venerdì 16 luglio 2010

A Salerno le lotte dei docenti precari, dei ricercatori universitari, degli studenti e disoccupati si uniscono!

Scoppia la rabbia dei disoccupati e corsisti salernitani. Ieri trenta manifestanti hanno presidiato il palazzo della Provincia. Ad innescare la mobilitazione, il mancato sblocco di 2 milioni e 500 mila euro da parte della Regione per il completamento del progetto «Conoscenza e Lavoro» che interessa ad oggi 375 corsisti di Salerno e provincia.

«Vogliamo chiarezza, questi soldi, ammesso che ci siano, devono essere sbloccati, il paradosso è che sono stati stanziati ma mancano le firme necessarie per l’erogazione», la denuncia di Franz Cittadino, del movimento dei Corsisti salernitani. «Chiediamo alla Provincia e all’assessore provinciale al Lavoro, Anna Ferrazzano, di andare al più presto a Napoli per firmare con la Regione la convenzione utile per lo sblocco dei fondi – continua Cittadino – c’è una corsa contro il tempo perché il 31 dicembre scade il termine per la consegna delle relazioni per la continuità del progetto che prevede esperienze lavorative part time presso aziende, dopo una fase di formazione con corsi di 400 ore».


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Una fiumana di slogan e cori che ha mandato in tilt mezza città. Un unico movimento, compatto, che ha gridato forte e chiaro il proprio dissenso contro le manovre del Governo, la riforma della scuola e il disegno di legge Gelmini sull’Università.


Mondo accademico e dell’istruzione salernitana formano un fronte comune di protesta, riversando in piazza rabbia, colori, folklore. Erano poco più di 400 i manifestanti che ieri mattina si sono dati appuntamento in piazza Portanova per dire «no» alla riforma della scuola e della ricerca.

C’erano studenti, ricercatori. C’era il movimento dei Cobas Scuola, dei docenti precari in lotta contro i tagli e la riduzione delle cattedre. Dall’anno prossimo più di 1200 docenti e impiegati Ata precari non lavoreranno nella scuola salernitana. «Un disastro, uniamoci o sarà la fine, basta con le lotte individuali, studenti, docenti, ricercatori, stringiamoci», urla Alessandro D’Auria, vox populi dei prof precari salernitani. Ad applaudirlo un’intera categoria in agitazione, quella dei ricercatori del Campus di Fisciano, sul piede di guerra da fine giugno contro il disegno di legge Gelmini che a loro dire «segnerà la fine della ricerca pubblica». «Non si va avanti, i più giovani di noi possono scordarsi un percorso di ricerca universitaria», sostiene il ricercatore Massimo Blasone. Serpeggia delusione, preoccupazione. «Che futuro c’è per noi?», l’interrogativo di due studenti, Mario Capasso e Rosario Antonini. Prof, studenti, docenti, l’unione c’è. «Siamo tutti uniti, basta con i tagli indiscriminati, salviamo la risorsa scuola», predica il segretario provinciale della Flc Cgil. E allora si studiano le strategie di mobilitazione.

Già stamane, aula delle lauree di Ingegneria, ore 10.30, ricercatori e prof dell’Ateneo di Fisciano si riuniranno in assemblea per decidere iniziative di protesta «inaspettate e di grande impatto per l’opinione pubblica», rivela sotto un caldo torrido, Jonathan Pratschke, ricercatore di Sociologia. Le bocche, per ora restano cucite, ma già ieri serpeggiavano clamorose prese di posizione. Una potrebbe essere la decisione di scendere in piazza e spostare le sedute d’esame in pubblico. L’altra sarebbe quella di tenere gli esami all’Università ma nelle ore notturne. E così, dopo il blocco degli esami nelle scorse settimane ad inizio luglio, il mondo dell’università sceglie di non fermarsi. «Per settembre si annuncia un collasso dell’Università con il 60 per cento dei 450 ricercatori di Fisciano che si sono rifiutati di dare la loro disponibilità a svolgere le attività didattiche», dichiara Pratschke. «Siamo di fronte al rischio di una privatizzazione dell’università sempre meno pubblica e di massa», denuncia il rappresentante della Cgil Università, Michele Pirone. Poco dopo mezzogiorno, l’orda dei manifestanti con tanto di t-shirt «Unisa in lotta» si sposta sul Lungomare fino ad arrivare in Prefettura dove una delegazione di manifestanti viene ricevuta dal prefetto, Sabatino Marchione, al quale vengono illustrate le ragioni della protesta.

fonte Il Mattino di Salerno

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