lunedì 19 luglio 2010

L'implosione delle carceri: fatiscenza e sovraffollamento

"Il carcere è fuorilegge" è questa la constatazione fatta propria dalle associazioni "A buon diritto" e "Antigone" supportate dalla rivista "Carta" che hanno lanciato nei mesi scorsi una campagna di inchiesta sullo stato del sistema penitenziario italiano. Dal 21 giugno al 2 luglio, esponenti delle associazioni, parlamentari, consiglieri regionali, attivisti impegnati nel settore, hanno visitato 15 istituti penitenziari riempiendo una semplice griglia utile ad evidenziare gli aspetti critici di ogni singola struttura. I risultati di queste visite sono stati presentati ieri in conferenza stampa presso la Camera dei deputati. Presenti Luigi Manconi e Patrizio Gonnella in rappresentanza delle due associazioni promotrici, alcuni parlamentari e consiglieri regionali che avevano partecipato alle visite. Il quadro che ne è emerso è a dir poco desolante e ha ragione Luigi Manconi a dire che le carceri non stanno esplodendo ma implodendo, come testimonia l' aumento dei suicidi, - gli ultimi due sventati ieri a Frosinone - degli atti di autolesionismo. Sovraffollamento e carenze strutturali si sommano in un cocktail micidiale, hanno constatato dati alla mano gli intervenuti: a Pistoia ogni detenuto ha a disposizione due metri quadrati, e lo stesso accade nel carcere milanese di S.Vittore. A Bologna la struttura potrebbe contenere 450 persone, al momento della ispezione i detenuti erano 1150, a volte causa anche la carenza di personale penitenziario, si riducono a 2 le ore d'aria giornaliere e si è nell'impossibilità di svolgere attività formative o scolastiche. È violato l'articolo 3 della Convenzione europea. Quanto avviene, spesso indipendentemente anche da chi ci opera, è da considerarsi come trattamento disumano e degradante e annienta l'idea stessa di pena come percorso di rieducazione. Ad impressionare è la costante disparità del rapporto fra capienza e presenze: Padova, 98 posti disponibili 250 detenuti, Roma Rebibbia (femminile) 281 posti, 390 persone, a Sulmona, ormai ribattezzato come il carcere dei suicidi sono in 444 dove potrebbero starne in 270, sempre nella capitale a Regina Coeli, con un reparto chiuso, 1073 presenze per meno di 650 posti disponibili, a Fermo, 80 per 45 posti, a Firenze Sollicciano 989 presenze per 521 unità, e così via. E poi strutture in cui è cronica la carenza idrica, tanto da rendere difficile farsi la doccia periodicamente, muffa e muschio sulle mura, cavi elettrici scoperti e cucine insufficienti, il lavoro esterno o interno privilegio di pochi, le porte blindate che vengono chiuse di solito dopo la mezzanotte perché non c'è personale sufficiente a garantire la custodia. Nel corso della conferenza sono state emerse iniziative: tra i parlamentari, Guido Melis ha proposto la realizzazione di una commissione parlamentare di inchiesta, Rita Bernardini ha lanciato l'idea di tornare nelle carceri il giorno di ferragosto, Ignazio Marino ha confermato la modifica del regolamento dell'amministrazione penitenziaria, che permetterà ai parenti di detenuti ospedalizzati, di conferire quotidianamente con i medici. Una decisione presa dopo la orrenda vicenda di Stefano Cucchi. È Stata mostrata copia degli esposti che Antigone e A Buon Diritto presenteranno, ai sindaci, agli assessori regionali alla Salute, ai Dirigenti delle Asl, alle direzioni delle Case circondariali competenti per i 15 istituti visitati. Nell'esposto si intima, ai termini di legge, di ripristinare condizioni sanitarie conformi al dettato normativo. Il consigliere regionale in Abruzzo della Federazione della Sinistra, Maurizio Acerbo, è intervenuto proponendo che vengano visitate anche le strutture in cui le condizioni di vita sono ancora peggiori e facendo appello ai consiglieri regionali soprattutto della FdS affinché facciano propria questa esigenza. In Abruzzo, su proposta di Acerbo si sta provvedendo ad istituire la figura del garante dei detenuti ancora assente nella legislazione regionale.

Stefano Galieni

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