lunedì 23 novembre 2009

Battipaglia. Proteste all'ALcatelLucent


Protesta di alcuni lavoratori della AlcatelLucent di Battipaglia che minacciano di darsi fuoco se la multinazionale francoamericana non modificherà i suoi piani.
Alcatel-Lucent ha deciso di vendere le attività manifatturiere mantenendo solo la ricerca dello stabilimento di Battipaglia.
In totale rischiano il posto 225 lavoratori su 2.300 dipendenti sparsi in varie sedi del nostro paese.
fonte: Giornalino dei Call center e TLC cubtlc@libero.it

domenica 22 novembre 2009

Toscana: Le intimidazioni e le minacce non fermano la mobilitazione antifascista

(22 novembre 2009)

Ancora una volta la compagna Katiuscia e il Comitato familiari e amici di Alessandro Della Malva, membro del Partito dei CARC e detenuto a Pistoia perché antifascista e comunista, sono stati oggetto di un tentativo di minaccia.

Il giorno seguente l’affollatissima assemblea che il Comitato ha organizzato e tenuto a Colle Val d’Elsa, la compagna Katiuscia è stata fermata in strada, dopo che avevano affisso i manifesti con regolare autorizzazione comunale, da poliziotti in borghese che le hanno chiesto i documenti e identificata. Al suo rientro a casa ha trovato la serratura della porta manomessa.

L’assemblea antifascista riunitasi il giorno 19 a Massa denuncia tutto questo e afferma che ancora una volta l’obiettivo che la repressione aveva nei confronti di Katiuscia e di tutti i giovani antifascisti che si stanno mobilitando per ricacciare indietro i fascisti nel nostro paese è miseramente fallito. E’ fallito a Pistoia dove i compagni antifascisti sono stati minacciati con scritte murali. E’ fallito a Prato dove un giovane compagno è stato minacciato dalla polizia: il fronte antifascista si rafforza, le mobilitazioni si moltiplicano e la bandiera dell’antifascismo sventola sempre più alta!

L’assemblea esprime la massima solidarietà alla compagna Katiuscia e al Comitato di Colle Val D’Elsa e si impegna a denunciare l’accaduto nei luoghi di lavoro, nelle strade e a tenere alta la mobilitazione per la liberazione dei compagni arrestati e agli arresti domiciliari.

Chiede alle forze politiche e istituzionali che hanno espresso la loro disponibilità a intervenire in merito agli arresti, di prendere ufficialmente posizione e condannare questi tentativi di intimidazione verso gli antifascisti. Esprime la più ampia solidarietà ad Alessandro della Malva, a Yuri, Mannu e a tutti gli altri antifascisti detenuti agli arresti domiciliari a Livorno e lancia forte l’appello alla mobilitazione per il giorno 27 novembre alle ore 9 in occasione del processo al tribunale di Massa .

L’antifascismo non si processa!
Ora e sempre Resistenza!

 Fronte Studenti in Lotta Massa-Carrara

Esprimiamo la nostra massima solidarietà

sabato 21 novembre 2009

AGILE, EX EUTELIA: COME LICENZIARE 9.000 PERSONE SENZA CHE NESSUNO SE NE ACCORGA!!!!!

E’ iniziato il licenziamento dei primi 1.200 lavoratori di OLIVETTI-GETRONICS-BULL-EUTELIA-NOICOM-EDISONTEL TUTTI CONFLUITI IN: AGILE s.r.l. ora Gruppo Omega
Agile ex Eutelia è stata consegnata a professionisti del FALLIMENTO.
Agile ex Eutelia è stata svuotata di ogni bene mobile ed immobile.

Agile ex Eutelia è stata condotta con maestria alla perdita di commesse e clienti.
Il gruppo Omega continua la sua opera di killer di aziende in crisi, l’ultima è Phonemedia 6.600 dipendenti che subirà a breve la stessa sorte.
Siamo una realtà di quasi 10.000 dipendenti e considerando che ognuno di noi ha una famiglia, le persone coinvolte sono circa 40.000 eppure nessuno parla di noi.

Abbiamo bisogno di visibilità Mediatica, malgrado le nostre manifestazioni nelle maggiori città italiane (Roma – Siena_Montepaschi – Milano – Torino – Ivrea – Bari – Napoli – Arezzo) e che alcuni di noi sono saliti sui TETTI, altri si sono INCATENATI a Roma in piazza Barberini, nessun Giornale a tiratura NAZIONALE si è occupato di noi ad eccezione dei TG REGIONALI e GIORNALI LOCALI.

NON siamo mai stati nominati in nessun TELEGIORNALE NAZIONALE perché la parola d’ordine è che se non siamo visibili all’opinione pubblica il PROBLEMA NON ESISTE.

Dal 4-Novembre-2009 le nostre principali sedi sono PRESIDIATE con assemblee permanenti.

Le Lavoratrici e i Lavoratori di Agile s.r.l. – ex Eutelia



Preso a cinghiate studente della rete antagonista: «Aggressione fascista»


NAPOLI - Ennesimo episodio di violenza che testimonia la tensione in città tra studenti di opposto credo politico. Questa volta è stato uno studente della rete anti-fascista a essere diventato suo malgrado protagonista. Preso a cinghiate da quattro persone in motorino. La denuncia dell'aggressione subita dal ragazzo, uno degli occupanti dell’ex scuola Schipa di Salvator Rosa a Napoli, arriva da una nota della rete napoletana contro il neofascismo, il razzismo e il sessismo che definisce quanto accaduto «l’ennesimo episodio che vede come aggressori dei neofascisti».

L'OCCUPAZIONE - L’ex Schipa è occupata da una decina di giorni da studenti, lavoratori, disoccupati e precari per «controbattere - spiega la stessa rete - all’insediamento in un ex convento della zona da parte dei neofascisti di Casa Pound». Secondo quanto ha ricostruito la rete, «ieri (martedì, ndr) sera lo studente era solo su un motorino, aveva appena lasciato l’ex scuola, è stato riconosciuto ed è stato aggredito a cinghiate dalle quattro persone. Le urla e le parole affermate non hanno lasciato alcun dubbio sulla matrice dell’aggressione». Nelle notti scorse, segnala sempre la rete, ignoti hanno realizzato svastiche e croci celtiche sui muri del palazzo occupato. «L’aggressione di ieri sera - conclude la rete nella nota - è l’ennesimo atto di chi di giorno si nasconde e poi si sfoga, quando cala il buio, in modo vigliacco»R.W.
18 novembre

venerdì 20 novembre 2009

L'acqua è un bene comune dell'umanità

ROMA, 19 NOVEMBRE -. con il voto di fiducia alla Camera dei Deputati si è concluso l'esame del decreto 135/09 il cui Art. 15 sancisce la definitiva e totale privatizzazione dell'acqua potabile in Italia. Il provvedimento di urgenza è stato infatti approvato dall’ Aula di Montecitorio senza apportare alcuna modifica al testo licenziato dal Senato consentendone così la conversione in legge. I voti a favore sono stati 302, 263 i contrari.
Si è portato in questo modo a conclusione un iter parlamentare che dura da due anni. Infatti il governo Berlusconi, con l’articolo 23 bis della Legge 133/2008, aveva provveduto a regolamentare la gestione del servizio idrico integrato che prevedeva, in via ordinaria, il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali a imprenditori o società , mediante il rinvio a gara , entro il 31 dicembre 2010. Quella Legge è stata approvata il 6 agosto 2008, mentre l’Italia era in vacanza. Un anno dopo, precisamente il 9 settembre 2009, il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge (l’accordo Fitto- Calderoli), il cui articolo 15, modificando l’articolo 23 bis, muove passi ancora più decisivi verso la privatizzazione dei servizi idrici.
L’ormai legge Ronchi, all'articolo 15, stabilisce che entro il 31 dicembre 2011 tutte le gestioni interamente pubbliche di servizi locali cesseranno di essere tali e dovrà essere ceduta la quota del 40% del capitale di ogni azienda a società private. Il meccanismo di trasferimento della quota di capitale potrà essere quello della gara fra imprese pubbliche e private. Il decreto introduce un'ulteriore possibilità stabilendo che le società miste pubblico-privato (purché la quota privata della società sia di almeno il 40% del capitale) potranno accedere al capitale delle aziende che gestiscono i servizi pubblici locali attraverso semplici criteri di libero mercato, senza l'obbligo di ricorrere ad alcuna gara.
La liberalizzazione dell'acqua prevista nel decreto Ronchi peserà secondo le associazioni di consumatori sui cittadini con aumenti compresi tra il 30% e il 40%.
Il Governo impone per decreto che i cittadini e gli Enti Locali vengano espropriati di un diritto e di un bene comune com'è l'acqua per consegnarlo nelle mani dei privati e dei capitali finanziari. Ciò avviene sotto il falso pretesto di uniformare la gestione dei servizi pubblici locali alle richieste della Commissione Europa mentre non esiste nessun obbligo e le modifiche introdotte per sopprimere la gestione “in house” contrastano con i principi della giurisprudenza europea. Infatti l’ UE nella risoluzione Europea dell’undici marzo 2004 (paragrafo 5) afferma: “Essendo l’acqua un bene comune dell’umanità, la gestione delle risorse idriche non deve essere assoggettata alle norme del mercato interno”. Ancora la risoluzione del Parlamento europeo sul quarto Forum mondiale dell'acqua (Città del Messico, 16-22 marzo 2006) dichiara che :“l'acqua è un bene comune dell'umanità e come tale l'accesso all'acqua costituisce un diritto fondamentale della persona umana”.
Nonostante sia oramai sotto gli occhi di tutti che le gestioni del servizio idrico affidate in questi ultimi anni a soggetti privati, sperimentate in alcune Provincie Italiane o a livello europeo(infatti gli altri paesi europei che avevano già approvato la privatizzazione dell'acqua stanno tornando indietro, come sta succedendo ad esempio in Francia.)abbiano prodotto esclusivamente innalzamento delle tariffe, diminuzione degli investimenti e un aumento costante dei consumi, si continua a sostenere che mercato e privati siano sinonimi di efficienza e riduzioni dei costi.

