lunedì 2 novembre 2009

L’istruzione è un diritto umano in sé per sé. E nel contempo un mezzo indispensabile per la realizzazione degli altri diritti umani (A guide to human rights – institutions- standards procedures)


L’art.34 della Costituzione Italiana afferma: “La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie, ed altre provvidenze che devono essere attribuite per concorso”.

Purtroppo questo diritto negli anni è stato più volte calpestato da governi di destra e centro – sinistra, che con la scusa di promuovere la fantomatica meritocrazia ( concetto esistente solo sulla carta) e l’economicità di gestione, non hanno fatto altro che distruggere e sferrare colpi mortali al già fatiscente mondo dell’istruzione pubblica.

Considerata la carenza di fondi stanziata dalla Regione Campania per il diritto allo studio, determinata dalla Riforma Gelmini,, non possiamo accettare lo sperpero degli stessi effettuato da parte delle associazioni studentesche per il finanziamento di progetti pseudo culturali, limitando così di fatto a parecchi studenti ( che realmente hanno bisogno di tali fondi) di accedere alle borse di studio, e facendoli trovare di fronte alla deridente dicitura: “idoneo ma non meritevole”.

La legge regionale n.21 del 3 settembre 2002 (norme sul diritto agli studi universitari – adeguamento della legge 2/12/1991, n.390) in attuazione degli art.3 e 34 della Costituzione, disciplina gli interventi per la concreta attuazione, in ambito regionale, del diritto allo studio universitario. Tale legge è stata il frutto di estenuanti lotti portate avanti dagli studenti negli anni passati, il cui fine era appunto consentire la piena realizzazione del diritto allo studio e fare in modo che tutti potessero accedere all’università senza discriminazioni ( che in questo caso sono soprattutto economiche), per la concreta realizzazione di quel principio di eguaglianza sostanziale sancito dall’art.3 e 2 della Cost. che a noi è caro.Tale legge stabilisce l’istituzione del c.d. ADISU, le quali in accordo con le univesità, offrono la possibilità ad Associazioni e Cooperative studentesche di accedere a contributi per lo svolgimento di iniziative culturali aventi il carattere di interesse generale ( art.16 comma 4 della legge n.21/2002).

I diritti ottenuti attraverso le lotte passate, oggi vengono sviliti dall’operato di tali associazioni, che sono divenute dei veri e propri centri di interesse che gestiscono tali fondi a proprio vantaggio e non nell’interesse della collettività studentesca. Con il loro operato hanno reso evidente il loro agire politico volto a non mettere in discussione i c.d. poteri forti esistenti nella nostra università, diventando di fatto collusi al sistema clientelare e baronale vigente in molte facoltà.

Riteniamo che sia molto più utile utilizzare i fondi per maggiori borse di studio, che sperperarli in 3 giorni di concerti ( vedi CAMPUS in festa) o corsi di disc jokey ( vedi ASP) in quanto non pensiamo che tali attività possano contribuire ad implementare la cultura di noi studenti. Inoltre di fronte all’attuale crisi economica e ai tagli effettuati dalla riforma Gelmini ( contro cui Pasquino & company si sono schierati) ci sembra uno schiaffo alla miseria buttare soldi in attività che di culturale hanno ben poco. Mentre saremo ben lieti se tali fondi venissero spesi in progetti culturali o che possano rappresentare anche una possibilità di sbocco lavorativo per gli studenti.

Vogliamo che i fondi destinati alle borse di studio siano implementati, attraverso un ridimensionamento dei fondi destinati alle associazioni. Inoltre chiediamo che ci sia un maggiore controllo rispetto alle attività da queste organizzate. A tal fine invitiamo tutti gli studenti a vigilare sull’operato di tali associazioni e a denunciare gli eventuali atti di sciacallaggio.

Vi ricordo che tali associazioni si sostentano con i soldi della nostra tassa regionale (62.50€) quindi è vostro diritto sapere questi fondi che fine fanno!!!

NON LASCIAMOCI PRIVARE DEL NOSTRO FUTURO !!!

RETE STUDENTI SALERNO

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