti a corrente alternata che quando vedono rosso estraggono immediatamente il cappio, la frusta e chiedono l'ergastolo, possibilente condito punizioni corporali, ché i cattivi non pensino di "farsi mantenere" in carcere dagli onesti commentatori del fogliazzo berlusconiano.
Un pessimo clima, con il PD che solidarizza con la polizia e non spende una riga per la signora con la testa rotta dai manganelli o per altri finiti all'ospedale, la classica singolare distonia che ci offre gli "aggressori" malmenati e gli "aggrediti" incolumi, nemmeno uno scontrino della lavanderia per lavare l'urina o della sarta per rattoppare i buchi procurati dai chiodi, la solita fortunaccia degli agenti diretti da Mortola.

Il solito triste spettacolo offerto dal potere in questo paese.



fonte http://mazzetta.splinder.com/post/22273061

Nessun commento:

Posta un commento

yh

yh