L’ACQUA E’ UN BENE COMUNE DELL’UMANITA’ E COME TALE E’ NOSTRO DOVERE LOTTARE PER LA SUA TUTELA!!!

LOTTARE PER L’ACQUA PUBBLICA SIGNIFICA ANCHE BATTERSI PER LA DIFESA DEI BENI COMUNI E CONTRO LA LORO MERCIFICAZIONE!!!!

NON LASCIAMOCI PRIVARE DEI NOSTRI DIRITTI!!!!

Anti fascista assassinato


Mosca, 17 nov. -Adnkronos/Dpa- Un attivista anti fascista russo, Ivan Khutorskoi, e' stato ucciso con due colpi di proiettili nella nuca, nella notte, a Mosca, di fronte alla sua abitazione. La polizia sta seguendo la pista dell'assassinio politico, rende noto l'agenzia di stampa Interfax.

Le autorita' non hanno diffuso il nome della vittima, che aveva 26 anni, era noto negli ambienti anti fascisti della citta, e aveva organizzato diversi concerti punk. Nei mesi scorsi, era gia' stato assalito, con colpi di coltello allo stomaco.

Secondo dati raccolti dalle organizzazioni non governative, solo quest'anno sono stati in Russia oltre 50 gli omicidi di cui sono sospettati estremisti di destra. Ivan Khutorskoi è stato ucciso per la sua militanza antifascista; e in Russia, dopo la sua morte, cresce l’allarme per i gruppi neo fascisti e neo nazisti.

mercoledì 18 novembre 2009

Storie di ordinaria repressione: Milano 7-17 novembre

Sabato 7 novembre, al CIE di via Corelli, la situazione intollerabile suscita le proteste dei detenuti. Seguono i soliti pestaggi da parte dei guardiani. La Croce Rossa, che non vede e non sente, distribuisce sedativi. La polizia entra, prende a caso quattro ragazzi giovanissimi (da poco internati), li fa uscire camminando gattoni per umiliarli e poi li porta in Commissariato in stato di arresto.

Domenica 8, appena la notizia si diffonde, un gruppo di solidali si recano in via Corelli e inscenano una protesta. Dal Centro, i reclusi rispondono: urlano, battono sulle sbarre, tutti insieme gridano «Libertà! Libertà!».

Lunedì 9, il Tribunale di Milano conferma l’arresto dei giovani prelevati in via Corelli. Sono internati nel carcere di San Vittore con l’accusa di resistenza e lesioni.

Martedì 10, un gruppo di solidali si raduna sotto il CIE via Corelli e riprende battitura, botti e fuochi d’artificio. Da dentro, la risposta è forte come sempre. Dopo solo 15 minuti, esce la polizia in assetto antisommossa e si schiera a fianco alla jeep militare che presidia l’ingresso.

Venerdì 13, alla sei del mattino, un forte spiegamento di forze dell’ordine (circa 90 agenti tra carabinieri e polizia di Stato, guidati da Digos e nucleo informativo) circonda lo stabile di Ripa di Porta Ticinese 83. Gli agenti irrompono nell’edificio e arrestano tre giovani (altri due sono prelevati in abitazioni diverse), con l’accusa di rapina e lesioni. Sono sospettati di aver stampato senza pagare qualche centinaio di volantini presso la libreria universitaria CUSL, gestita da Comunione e Liberazione. Uno di loro viene portato a San Vittore, gli altri sono sottoposti agli arresti domiciliari. In base all’accusa, rischiano da 4 a 10 anni di galera.
La sera, un centinaio di persone si ritrova presso le case popolari occupate (e non), in cui abitavano due degli arrestati. Nasce un’assemblea a cielo aperto. Spontaneamente si forma un corteo, che si muove verso San Vittore, spigando uno striscione fresco di pittura con la scritta: «Sid, Paolino, Celo, Tia liberi subito! Sbirri infami!». Il corteo passa per porta Genova, viale Papiniano e poi raggiunge le mura del carcere. Qui scritte, slogan, saluti, botti.... I detenuti rispondono con battiture e urla di saluto. Poi il corteo prosegue: imbocca via Coni Zugna, arriva in piazza 24 Maggio, devia in corso San Gottardo. Alcuni cassonetti vengono rovesciati... Slogan contro la polizia, contro i secondini, contro i CIE e in solidarietà con tutti gli arrestati accompagnano il corteo fino alla circonvallazione di viale Liguria, per poi proseguire verso la casa occupata alla Ripa, dove si scioglie.

Sabato 14: dalle 14 il presidio sotto il carcere di San Vittore raduna circa 200 persone per manifestare solidarietà agli arrestati di via Corelli, nonché agli studenti, e in adesione alla giornata europea contro i campi di espulsione per immigrati. Musica, interventi e saluti in più lingue attraversano le mura del carcere. Il presidio invade la carreggiata e blocca il traffico. Alle 17, si forma spontaneamente un corteo, che decide il percorso di incrocio in incrocio, senza trattare con le forze di polizia presenti (in maniera massiccia ma sempre a distanza). Lungo il percorso: scritte, slogan, canti. Il raggiunge le case occupate di via Ripa Ticinese, dove si ferma per un aperitivo di autofinanziamento a favore di un gruppo di donne che si batte contro i CIE.
Più tardi, una carovana di macchine fa un giro di saluti sotto le case degli studenti agli arresti domiciliari, per poi recarsi sotto il CIE di via Corelli, dove inizia uno sciopero della fame in tutte le cinque sezioni.

Martedì 17: in occasione della giornata di mobilitazione internazionale per il diritto allo studio gli studenti milanesi danno vita ad un corteo spontaneo non autorizzzato contro la chiusura dei licei civici e lo sgombero dell'istituto "Ghandi". Si sono registrati momenti di tensione fra forze dell'ordine e studenti in centro , vicino piazza Duomo. Due studenti sono stati arrestati con l'accusa di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale; altri due (un ragazzo e una ragazza) sono stati denunciati a piede libero.Alle 15 è iniziato un presidio in piazza San Babila, da parte delle associazioni studentesche, per chiedere la liberazione dei ragazzi.

Mercoledì 18: Dalle 8 circa 300 giovani di alcune scuole superiori sono in presidio davanti il tribunale di Milano per chiedere la liberazione dei compagni arrestati. Ore 13 il giudice di Milano ha convalidato l'arresto, ma non ha disposto alcuna misura cautelare per i due studenti arrestati ieri. I due ragazzi, appena scarcerati, sono usciti dall'ingresso sul retro del tribunale e sono stati accolti da applausi, cori e fumogeni dai compagni presenti e hanno partecipato ad un corteo spontaneo che dal tribunale ha raggiunto Piazza Fontana.


SOLIDARIETA' A TUTTI I COMPAGNI OGGETTO DI REPRESSIONE!!!!!
ORA E SEMPRE RESISTENZA!!!!!
17 Novembre Giornata Mondiale Dello Studente

Ieri mattina, in occasione della giornata mondiale dello studente, la componente delle scuole superiori della Rete Studenti Salerno, ha partecipato al corteo cittadino per manifestare contro la riforma del Ministro Gelmini. La componente universitaria della Rete, in collaborazione con l’Rdb, ha tenuto un assemblea pubblica in piazza del Sapere nell’ateneo di Fisciano, per discutere insieme sul nuovo disegno di legge GELMINI ( che prevede accorpamenti di dipartimenti, federazioni, ma un ancor più massiccia entrata dei privati all’interno dell’università), e per trattare dei temi della precarietà, lavoro e per continuare il percorso iniziato lunedì al fine di ridare giustizia e dignità ai migranti di San Nicola Varco ( assemblea da noi indetta nella sala della Chiesa del Volto Santo a Pastena, a cui hanno partecipato le varie realtà esistenti sul territorio salernitano ). Molta la partecipazione degli studenti all’assemblea pubblica che ha cercato di sensibilizzarli sui temi suddetti.

lunedì 16 novembre 2009

A quando la caduta del muro del denaro?

