
Si è portato in questo modo a conclusione un iter parlamentare che dura da due anni. Infatti il governo Berlusconi, con l’articolo 23 bis della Legge 133/2008, aveva provveduto a regolamentare la gestione del servizio idrico integrato che prevedeva, in via ordinaria, il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali a imprenditori o società , mediante il rinvio a gara , entro il 31 dicembre 2010. Quella Legge è stata approvata il 6 agosto 2008, mentre l’Italia era in vacanza. Un anno dopo, precisamente il 9 settembre 2009, il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge (l’accordo Fitto- Calderoli), il cui articolo 15, modificando l’articolo 23 bis, muove passi ancora più decisivi verso la privatizzazione dei servizi idrici.
L’ormai legge Ronchi, all'articolo 15, stabilisce che entro il 31 dicembre 2011 tutte le gestioni interamente pubbliche di servizi locali cesseranno di essere tali e dovrà essere ceduta la quota del 40% del capitale di ogni azienda a società private. Il meccanismo di trasferimento della quota di capitale potrà essere quello della gara fra imprese pubbliche e private. Il decreto introduce un'ulteriore possibilità stabilendo che le società miste pubblico-privato (purché la quota privata della società sia di almeno il 40% del capitale) potranno accedere al capitale delle aziende che gestiscono i servizi pubblici locali attraverso semplici criteri di libero mercato, senza l'obbligo di ricorrere ad alcuna gara.
La liberalizzazione dell'acqua prevista nel decreto Ronchi peserà secondo le associazioni di consumatori sui cittadini con aumenti compresi tra il 30% e il 40%.

Nonostante sia oramai sotto gli occhi di tutti che le gestioni del servizio idrico affidate in questi ultimi anni a soggetti privati, sperimentate in alcune Provincie Italiane o a livello europeo(infatti gli altri paesi europei che avevano già approvato la privatizzazione dell'acqua stanno tornando indietro, come sta succedendo ad esempio in Francia.)abbiano prodotto esclusivamente innalzamento delle tariffe, diminuzione degli investimenti e un aumento costante dei consumi, si continua a sostenere che mercato e privati siano sinonimi di efficienza e riduzioni dei costi.
L’ACQUA E’ UN BENE COMUNE DELL’UMANITA’ E COME TALE E’ NOSTRO DOVERE LOTTARE PER LA SUA TUTELA!!!
LOTTARE PER L’ACQUA PUBBLICA SIGNIFICA ANCHE BATTERSI PER LA DIFESA DEI BENI COMUNI E CONTRO LA LORO MERCIFICAZIONE!!!!
NON LASCIAMOCI PRIVARE DEI NOSTRI DIRITTI!!!!
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