mercoledì 14 luglio 2010

Scontri a Roma, due denunce della Digos

L'AQUILA. Solo due giorni fa i promotori della protesta a Roma avevano chiesto a Maroni indagini rapide: ieri, in effetti, sono state denunciate due persone ma la direzione di questa pur tempestiva svolta non ha soddisfatto comitati e organizzatori oggi più che mai furiosi.

DUE DENUNCE. Iniziamo con le denunce. La Digos di Roma, in una prima informativa alla procura della Capitale, ha segnalato il promotore della manifestazione, M.E., 39 anni, marchigiano. A suo carico la inosservanza dei provvedimenti di pubblica sicurezza «in quanto l'iniziativa si è svolta senza tenere conto delle modalità concordate». L'altra denuncia è scattata per i reati di violenza e resistenza a pubblico ufficiale a carico di un 26enne di Roma, C.G., appartenente al Centro sociale autogestito «La strada». Si tratta di una persona nota in questura in quanto più volte denunciato in occasione di manifestazioni non autorizzate e da ultimo, nello scorso ottobre, è stato segnalato in occasione di tafferugli con le forze dell'ordine. Il giovane, sempre secondo la nota della questura, è stato riconosciuto all'inizio della manifestazione nel corso di un tentativo di sfondare il cordone delle forze dell'ordine che si trovava in via del Corso all'altezza di piazza Venezia mentre spingeva i militari. In questa fase sono stati notati altri cinque noti esponenti «delle realtà antagoniste romane».

CENTRI SOCIALI. Durante la manifestazione (foto), in particolare nei pressi di via del Plebiscito sono stati riconosciuti nel corso del fronteggiamento con le forze dell'ordine 22 appartenenti ai centri sociali e ad altre realtà contigue romane, tutti identificati. Le indagini, ovviamente, proseguono con la visione di filmati e fotografie, per scovare altri facinorosi. Insomma nel comunicato sui fatti del 7 luglio non si parla di infiltrati ma lo si desume dal contenuto.

COMITATO 3.32 «Il fatto che non ci fossero solo aquilani», si legge in una nota del Comitato 3.32, «significa solo che in tanti hanno aderito ai nostri appelli e alla nostra richiesta di solidarietà, hanno compreso e condiviso i nostri problemi e le nostre richieste: si tratta di molte istituzioni non solo aquilane, movimenti collettivi, associazioni di varie città. Questo perchè la questione aquilana non può essere considerata solo una questione locale». «Denunciamo inoltre», prosegue la nota, «il tentativo di spostare l'attenzione dai reali problemi del cratere. Le uniche risposte avute sono state manganellate, gli scudi levati dalle forze dell'ordine, i feriti e ora le denunce. E allora denunciateci tutti. Di quanto accaduto noi promotori ci assumiamo ogni responsabilità».

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