Editoriale dei bollettini di fabbrica pubblicate dalla Frazione "l'Etincelle" di Lutte Ouvrière

A quando la caduta del muro del denaro ?
9 novembre 2009 Hillary Clinton, Gordon Brown, Dimitri Medvedev, e Nicolas Sarkozy si sono precipitati a Berlino per festeggiare, con Angela Merkel, i 20 anni della caduta del muro. Putin mancava al quadro, lui che è un esempio della riuscita di questa fine del « blocco sovietico » , che l’ha fatto passare, da oscuro tenente colonnello del KGB, quale era nel 1989 in Germania dell’ l’Est, al rango di uomo forte di una Russia rientrata nel girone del mondo capitalistico, del denaro re e della corruzione. Questo muro, costruito per arrestare l’emorragia di quelli che lasciavano l’Est per l’Ovest , dove il livello della vita era nettamente più elevato, faceva di questo mezzo paese, che di comunista aveva solo il nome, e dove ogni opposizione politica era repressa, una prigione di popoli. La frontiera tra le due Europe, di cui il muro di Berlino era soltanto un anello, era una mostruosità. Ma le grandi potenze che ne festeggiano la fine, non sono le stesse che avevano deciso di comune accordo, alla fine della guerra mondiale, di dividere l’Europa in due ?Nella Germania riunificata le ineguaglianze rimangono, con salari sempre più bassi all’est che all’ovest e un tasso di disoccupazione più forte. E soprattutto si accrescono tra i ricchi e i poveri in tutto il paese, come qui in Francia, con la crisi.La fine del blocco dell’Est è stata soprattutto una festa per i finanzieri di Wall Street (la « Via del muro »… e del denaro ), delle borse di Parigi, Londra o Tokio, che possono far danzare i loro capitali da un punto all’altro del pianeta, sfruttare la manodopera in Romania, Russia o Cina. Ma ha facilitato più la libera circolazione delle merci e dei capitali che quella dei popoli. Perché, per un muro perduto, ce ne sono dieci ritrovati. 730 chilometri di muro sono stati eretti dal governo di Israele per separare i ghetti di miseria dove è rinchiusa la popolazione palestinese, dalle colonie israeliane impiantate in Cisgiordania. Un muro di cui, venerdì scorso, gli abitanti del piccolo villaggio palestinese di Nilin hanno simbolicamente abbattuto un pezzo. E’ un sipario di ferro di 1 200 chilometri di lunghezza, bordeggiato da una “terra di nessuno” bardata da dispositivi elettronici, telecamere, sensori terrestri, che gli Stati Uniti costruiscono alla frontiera del Messico per impedire l’immigrazione clandestina. Il muro di Berlino ha fatto 137 morti tra il 1961 e il 1989. Ma più di 5 000 emigranti sono morti mentre tentavano di passare dal Messico agli USA, nel corso di 15 anni, uccisi dalle guardie di frontiera, o morti mentre tentavano di passare dalle zone montagnose e desertiche meno sorvegliate. I governi di Francia, Inghilterra, Spagna, Italia, non hanno bisogno di muri per dare la caccia agli immigrati venuti dai paesi del sud. Hanno i mari. Il 25 settembre, una piccola imbarcazione, con 60 emigranti di Guinea e Senegal, si è rovesciata, tra il Marocco e la Spagna. Gli 11 sopravvissuti sono stati subito rispediti in Africa. In agosto, 73 altri, venuti dall’Etiopia e dall’Eritrea, erano morti di fame e di sete su un battello al largo della Sicilia . Il governo italiano ha istituito il delitto di aiuto all’immigrazione clandestina per i pescatori che provvedessero a soccorrere queste imbarcazioni sventurate. Come il governo francese, che ha fatto dell’aiuto ai rifugiati di Calais un delitto. E Sarkozy e Brown organizzano in comune i charter per rispedire gli emigrati afgani al loro paese d’origine, là dove Francia, Inghilterra e USA conducono una guerra sanguinosa. Muri, reticolati, cacce all’uomo non impediscono a milioni di donne e uomini, che lasciano i paesi dove le grandi potenze e i loro trust mantengono la miseria, di affluire, a rischio della vita, verso i paesi ricchi per trovarci di che far sopravvivere le loro famiglie. Tanto più che i padroni di qui sono troppo contenti di poterli sottopagare perché sono senza diritti. Fino a quando questi, lavoratori come noi, si ribellano collettivamente per imporre i loro diritti, come i 5 000 lavoratori sans papiers attualmente in sciopero nella regione parigina. .Per finirla con queste barriere, che i governanti erigono un po’ dappertutto nel mondo per proteggere i possidenti dalla miseria che essi stessi generano, bisognerà farla finita con le banche, e i grandi trust che dominano il mondo. E’ il muro dei soldi che bisognerà far saltare.

sabato 14 novembre 2009

LA RICERCA SUBORDINATA AL PROFITTO


LA RICERCA SUBORDINATA AL PROFITTO

La Nestlè, la maggiore multinazionale agro-alimentare del mondo con un fatturato di circa 51 Miliardi di dollari, si è aggiudicata una bella fetta della ricerca e della formazione universitaria del nostro paese. Il 27 aprile 2009 presso la sede della Conferenza Rettori delle università italiane (CRUI) è stato presentato ufficialmente il “ progetto Axia “. Per la prima volta il collegio nazionale dei rettori stringe una partnership finalizzata alla ricerca con la più importante multinazionale alimentare.
Nestlè finanzia direttamente quattro progetti, tre nell’area alimentazione ed uno nell’area sostenibilità, con un investimento complessivo di circa 1 Milione di euro.
· Il primo progetto Nestlè s’intitola “I principi di sostenibilità: dai valori dichiarati ai comportamenti di consumo alimentare. Analisi del ruolo dei media nella costruzione e diffusione della rappresentazione sociale della sostenibilità”. Il progetto vede impegnate la Statale di Milano , lo Iulm , l’università di Catania, di Pavia e quella di Palermo. Ci si pone l’obiettivo di individuare i modi più efficaci per passare il messaggio pubblicitario, in particolare ponendo l’accento sulla sostenibilità e il significato che danno al termine le masse.
· Il secondo invece è denominato “la reputazione dei cibi nei processi di decisione di consumo alimentare”. Lo studio è perciò volto a “tracciare la relazione sussistente tra tipi di prodotto alimentare , cornice decisionale e decisore”e vede impegnata La Sapienza di Roma.
· Il terzo progetto, che verrà realizzato nel corso del prossimo biennio dall’Università Federico II di Napoli, è chiamato “Nuovi materiali polimerici per l’imballaggio rigido e flessibile”.
· L’ultimo progetto, invece, sul tema della sostenibilità, verrà sviluppato dall’Università di Milano Bicocca, l’Università di Firenze e la Federico II di Napoli.
Il perché della scelta di Nestlè di finanziare proprio questi progetti è presto detto:
La multinazionale svizzera sta ancora pagando lo scotto “per le sue pratiche commerciali irresponsabili messe in atto trent’anni fa o più con la vendita di latte in polvere nei paesi africani”, come dice il professore di strategia commerciale Davide Ravasi. A ciò vanno ad aggiungersi le accuse più disparate collezionate da Nestlè in questi ultimi anni. Nel luglio 2005, insieme ha Archer Daniels (ADM) e Cargill, la multinazionale è stata accusata dall’International Labor Rights Fund di traffico di bambini, torture e lavoro forzato. Così scrive Elisabetta Tramonto, caporedattrice di Valori:” Il rapporto parla di 12.000 bambini ridotti in stato di schiavitù nelle piantagioni di cacao della Costa d’Avorio, 284.000 quelli che usano il machete e 153.000 quelli che usano pesticidi senza protezione. Numerosi anche i casi di denuncia di violazione dei diritti dei lavoratori, in particolare in Colombia e nelle Filippine. Nel marzo 2009, per la prima volta nella sua storia, Nestlè ha perso una causa in Italia. Il Codacons Sicilia aveva accusato la multinazionale di aver utilizzato un inchiostro intossicante nelle confezioni di latte e yoghurt. L'Arpa - Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Regione Marche- il 22 settembre 2005 sequestrò i prodotti e li analizzò. A quasi quattro anni di distanza, i risultati inchiodano la Nestlè: quelle confezioni TetraPack contengono “tracce di un componente chimico, identificato come IsopropilThioXantone (ITX), utilizzato come fotoiniziatore di inchiostri nella fabbricazione di imballaggi” (Corriere della Sera, 2 marzo 2009). In sostanza, quel latte è alterato.
Il progetto Axia,nasce dalla necessità della Nestlè di riscattare la propria immagine aziendale, dopo gli scandali che l’hanno vista protagonista nella vendita del latte in polvere alterato ai paesi africani e in Italia.
Inoltre il progetto Axia rappresenta la punta di lancia per il completo asservimento della ricerca e della didattica alle esigenze di massimizzazione del profitto del privato di turno, questa volta è toccato alla Nestlè, ma sulla base delle leggi attuali (l 133) e degli ultimi disegni di legge ormai il privato diventa integrato all’attuale sistema universitario.
Noi siamo dell’idea che il principale obbiettivo della ricerca dovrebbe essere quello di porre la conoscenza, la cultura e l’ingegno al servizio della società al fine di migliorare lo stato di cose attuale; ovvero far sì che tali conoscenze si pongano da base e strumento per un cambiamento culturale, sociale e politico che possa contribuire ad implementare le condizioni e le possibilità di vita dell’intero corpo sociale, ed in particolar modo di coloro i quali si trovano in condizioni di svantaggio e marginalità.
Tali prerogative vengono invece svilite e subordinate a sporche logiche di profitto che intendo la ricerca e la cultura come strumenti per la realizzazione di interessi particolari.
Relegando la ricerca a misere logiche aziendali, questa perde il suo carattere di bene sociale per divenire un mezzo nelle mani di pochi, in quanto ne viene minata l’indipendenza e l’autonomia che dovrebbe essere garanzia delle sue prerogative sociali.
Il fatto che la Nestlè finanzi una considerevole parte della ricerca italiana non ci può far certo dormire sogni tranquilli circa il futuro delle nostre università, ma del resto non ci meraviglia neanche, in quanto tutto ciò è in linea con le politiche del l’attuale governo e dei precedenti, che vogliono la privatizzazione dell’università e la definitiva subordinazione della cultura e del sapere agli interessi della classe politica dominante. Cercando di omologare,in questo modo, le nostre menti ad un unico modello culturale totalizzante che santifica il privato e ragiona solo in termini aziendali, dimenticando che l’università, la ricerca e la cultura sono dei beni pubblici che in quanto tali vanno tutelati da qualunque intromissione che ne voglia strumentalizzare la natura, perché sono le basi per una qualsiasi possibilità di cambiamento sociale reale!!!!!!

