sabato 10 luglio 2010

Lettera dei genitori di Federico...

Caro Federico, è passato un anno dalla condanna inflitta da un Giudice ai quattro individui che ti hanno cagionato la morte senza alcuna ragione, procurandoti 54 lesioni con la distruzione dello scroto e il soffocamento con il peso di persone addosso con il cuore compresso (cap. 4 pag. 200), quella maledetta, vigliacca, infame e bastarda domenica mattina, di quell’assurdo 25 settembre 2005

54 lesioni che avrebbero preteso per ognuna un processo, così scriverà il Giudice.
Quegli individui sono ancora in libertà Federico, armati e ancora da me pagati,  nonostante il lavoro delicato che svolgono e nonostante una condanna che non può che inquietare anche il più forte ed equilibrato degli esseri viventi.
Sai Federico, questi signori querelano addirittura la mamma e non solo loro adesso, ma forse costoro, dipendenti dello Stato, dimenticano che esiste una sentenza emessa dallo Stato Italiano, proprio un anno fa, attraverso un suo organo, un Giudice al di sopra di ogni parte, che così statuisce:
In nome del Popolo Italiano il Tribunale di Ferrara in composizione monocratica, alla pubblica udienza del 6.7.2009 ha pronunciato la SENTENZA nel procedimento penale a carico di Forlani Paolo, Segatto Monica, Pontani Enzo, Pollastri Luca, imputati come in atti, DICHIARA Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani, Luca Pollastri responsabili del delitto ascritto,

Condanna


Alla pena di anni tre e mesi sei di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali
Qui le motivazioni della sentenza



Motivazioni chiare, precise ed inequivocabili

qui il link delle motivazioni della sentenza alla Polizia di indagine di quella mattina che ha visto la condanna di altri 3 poliziotti facendo affermare dal Giudice che a causa di questo ci è stato arrecato patimento e sofferenza perchè organi dello Stato hanno intralciato le indagini sulla morte di Federico…
(3 condannati su 4. Il 4° andrà a processo il 5 ottobre 2010)

.
PUNTO
Quello che abbiamo assistito e stiamo assistendo (querele a noi) io e la mamma è il nulla. Lo vedo come quasi un tentativo disperato di confondere le idee, quasi che fossero studiate a tavolino, come quando il processo, durato dall’ottobre del 2007 a luglio 2009, in 38 udienze sembrava fosse a carico di te Federico, la vittima e non a coloro che ti cagionarono la morte.
E’ semplice e di chiara interpretazione.
Il mio (il nostro) grossissimo dispiacere è comunque per le querele mosse nei confronti delle persone che ci sono state vicine con il cuore, senza alcun proposito delinquenziale. Si tratta infatti di pensionati, casalinghe, studenti, religiosi, persone bellissime. Figuriamoci se con propositi minacciosi. Siamo seri. In pratica, querele a persone semplici, con forti valori di rispetto per la vita  e che sono state incredibilmente querelate per aver espresso una critica decisamente legittima alla luce soprattutto delle risultanze processuali.
Non ci si può non accorgere di questo.
Qui un post che ho scritto qualche tempo fa riguardo alle indecifrabili querele:

Noi per adesso, nel rispetto delle leggi, attendiamo senza alcun problema i prossimi gradi di giudizio (quei 4 hanno fatto appello infatti – a Bologna il 17 maggio 2011).
Minacce ?
e a chi ?
Lasciamo perdere, povere vittime. Le minacce non fanno parte del mio DNA ed in quello delle persone che a noi si sono avvicinate. Sono sempre stato io il primo a cercare di buttare acqua sul fuoco e non mi stancherò mai di farlo per sete e fame di Giustizia, non per me, ma per Federico e perchè no, per la Polizia stessa (quella con la P maiuscola) perché io rispetto le Istituzioni (a cui non può andare che il nostro ringraziamento per il grado di sensibilità, attenzione e umanità dimostrate, a qualunque grado e livello), a differenza di altri, del nulla.
Ma chi sbaglia e specialmente con la vita delle persone, accertatene le responsabilità, chiunque esso sia, a tutti livelli…,  deve essere quantomeno allontanato dal lavoro istituzionale che occupa…, visto che la prospettiva del carcere sembra essere un optional al giorno d’oggi. Chi non è degno di vestire una divisa di poliziotto che nel mio immaginario ho sempre amato e rispettato fin da piccolo e che vorrei continuare a rispettare perché le responsabilità, come nel nostro orribile caso accertate, sono singole e ben individuate, deve restituirla e deve essere riconosciuto nella vita civile dalle persone. Ciò non dovrà assolutamente coinvolgere chi non c’entra nulla.
A Patrizia, come a Ilaria (sorella di Cucchi) e a tantissime altre splendide donne le stesse istituzioni dovrebbero rendere merito perché hanno trasformato il loro dolore in una risorsa pubblica sotto forma di conflitto contro un’autorità che proponeva loro verità di comodo, attraverso una lotta civile ed umana a tutela della democrazia, bene imprescindibile di ogni cittadino di questo paese e ovviamente delle stesse istituzioni.
Poi ci sono altre donne…, ma qui mi fermo obbligatoriamente.
Ammettere i propri orrori ed errori è democrazia e ciò, se riconosciuto in tutti i casi in cui si sono verificati, e sono tanti purtroppo, non potrà fare altro che avvicinare il cittadino allo Stato facendo crescere in lui la fiducia di essere (diciamo così) quasi sicuro di Vivere e non di morire.
Chissà.
Federico se non avesse incontrato quei 4 ….. sarebbe tranquillamente ancora vivo,  e avrebbe un futuro davanti.
Purtroppo non sarà mai così.

Quel futuro che in questa foto ci appariva radioso e fantastico è stato ucciso senza alcuna pietà quel 25 settembre 2005 e non lo dico io che sono il padre.
Caro Federico, anche se in una foto, io e la mamma ti teniamo vicino a noi, con Patrizia che ti tiene la mano ed io con la mia che l’appoggio al tuo cuore per farti sentire, nel nostro piccolo, la Vita.
Ti giunga un bacio in quella parte di cielo dove tu ti trovi maledettamente, nella speranza che tutte le persone oneste e con un’anima (con divisa o senza divisa)  ritrovino quanto prima un poco di pace e serenità.
Ne abbiamo tanto bisogno.
Fino in fondo e oltre.
Lino

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