lunedì 16 novembre 2009

A quando la caduta del muro del denaro?

Editoriale dei bollettini di fabbrica pubblicate dalla Frazione "l'Etincelle" di Lutte Ouvrière

A quando la caduta del muro del denaro ?
9 novembre 2009 Hillary Clinton, Gordon Brown, Dimitri Medvedev, e Nicolas Sarkozy si sono precipitati a Berlino per festeggiare, con Angela Merkel, i 20 anni della caduta del muro. Putin mancava al quadro, lui che è un esempio della riuscita di questa fine del « blocco sovietico » , che l’ha fatto passare, da oscuro tenente colonnello del KGB, quale era nel 1989 in Germania dell’ l’Est, al rango di uomo forte di una Russia rientrata nel girone del mondo capitalistico, del denaro re e della corruzione. Questo muro, costruito per arrestare l’emorragia di quelli che lasciavano l’Est per l’Ovest , dove il livello della vita era nettamente più elevato, faceva di questo mezzo paese, che di comunista aveva solo il nome, e dove ogni opposizione politica era repressa, una prigione di popoli. La frontiera tra le due Europe, di cui il muro di Berlino era soltanto un anello, era una mostruosità. Ma le grandi potenze che ne festeggiano la fine, non sono le stesse che avevano deciso di comune accordo, alla fine della guerra mondiale, di dividere l’Europa in due ?Nella Germania riunificata le ineguaglianze rimangono, con salari sempre più bassi all’est che all’ovest e un tasso di disoccupazione più forte. E soprattutto si accrescono tra i ricchi e i poveri in tutto il paese, come qui in Francia, con la crisi.La fine del blocco dell’Est è stata soprattutto una festa per i finanzieri di Wall Street (la « Via del muro »… e del denaro ), delle borse di Parigi, Londra o Tokio, che possono far danzare i loro capitali da un punto all’altro del pianeta, sfruttare la manodopera in Romania, Russia o Cina. Ma ha facilitato più la libera circolazione delle merci e dei capitali che quella dei popoli. Perché, per un muro perduto, ce ne sono dieci ritrovati. 730 chilometri di muro sono stati eretti dal governo di Israele per separare i ghetti di miseria dove è rinchiusa la popolazione palestinese, dalle colonie israeliane impiantate in Cisgiordania. Un muro di cui, venerdì scorso, gli abitanti del piccolo villaggio palestinese di Nilin hanno simbolicamente abbattuto un pezzo. E’ un sipario di ferro di 1 200 chilometri di lunghezza, bordeggiato da una “terra di nessuno” bardata da dispositivi elettronici, telecamere, sensori terrestri, che gli Stati Uniti costruiscono alla frontiera del Messico per impedire l’immigrazione clandestina. Il muro di Berlino ha fatto 137 morti tra il 1961 e il 1989. Ma più di 5 000 emigranti sono morti mentre tentavano di passare dal Messico agli USA, nel corso di 15 anni, uccisi dalle guardie di frontiera, o morti mentre tentavano di passare dalle zone montagnose e desertiche meno sorvegliate. I governi di Francia, Inghilterra, Spagna, Italia, non hanno bisogno di muri per dare la caccia agli immigrati venuti dai paesi del sud. Hanno i mari. Il 25 settembre, una piccola imbarcazione, con 60 emigranti di Guinea e Senegal, si è rovesciata, tra il Marocco e la Spagna. Gli 11 sopravvissuti sono stati subito rispediti in Africa. In agosto, 73 altri, venuti dall’Etiopia e dall’Eritrea, erano morti di fame e di sete su un battello al largo della Sicilia . Il governo italiano ha istituito il delitto di aiuto all’immigrazione clandestina per i pescatori che provvedessero a soccorrere queste imbarcazioni sventurate. Come il governo francese, che ha fatto dell’aiuto ai rifugiati di Calais un delitto. E Sarkozy e Brown organizzano in comune i charter per rispedire gli emigrati afgani al loro paese d’origine, là dove Francia, Inghilterra e USA conducono una guerra sanguinosa. Muri, reticolati, cacce all’uomo non impediscono a milioni di donne e uomini, che lasciano i paesi dove le grandi potenze e i loro trust mantengono la miseria, di affluire, a rischio della vita, verso i paesi ricchi per trovarci di che far sopravvivere le loro famiglie. Tanto più che i padroni di qui sono troppo contenti di poterli sottopagare perché sono senza diritti. Fino a quando questi, lavoratori come noi, si ribellano collettivamente per imporre i loro diritti, come i 5 000 lavoratori sans papiers attualmente in sciopero nella regione parigina. .Per finirla con queste barriere, che i governanti erigono un po’ dappertutto nel mondo per proteggere i possidenti dalla miseria che essi stessi generano, bisognerà farla finita con le banche, e i grandi trust che dominano il mondo. E’ il muro dei soldi che bisognerà far saltare.

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