ADDIO UNIVERSITA' PUBBLICA

Mercoledì 28 Ottobre 2009 il Consiglio dei Ministri ha approvato il Ddl Gelmini per la riforma del sistema universitario, basato su una governance degli atenei autoritaria, manageriale e aperta ai privati, precarietà dei contratti, meritocrazia ed ovviamente riduzione dell'offerta formativa (nell'ottica di rendere tollerabili i tagli).

Tramite tale disegno di legge viene implementato un processo già in atto da molti anni: il prepotente ingresso dei privati nella gestione dell’università pubblica. Questo avviene attraverso la previsione della nuova figura del Direttore Generale, un vero e proprio manager a cui sarà attribuita la”complessiva gestione e organizzazione dei servizi, delle risorse strumentali e del personale tecnico-amministrativo dell’ateneo”, e la determinazione della composizione del Consiglio di Amministrazione nel quale si prevede la "non appartenenza di almeno il quaranta per cento dei consiglieri ai ruoli dell’ateneo”. Il ddl introduce una netta distinzione tra le competenze del Senato e quelle del Consiglio, rispettivamente didattica e gestione finanziaria, infatti il Senato avrà il compito di approvare i Regolamenti, previo parere vincolante del CdA. Si va verso l'attribuzione in toto del potere decisionale al Consiglio, svilendo e nullificando il ruolo politico del Senato e sottomettendo la funzione didattica formativa dell'Università pubblica a mere logiche economiche. È chiaro che questa divisione tra le competenze degli Organi non è altro che il superamento del concetto di gestione collegiale verso una gestione da parte di un organo aziendale a partecipazione fondata sul capitale investito. Infatti un organo formato da almeno il 40% di privati sarà preposto a "funzioni di indirizzo strategico, di approvazione della programmazione finanziaria annuale e triennale e del personale nonché di vigilanza sulla sostenibilità finanziaria delle attività; della competenza a deliberare l’attivazione o la soppressione di corsi e sedi; della competenza ad adottare il regolamento di amministrazione e contabilità, il bilancio di previsione e il conto consuntivo, da trasmettere al Ministero e al Ministero dell’economia e delle finanze".
Parallelamente a questo si avvia un processo di ottimizzazione e razionalizzazione del servizio. L’università-azienda viene, così, amministrata sulla base di valutazioni di mercato che prevedono il taglio di indirizzi scientifico-disciplinari,corsi di laurea, facoltà, accorpamento dei dipartimenti,gli atenei non sufficientemente redditizi saranno commissariati, scatti stipendiali per i professori considerati migliori secondo parametri che non è dato conoscere, licenziamenti del personale tecnico amministrativo in esubero.
Attraverso la gestione e il finanziamento privato (“senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica” è il motto che attraversa tutto il progetto di legge) la ricerca e l’istruzione perdono anche la poca libertà rimasta a favore di un completo asservimento alle necessità dei finanziatori di turno. La sopravvivenza di corsi di laurea e facoltà verrà, così, vincolata ai livelli di produttività ed efficienza con notevoli conseguenze su tutto il mondo universitario: ricerca possibile solo in settori finanziati dal privato e dunque vincolata al raggiungimento di obiettivi concreti e facilmente fruibili; tirocini obbligatori e a titolo gratuito; numero chiuso alle triennali e blocchi all’ingresso di specialistiche e master; licenziamenti e razionalizzazione del personale.
Questo ddl è l'ennesimo provvedimento che si inserisce nel processo di distruzione totale dell'Università Pubblica avviato da oltre 15 anni e passato attraverso le tappe fondamentali dell'autonomia didattica e finanziaria, del processo di Bologna, del 3+2 e della legge 133/08. Il ddl Gelmini rappresenta forse l’atto finale di questo processo, con un attacco gravissimo e drammatico: se questo ddl diventerà legge, l’Università pubblica scomparirà irrimediabilmente, trasformandosi in un'azienda.

venerdì 13 novembre 2009

ASSEMBLEA PUBBLICA
PER I MIGRANTI SGOMBERATI DA SAN NICOLA VARCO
Lunedì 16 NOVEMBRE ORE 18.00 SALA DELLA CHIESA DEL VOLTO SANTO



Il collettivo della Rete Studenti Salerno esprime piena solidarietà nei confronti dei migranti sgomberati da San Nicola Varco il giorno 11/11/09.
Invitiamo tutti/e i compagni/e, le forze democratiche, antirazziste, antifasciste, a prendere parte all’assemblea per discutere insieme su i percorsi da intraprendere per ridare giustizia a chi è stato per troppo tempo oggetto di sfruttamento, vivendo in condizioni disumane, sotto gli occhi indifferenti della politica e con la complicità della criminalità organizzata.

San Nicola Varco

11/11/09 sgomberato san nicola varco con la deportazione di circa 200 lavoratori.

il sindaco afferma" finalmente abbiamo bonificato l' area" con un' operazione militare che ha coinvolto circa 300 uomini tra polizia carabinieri,guardia di finanza,guardia forestale, unita' cinofila,polizia locale, digos, ros, e qualcuno afferma di aver visto nel canale di fronte un sommergibile e polizia subacquea.
Un dispiegamento di forze per bonificare l' area da persone che sono state prima sfruttate e poi deportate che hanno contribuito all' arricchimento di quel territorio.
Nonostante alla stampa e' stato vietato di stare li' durante l' occupazione del campo,e di non entrare per tutta il tempo dell' operazione vi mostriamo le foto che siamo riusciti a scattare.

Mentre quasi mille braccianti sono rimasti all'addiaccio dopo lo sgombero, è allarme retate a San Nicola Varco. Evidentemente al ministero dell'Interno qualcuno deve aver pensato che il "bottino" di clandestini da espellere era troppo esiguo (dei fermati di ieri 23 sono stati tradotti nel CIE di Bari, 5 hanno avuto il foglio di via e sette sono stati processati per direttissima perchè avevano già un'espulsione)!

O forse i 150 posti che, secondo la digos, erano stati "prenotati" nei CIE per lo sgombero devono essere riempiti...
Perciò ieri un pullman della polizia si è presentato al campo di accoglienza di Sicignano, unico comune che finora ha dimostrato solidarietà agli sfollati, prelevando venti immigrati. Al momento quattro sono stati rilasciati perchè in regola con i documenti, mentre per altri 16 sono in corso gli accertamenti . Arrivano però notizie di altre retate nele campagne.
Un comportamento barbaro e ingiustificabile verso persone che dopo essere arrvate anche regolarmente in Italia, sono state spesso "clandestinizzate" dalle aziende che hanno rifiutato di completare i contratti e guadagnano milioni sul loro lavoro nero. Un accanimento assurdo verso chi ha già subito uno sgombero al buio, verso chi rappresenta il cuore produttivo della regione del Sele e viene invece trattato come criminale

Per le altre foto e gli aggiornamenti vedere il sito: www.radiovostok.com e il sito di indymedia napoli

lunedì 9 novembre 2009


Perquisizioni e arresti a Firenze: non ci fermerete!


30 Aprile 2009, Rignano sull’Arno (FI), presidio antifascista contro Forza Nuova…

6 Novembre 2009, tra Firenze e dintorni, la magistratura dispone perquisizioni per 30 compagni antifascisti; uno viene arrestato ed è tutt’ora in isolamento.
Le accuse: partecipazione alle iniziative contro la presenza dei fascisti in città ed al citato presidio contro Forza Nuova, detenzione di “esplosivi”, rapporti di solidarietà internazionale,
Le accuse sono rafforzate dall’aggravante di terrorismo, contenuta nel Decreto Pisanu ed utilizzata dal GIP Pezzuti a partire da una “originale” interpretazione del decreto stesso (come gli stessi compagni di Firenze sottolineano nel loro comunicato – di seguito).
Si tratta purtroppo di un episodio tutt’altro che isolato…
Troppo spesso negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un intensificarsi della stretta repressiva nei confronti di tutte quelle realtà (centri Sociali, Collettivi studenteschi, militanti antifascisti etc. ) che quotidianamente sviluppano percorsi di lotta autorganizzati e dal basso e praticano l’antifascismo senza delegare ed annacquare i propri contenuti.
Da Pistoia a Napoli, dalle giornate del G8 all’ultimo sgombero ai danni del CPO Experia di Catania la repressione ha colpito sempre più duramente di fronte all’intensificarsi delle lotte.
Da tutt’Italia rispondiamo all’appello di solidarietà dei compagni toscani: non staremo fermi a leccarci le ferite ma rilanceremo le nostre quotidiane battaglie.
Continueremo a lottare sui nostri territori affinché, tanto i neofascisti di Forza Nuova e Casa Pound, quanto le facce ripulite alla buona delle istituzioni, non trovino in noi silenti complici delle loro politiche razziste, xenofobe e sessiste.

Red-net
Rete delle realtà studentesche autorganizzate
di seguito il comunicato dei compagni di Firenze:

MANNU LIBERO



SOLIDARIETA' AGLI ANTIFASCISTI PERQUISITI

il 6 novembre le solerti forze di polizia hanno perquisito numerose abitazioni di compagni e compagne appartenenti a centri sociali e non solo. Se questo non bastasse un compagno è stato arrestato adducendo ad un presunto pericolo di fuga per un viaggio in sud America che avrebbe dovuto, e farà, nel mese di Febbraio.
Le accuse vanno dalla detenzione di presunti esplosivi, ai rapporti di solidarietà internazionale, alle iniziative contro la presenza dei fascisti in città, alle iniziative contro Forza Nuova a Rignano sull'Arno.
Il GIP Pezzuti ha pensato bene di tentare la carta dell'aggravante di terrorismo, utilizzando in maniera piuttosto stravagante quanto previsto dal Decreto Pisanu sulla nuova definizione di terrorismo stesso “ Sono considerate con finalità di terrorismo le condotte che, per la loro natura o contesto, possono arrecare grave danno ad un Paese o ad un’organizzazione internazionale e sono compiute allo scopo di intimidire la popolazione o costringere i poteri pubblici o un’organizzazione internazionale a compiere o astenersi dal compiere un qualsiasi atto o destabilizzare o distruggere le strutture politiche fondamentali, costituzionali, economiche e sociali di un Paese o di un’organizzazione internazionale, nonché le altre condotte definite terroristiche o commesse con finalità di terrorismo da convenzioni o altre norme di diritto internazionale vincolanti per l’Italia”.
Non stiamo qui a leccarci le ferite ma lanciamo da subito quello che deve essere per ognuno di noi una pratica da cui nessuno può “dissociarsi”: la solidarietà
Fuori da ogni richiesta di giustizialismo pensiamo che non sia casuale che in prossimità dell'ennesimo tentativo di svolgere iniziative in città da parte di quei fascisti di Forza Nuova, si vada a colpire proprio chi in questi anni è stato protagonista nell'impedire qualsiasi tipo di agibilità politica a questi loschi figuri.
Nell'ultimo anno magistratura, questura hanno operato in maniera tale da cercare di stroncare nella nostra città ogni tentativo di protagonismo politico, attraverso gli avvisi orali e le perquisizioni agli studenti, convocazioni in questura, fino ad arrivare a quanto è successo oggi.
Un clima davanti al quale, come più volte abbiamo detto e scritto, non si può sottacere.
Particolarmente in questo momento non possiamo pensare e tollerare che qualcuno si possa sentire non coinvolto da quanto sta succedendo.
Che sappia chi di dovere, davanti a quanto venuto alla luce in questi mesi, che non tollereremo nessun atto di vessazione verso il compagno arrestato.

lunedì 2 novembre 2009

L’istruzione è un diritto umano in sé per sé. E nel contempo un mezzo indispensabile per la realizzazione degli altri diritti umani (A guide to human rights – institutions- standards procedures)


L’art.34 della Costituzione Italiana afferma: “La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie, ed altre provvidenze che devono essere attribuite per concorso”.

Purtroppo questo diritto negli anni è stato più volte calpestato da governi di destra e centro – sinistra, che con la scusa di promuovere la fantomatica meritocrazia ( concetto esistente solo sulla carta) e l’economicità di gestione, non hanno fatto altro che distruggere e sferrare colpi mortali al già fatiscente mondo dell’istruzione pubblica.

Considerata la carenza di fondi stanziata dalla Regione Campania per il diritto allo studio, determinata dalla Riforma Gelmini,, non possiamo accettare lo sperpero degli stessi effettuato da parte delle associazioni studentesche per il finanziamento di progetti pseudo culturali, limitando così di fatto a parecchi studenti ( che realmente hanno bisogno di tali fondi) di accedere alle borse di studio, e facendoli trovare di fronte alla deridente dicitura: “idoneo ma non meritevole”.

La legge regionale n.21 del 3 settembre 2002 (norme sul diritto agli studi universitari – adeguamento della legge 2/12/1991, n.390) in attuazione degli art.3 e 34 della Costituzione, disciplina gli interventi per la concreta attuazione, in ambito regionale, del diritto allo studio universitario. Tale legge è stata il frutto di estenuanti lotti portate avanti dagli studenti negli anni passati, il cui fine era appunto consentire la piena realizzazione del diritto allo studio e fare in modo che tutti potessero accedere all’università senza discriminazioni ( che in questo caso sono soprattutto economiche), per la concreta realizzazione di quel principio di eguaglianza sostanziale sancito dall’art.3 e 2 della Cost. che a noi è caro.Tale legge stabilisce l’istituzione del c.d. ADISU, le quali in accordo con le univesità, offrono la possibilità ad Associazioni e Cooperative studentesche di accedere a contributi per lo svolgimento di iniziative culturali aventi il carattere di interesse generale ( art.16 comma 4 della legge n.21/2002).

I diritti ottenuti attraverso le lotte passate, oggi vengono sviliti dall’operato di tali associazioni, che sono divenute dei veri e propri centri di interesse che gestiscono tali fondi a proprio vantaggio e non nell’interesse della collettività studentesca. Con il loro operato hanno reso evidente il loro agire politico volto a non mettere in discussione i c.d. poteri forti esistenti nella nostra università, diventando di fatto collusi al sistema clientelare e baronale vigente in molte facoltà.

Riteniamo che sia molto più utile utilizzare i fondi per maggiori borse di studio, che sperperarli in 3 giorni di concerti ( vedi CAMPUS in festa) o corsi di disc jokey ( vedi ASP) in quanto non pensiamo che tali attività possano contribuire ad implementare la cultura di noi studenti. Inoltre di fronte all’attuale crisi economica e ai tagli effettuati dalla riforma Gelmini ( contro cui Pasquino & company si sono schierati) ci sembra uno schiaffo alla miseria buttare soldi in attività che di culturale hanno ben poco. Mentre saremo ben lieti se tali fondi venissero spesi in progetti culturali o che possano rappresentare anche una possibilità di sbocco lavorativo per gli studenti.

Vogliamo che i fondi destinati alle borse di studio siano implementati, attraverso un ridimensionamento dei fondi destinati alle associazioni. Inoltre chiediamo che ci sia un maggiore controllo rispetto alle attività da queste organizzate. A tal fine invitiamo tutti gli studenti a vigilare sull’operato di tali associazioni e a denunciare gli eventuali atti di sciacallaggio.

Vi ricordo che tali associazioni si sostentano con i soldi della nostra tassa regionale (62.50€) quindi è vostro diritto sapere questi fondi che fine fanno!!!

NON LASCIAMOCI PRIVARE DEL NOSTRO FUTURO !!!

RETE STUDENTI SALERNO

martedì 20 ottobre 2009

ASSEMBLEA DELLA RETE STUDENTI SALERNO-UNIVERSITA’ 21 ottobre 2009 h. 12.30
Presso lo spazio occupato Laboratorio Studentesco (sopra distributori economia, adiacente dipartimento di storia)



Indiciamo l’assemblea per invitare tutti compagne/i a prendervi parte per discutere insieme i percorsi da intraprendere per il nuovo anno di lotta.



Saranno illustrati i preparativi per lo sciopero generale del 23 ottobre 2009 che si terrà a Roma. Chiunque E’ interessato a partecipare alla manifestazione puo’ lasciare il proprio nominativo presso il Laboratorio Studentesco o sulla nostra e-mail.








domenica 18 ottobre 2009

video sui BRAVI RAGAZZI DI CASA POUND

"Nel 1943, dopo vent'anni di regime, la città - con gli alleati ancora lontani! - si liberò in soli 4 giorni dall'occupazione nazi-fascista e mise all'angolo i vigliacchi che si affrettavano a nascondere la camicia nera.

Il 30 Settembre 5.000 studenti, lavoratori, disoccupati sfilando tra le strade di Materdei e della città, non solo hanno ricordato ed onorato quella pagina della nostra storia ma hanno urlato la sua attualità: Materdei, Napoli è antifascista!
Questa l'istantanea della nostra città: i soggetti sfruttati nelle strade, i fascisti asserragliati nel loro covo protetti dalle forze dell'ordine e dalle dichiarazioni dei loro “padrini politici” e mazzieri ripuliti.
La risposta del quartiere al passaggio del corteo (applausi, calo di panieri dai balconi e dalle finestre pieni di bottiglie d'acqua, bambini e signore affacciate) ha rafforzato in noi una convinzione: a cacciarvi non dovranno essere le forze repressive, a cacciarvi sarà la città."
dal sito del CAU




Questo video, creato dai compagni del cau di Napoli prevedeva una seconda parte, prontamente "qualcuno" ha provveduto a rimuoverlo. Girate questo video è importante proprio per impedire a questi bravi ragazzi di attuare le loro losche manovre e di "censurare" la verità". rete studenti salerno

venerdì 16 ottobre 2009

Salerno/Cava: Partigiani Fantocci e odio razziale. Quattro topi di fogna a giudizio!
Il 25 aprile del 2007, in occasione dei festeggiamenti per la liberazione, appesero dei fantocci impiccati al balcone del Palazzo dell'ex Pretura di Cava, al collo cartelli con scritte contro i partigiani; nella notte tra il 12 e il 13 giugno 2007 fecero irruzione all'interno del centro sociale “ Asilo Politico ” di Salerno , dando fuoco a mobili e suppellettili, manomettendo anche l'impianto idrico provocando così l'allagamento dei locali; ed in più, in occasioni di manifestrazioni pubbliche, inneggiarono all'odio razziale ed etnico, esibendosi nel saluto romano, e detenendo in casa armi bianche, manganelli e fionde.

Queste le accuse che, ieri mattina, hanno indotto il gup Zarone a rinviare a giudizio quattro giovani vicini al gruppo “Forza Nuova”.
Si tratta di Guido D'Amore , Vito Mercurio , Raffaele Marino e Luca Lezzi (il collegio difesivo era formato dagli Avvocati Giovine, Ciliberti, De Felice). Il processo nei confronti dei quattro imputati prenderà il via il prossimo 16 marzo 2010, dinanzi ai giudici della Seconda penale del tribunale di Salerno. “In quella sede – ha commentato ieri l'avvocato Giovine subito dopo il pronunciamento del gup Zarone – dimostreremo l'insussistenza del quadro accusatorio. Riteniamo infatti che alcuni elementi di prova addotti dalla Procura siano del tutto insufficienti per determinare la penale responsabilità dei nostri assistiti.


Vile Attacco Fascista - Nella notte del 12 giugno 2007, ignoti si sono introdotti nel Centro Sociale Asilo Politico di Salerno, penetrando da una finestra del bagno, i soliti, hanno scorrazzato (le bestie!) e devastato.
15/07/2009
Il Mattino di Salerno
IL PROCESSO

Apologia del fascismo in 4 a giudizio

L'accusa: tentarono di incendiare la sede di Asilo Politico Svastiche a Cava

Sono stati rinviati a giudizio con accuse pesanti dall'apologia del fascismo, alla discriminazione razziale, al vilipendio delle forze di liberazione Guido D'Amore, Vito Mercurio, Raffaele Marino, e Luca Lezzi. Quattro giovani che in diverse occasioni inneggiavano al fascismo, con il tipico saluto romano di stampo fascista. Ieri il giudice dell'udienza preliminare Dolores Zarone ha accolto la richiesta del pubblico ministero Rocco Alfano e ha disposto il rinvio a giudizio.

Il processo per i quattro giovani inizia il 16 marzo del prossimo anno dinanzi ai giudici della seconda sezione penale. Sono diversi gli episodi emersi nel corso delle capillari indagini, condotte dagli uomini della Digos, diretti dal vicequestore Luigi Amato. In diverse manifestazioni pubbliche hanno effettuato propaganda fascista. E poi ancora sono stati trovati in loro possesso striscioni con svastiche e croci celtiche o altra documentazione inneggiante al fascismo.


A giugno di due anni fa Lezzi e Marino avrebbero forzato la grata di una finestra del centro sociale «Asilo Politico» a Salerno, dove aveva sede l'associazione culturale «Andrea Proto» e avevano dato fuoco a mobili e suppellettili. Veniva manomesso inoltre l'impianto idrico, con conseguente allagamento. Danneggiati i servizi igienici e l'impianto elettrico. E poi scritte sui muri, con la sigla «N.A.R.» e altre oltraggiose, accompagnate da svastiche e simboli celtici.


Sono solo di qualche mese prima i fatti che sarebbero stati commessi a Cava de' Tirreni da D'Amore, Mercurio e Marino, con altri giovani di «Forza Nuova» sempre di Cava in occasione 25 aprile vilipendevano le forze armate in pubblico, collocando tre fantocci come se fossero impiccati al balcone dell'ex pretura di Cava de' Tirreni e un altro attaccato al lampione, con al collo cartelli con le solite scritte. Poi durante manifestazioni pubbliche i quattro giovani avrebbero sventolato bandiere e drappi con svastiche e croci celtiche, oltre che frasi inneggianti al fascismo. a.b.

lunedì 12 ottobre 2009

Classifica migliori università del mondo

NEW YORK – Università Ivy League addio. Nell’hit parade delle 100 migliori università del mondo compilata annualmente dal Times Higher Education scende per la prima volta il numero di quelle nordamericane (42 nel 2008; 36 nel 2009) mentre cresce la presenza delle università europee (39 sono rappresentate tra le top 100 contro 36 del 2008).

Nel nuovo mondo globale vacilla insomma il predominio delle esclusive università nordamericane tradizionalmente elitarie della East Coast. Soltanto Harvard mantiene saldamente il primo posto, mentre Yale viene scalzata dal secondo al terzo e Princeton deve accontentarsi dell’ottavo. Ben quattro istituzioni inglesi si piazzano nella top ten: Cambridge, seconda, la University College of London, al quarto posto prima dell’ Imperial College London e Oxford (quinte ex equo). Seguono, a ruota, la University of Chicago, il Massachusetts Institute of Technology (MIT), e il California Institute of Technology (Caltech).

Ma dal boom del vecchio continente, purtroppo, è completamente esclusa l’Italia. L'unica università del Bel Paese presente nelle top 200 è infatti l'Università di Bologna che si piazza al 174° posto, davanti alla Sapienza (la più grande università italiana) che è rimasta al 205°, come lo scorso anno. Dalla graduatoria emerge che la performance media delle italiane è peggiorata quest’anno, anche se Bologna e Il Politecnico di Milano hanno entrambe migliorato la propria posizione. Buone notizie invece per i francesi: la prima università specialistica di Ingegneria al mondo si conferma l’ École Normale Supérieure – Paris mentre la prima università specialistica di Scienze Sociali ed Economiche è la London School of Economics. Bene anche l’Asia. Rispetto allo scorso anno due nuove università asiatiche si classificano tra le prime 100, per un totale di 16. (L' Università di Tokio, prima tra le nipponiche, è al 22° posto)

sabato 10 ottobre 2009

MARTEDI' 13 OTTOBRE 2009 ORE 9:00 TUTTI AL TRIBUNALE DI SALERNO!
Martedì mattina, 13 Ottobre 2009 ore 9.00, 16 componenti del Movimento di lotta dei Corsisti Progetto Conoscenza e Lavoro saranno processati! Il 14 Marzo del 2007 centinaia di senza lavoro, ex detenuti ed indultati effettuarono una protesta presso il passaggio a livello ferroviario, Zona San Leonardo al fine di:
Denunciare le condizioni di precarietà, di disagio e di disperazione nella quale versano le disoccupate e i disoccupati di Salerno e della sua provincia.
Sollecitare la Regione Campania affinché avviasse anche a Salerno, così come a Napoli, i corsi inerenti al Progetto Conoscenza e Lavoro – I.SO.LA.
Grazie a quell'azione di protesta, furono sbloccati dalla Regione Campania 2.500.000.00 di euro dei fondi europei, la cui gestione fu demandata alla Provincia di Salerno. Si permise a 525 disoccupati e disoccupate di tutta la provincia di Salerno, in modo pubblico, trasparente e senza nessun clientelismo, di iniziare un percorso formativo (400 ore) retribuito.
Sempre grazie alla protesta – denuncia di quel 14 marzo 2007, altri 2.500.000.00 ex fondi POR-FSE 2007/2013, il 30 settembre 2009 sono stati attribuiti, con protocollo di intesa tra la Regione Campania e la Provincia di Salerno, per il completamento (dopo la formazione di 400 ore), del progetto Conoscenza e Lavoro, a 432 disoccupati per poter espletare le Work Experience.
In un anno e otto mesi, grazie alle lotte sono stati destinati ai disoccupati della Provincia di Salerno e provincia 5.000.000.00
Con la seconda tranche dei fondi europei si permetterà a centinaia di disoccupati salernitani di intraprendere, dopo la formazione, un percorso lavorativo che permetterà di cominciare ad uscire dalla precarietà e dalla disperazione (sia economica che esistenziale) a centinaia di donne ed uomini di Salerno che versano in uno stato giuridico di disoccupazione di breve e lunga durata.
Si permetterà di reinserire socialmente ex detenuti, indultati, giovani diplomati, laureati persone con bassa scolarizzazione facenti parte del movimento di lotta. Per tutti si aprirà uno spiraglio per un futuro migliore.
...E PER QUESTO NOI SIAMO DA PROCESSARE?MOVIMENTO DI LOTTA DEI CORSISTI SALERNITANIPROGETTO CONOSCENZA E LAVORO – I.SO.LA.

venerdì 9 ottobre 2009

FUORI I FASCISTI DALLE NOSTRE CITTA'


30 Settembre.Si scende per le strade di Napoli e di Materdei per gridare in 5.000: i neofascisti di CasaPound devono lasciare lo stabile da loro occupato a Materdei il 12 settembre! Abbiamo informato la gente del quartiere, fatto assemblee, parlato con gli studenti; abbiamo spiegato che dietro la maschera dei “bravi ragazzi” si cela il loro razzismo, la loro omofobia, la loro violenza; abbiamo speigato che tutto ciò è molto pericoloso e che va fermato subito…


…purtroppo avevamo ragione: 7 ottobre sette neofascisti di Casa Pound, dell'età apparente di 25 anni, hanno aggredito all'uscita di scuola, uno studente diciottenne del Margherita di Savoia, colpevole solo di essere militante di sinistra! Se stavolta non è andata come a Milano (omicidio Davide Cesare, nel 2003), a Roma (omicidio di Renato Biagetti nel 2006), a Verona (omicidio Niccolò Tommasoli, 2008), è stato per puro caso! Il ragazzo ha avuto una prognosi di trenta giorni: ha una costola fratturata e il volto tumefatto, con escoriazioni su tutto il corpo...


La notizia è rimbalzata immediatamente tra le università e le scuole e poche ore dopo più di cento studenti erano sotto il Comune per chiedere al Sindaco di prendere immediatamente posizione rispetto alla questione CasaPound. In effetti, se le istituzioni fino a ieri si mostravano incerte sul da farsi, attendendo “un riscontro” di ciò che denunciavamo, oggi non possono più coprirsi gli occhi, oggi che si è tristemente verificato ciò che tutti abbiamo sempre saputo. Non è più il tempo di chiacchiere e tentennamenti: CasaPound deve sparire e Napoli è pronta a liberarsene e scendere ancora per le strade!

rassegna stampa sui fatti di oggi
dal CORRIERE - da REPUBBLICA - dal MATTINO (http://cau.noblogs.org/)

e ieri 8/10/2009, i fascisti, sempre loro hanno picchiato - in tre contro uno - un ragazzo del Liceo Maffei (Verona) che stava entrando a scuola, per intimidirlo. Perchè è pubblicamente antifascista. Un'aggressione studiata a tavolino per negare, ancora una volta, la libertà di pensiero.

E' il momento di agire, è il momento di gridare con rabbia: FUORI I FASCISTI DALLE NOSTRE CITTA'!!!

martedì 6 ottobre 2009

Dal sito ufficiale del FPLP:

I leader del Fronte Popolare si incontrano con Haniyeh e pianificano azioni congiunte per difendere la causa nazionale

Una delegazione di leader del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina ha incontrato Ismail Haniyeh, Primo Ministro dell’Autorità Palestinese a Gaza, ed una delegazione della leadership di Hamas a Gaza, domenica 4 ottobre 2009, accordandosi sulle priorità e sottolineando la necessità di essere uniti di fronte alle minacce contro la causa nazionale palestinese.
I partiti si sono accordati sulla necessità di organizzare ed attivare le istituzioni palestinesi e di mettere fine alle divisioni, in presenza di gravi pericoli per la causa nazionale palestinese, in particolare alla luce del tradimento avvenuto a Ginevra, dove l’Autorità Palestinese di Ramallah, su ordine di USA ed Israele, ha rinviato l’esame al Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU del rapporto Goldstone sui crimini di guerra a Gaza. I partecipanti si sono accordati su cinque priorità:

1. Il mantenimento delle nostre costanti nazionali palestinesi e dei diritti nazionali, particolarmente in questo momento di rischi politici e minacce di liquidazione contro il nostro progetto nazionale, è il passo più importante in questa fase e deve essere intrapreso e sostenuto con la più grande serietà.

2. Tutte le istituzioni palestinesi devono essere riattivate e ricostruite su basi comprensive, democratiche ed inclusive, e le elezioni presidenziali e legislative devono svolgersi a fianco di nuove ed inclusive elezioni del Consiglio Nazionale Palestinese, per rafforzare e rilegittimare il ruolo dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina come solo legittimo rappresentante del popolo palestinese.

3. La riconciliazione nazionale è una priorità nazionale urgente, e deve avere luogo attorno a contenuti quali la protezione del nostro progetto nazionale ed il rafforzamento della determinazione del nostro popolo.

4. Affermare il diritto del nostro popolo a resistere e la necessità di proteggere la resistenza, e l’importanza del coordinamento fra le forze della resistenza con l’obiettivo di causare i più grandi danni al nemico e limitare I danni al nostro popolo.

5. Migliorare il lavoro delle autorità a Gaza e correggere gli errori, per alleviare le sofferenze del popolo.

I partecipanti si sono accordati sulla necessità di continuare gli incontri fra il FPLP e il movimento Hamas per trasformare queste parole in azioni ed aiutare a proteggere il nostro popolo e la nostra causa.
I compagni Dr. Rabah Muhanna, membro dell’Ufficio Politico del FPLP, Kayid al-Ghoul, membro del Comitato Centrale, Younis al-Jarou e Hisham Majdalawi hanno rappresentato il FPLP all’incontro, mentre Hamas era rappresentata dal Primo Ministro Haniyeh, da Jamal Abu Hashem, da Ayman Taha e dal portavoce del governo Taher al-Nounou.

Gaza, 4.10.2009

lunedì 5 ottobre 2009

Corteo Roma 03/10/2009



Una delegazione della RETE ha partecipato al corteo dei precari della scuola a Roma per manifestare la sua piena solidarietà nei confronti di tutti quei lavoratori che sono stati messi da parte da questa illogica riforma Gelmini.Abbiamo scelto di partecipare al corteo dei COBAS e non a quello sulla libertà di stampa in quanto sin dall'inizio dell'estate siamo stati al fianco dei precari appoggiando la loro lotta perchè riteniamo che solo con l'unità tra i movimenti è possibile avviare un percorso che possa contribuire a realizzare un cambiamento che metta in discussione lo stato di cose attuale. Inoltre la scelta di spostare il corteo sulla libertà di stampa al 3 ha messo in evidenza, ancora una volta,come l'obbiettivo dei sindacati confederali e delle forza di opposizione parlamentarI non sia quello di battersi per un cambiamento sociale che ridia voce agli sfruttati e a tutte quelle persone che vivono un esistenza PRECARIA,ma il loro unico obbiettivo è quello di strumentalizzare le aspettative della gente per riuscire ad ottenere nuove poltrone e posti di potere che non metteranno mai in discussione l'attuale sistema statale fascista e piduista!!!!!!

venerdì 2 ottobre 2009

LE VECCHIE E NUOVE MISERIE

"VECCHIE E NUOVE MISERIE"


L'attuale catastrofe politica e sociale fa nascere l'esigenza di intavolare un dibattito serio tra tutte quelle realtà sociali che, oggi più di ieri, subiscono un duro attacco alla propria libertà e ai propri diritti, sui temi del lavoro, sanità, precarietà e diritto allo studio. Noi della Rete Studenti sentiamo forte tale necessità, in quanto non vogliamo più ripetere gli errori dello scorso anno, e chiediamo garanzie certe per il nostro futuro! Il precedente movimento dell'onda è fallito proprio per la sua incapacità di legarsi alle innumerevoli problematiche sociali che noi tutti conosciamo (dal problema lavoro fino ad arrivare al diritto alla casa e ad un futuro che non sia specchio di precarietà, stenti e miserie). In quanto studenti non possiamo rimanere spettatori disinteressati davanti a questa realtà sociale, perchè le decisioni e le lotte di oggi determineranno il nostro domani. Pur consapevoli della nostra diversità di posizione sociale rispetto ad un lavoratore in lotta, precario o un disoccupato, sentiamo pressante la necessità di un cambiamento e di intraprendere un percorso volto a creare le condizioni perchè ciò accada. Le nostre frustrazioni, i nostri malumori, i nostri disagi sociali, che spesso ci portano alla marginalità, sono il riflesso di un certo modo di intendere la politica, funzionale solo all'interesse di pochi eletti e non dell'intera società. Le nostre famiglie soffrono perchè non riescono più a far quadrare le loro spese e quindi a supportarci negli studi. Oggi giorno, infatti, molti giovani non si iscrivono a scuola o all'università, non perchè siano dei "fannulloni" disinteressati alla cultura, ma bensì perchè non sussistono le condizioni per poter accedere a quello che dovrebbe essere un diritto garantito. L'art.34 della Costituzione afferma:"La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie, ed altre provvidenze che devono essere attribuite per concorso. "Purtroppo questo diritto negli anni è stato più volte calpestato da governi di destra e di centro-sinistra, che con la scusa di promuovere la fantomatica meritocrazia ( concetto esistente solo sulla carta) e l'economicità di gestione, non hanno fatto altro che distruggere e sferrare colpi mortali al già fatiscente mondo dell'istruzione pubblica. Considerati i già carenti fondi stanziati dalla Regione Campania per il diritto allo studio, non possiamo accettare lo sperpero degli stessi effettuato da parte delle associazioni studentesche per il finaziamento di progetti pseudo culturali, limitando così di fatto a parecchi studenti ( che realmente hanno bisogno di tali fondi) di accedere alle borse di studio, e facendoli trovare di fronte alla deridente dicitura:"idoneo ma non meritevole".
La situazione per noi giovani del sud è allarmante!!!
Il MIUR ( ministero istruzione università e ricerca) afferma che il 27,5% degli studenti campani è in condizioni di disagio sociale ed economico. Basta questo dato per far capire la gravità della situazione e la necessità di adottare interventi immediati, o altrimenti si rischia che quest' enorme numero di giovani possano diventare la nuova manovalanza a servizio della criminalità oraganizzata. Anche i risultati di una recente ricerca di Almalaurea presentata al ministro della pubblica istruzione Mariastella Gelmini sullo stato della riforma universitaria del 3+2, evidenziano come le condizioni economico-familiari siano determinanti al proseguio della carriera universitaria. Infatti si afferma che:
·i laureati di primo livello che decidono di proseguire gli studi sono i giovani provenienti da ambienti familiari socialmente ed economicamente favoriti e quelli residenti in aree del paese economicamente più arretrate;
·L'abbandono degli studi già al primo anno di università è un dato consistente, infatti abbandona quasi 1/5 degli immatricolati;
·Cresce la tendenza a non allontanarsi da casa, a studiare nella sede più vicina quale che sia l'offerta formativa disponibile.A frenare la mobilità territoriale sono i costi spesso insostenibili per le famiglie, soprattutto dove mancano infrastrutture adeguate.
·A fronte di una scarsa capacità attrattiva delle università italiane verso i giovani degli altri paesi, aumenta il numero dei connazionali che decidono di studiare all'estero e dei ricercatori precari che preferiscono trasferirsi in università fuori dal territorio nazionale.
Ci troviamo quindi di fronte ad una sorta di "accesso limitato all'istruzione" che favorisce solo i figli di e non permette a tutti, indistintamente dalla propria condizione economica e sociale, di fruire di un pieno diritto allo studio. Violando in questo modo anche uno dei principi fondanti la nostra carta costituzionale ossia il principio d'uguaglianza (formale e sostanziale) sancito dall'art. 3 della Cost. Chi dovrebbe intervenire, cioè lo stato, resta sordo di fronte alle continue richieste d'aiuto che provengono dalla società civile, la quale non riesce a trovare nemmeno una degna rappresentanza per le proprie istanze, in quanto più volte tradita da chi avrebbe dovuto difenderla. Al fine di non chiuderci più nei nostri particolarismi volti a portare solo acqua al proprio mulino/bandiera e non ripetere gli errori commessi in passato, riteniamo necessario da parte di tutti noi, ricomporre una coscienza di classe capace di cambiare tale realtà sociale, altrimenti saremo tutti corresponsabili dell'avanzata delle destre e del disfacimento sociale che ci vuole asserviti alle logiche di questo sistema.
Avanziamo inoltre la proposta di creare una Cabina di Regia che dia senso etico e trasparenza ai finanziamenti pubblici, impegnando così il sapere critico nella risoluzione delle problematiche sociali e per rilanciare un modello di sviluppo compatibile e di emancipazione socio-economica in un territorio come quello salernitano, vittima di ingenti speculazioni da parte di una losca politica corrotta.

Manifestazione antifa napoli 30/09/09




sabato 26 settembre 2009

giovedì 17 settembre 2009

Edilazia scolastica, numeri utili

Anche quest'anno abbiamo registrato un peggioramento nella situazione delle nostre scuole. Più della metà degli edifici monitorati quest'anno si colloca in zone a rischio sismico, il 38% ha l'ingresso situato direttamente sulla strada, il 35% ha registrato episodi di vandalismo: tutti elementi che fanno da contorno ad una situazione generale di insicurezza. Ciò che è avvenuto a Rivoli nel novembre del 2008 dove il crollo del soffitto di una scuola ha causato la morte di uno studente,è la prova concreta dello stato di sfascio in cui versano gli istituti scolastici italiani". "31.500 scuole, ben il 75% del totale, non è sicuro è necessita di interventi urgenti. Sono le aule e le palestre ad aggiudicarsi il bollino nero dell'insicurezza: un'aula su 5 presenta crolli di intonaco e quasi una su 3 ha altri segni di fatiscenza. Il 20% ha pavimenti sconnessi, il 24% ha finestre rotte, il 15% banchi danneggiati, il 51% presenta armadi e librerie non ancorati alle pareti. E alle aule spetta anche il titolo di "ambiente più sporco" con polvere, sporcizia e imbrattamenti soprattutto sugli arredi, situazione segnalata nel 29% delle scuole monitorate. Le palestre sono poche e malmesse: ben il 39% delle scuole non ha una palestra. Per il restante 61%, la palestra è collocata in un locale spesso fatiscente, sporco e inadeguato allo svolgimento delle attività. Il 50% ha un impianto elettrico arretrato e nessuna norma antincendio, il 42% non ha porte antipanico, il 30% presenta segni di fatiscenza o crolli di intonaco. Il 29% ha attrezzature sportive danneggiate e addirittura c'è un 9% che non ha alcuna attrezzatura.

I pavimenti dei bagni presentano numerose irregolarità nel 12% delle scuole monitorate mentre finestre non integre sono presenti nel 17% dei casi. Riguardo alle porte esse sono state trovate in cattive condizioni nel 31% delle scuole. Ben il 30% è sprovvisto di bagni per studenti disabili. Sul tema della certificazione la situazione si conferma, come negli scorsi anni, gravissima. Il certificato di agibilità statica è presente solo nel 34% delle scuole, quello di agibilità igienico-sanitaria è disponibile nel 39% dei casi, quello di prevenzione incendi nel 37%. La segnaletica è messa male: ancora una scuola su quattro non ha la piantina con i percorsi di evacuazione e le uscite di emergenza non sono segnalate nel 17% dei casi. Nelle scuole che hanno laboratori scientifici, solo il 63% ha cartelli informativi sulle precauzioni da seguire e l'84% possiede armadi chiusi per riporre sostanze e attrezzature pericolose. Assai scarsa è la formazione del personale: nel dettaglio, una scuola su quattro non attua corsi sulla sicurezza del lavoro, il 17% non fa le prove di evacuazione, ben il 42% non fa corsi di primo soccorso né di prevenzione incendi e addirittura l'83% non ha svolto alcun corso sulla sicurezza elettrica.

A questo va aggiunto che nel 2008 sono stati circa di 90.000 le denunce di infortunio presentate dagli studenti di queste 250 sono state indennizzate per inabilità permanente,


RETE STUDENTI SALERNO

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