lunedì 4 ottobre 2010

Speciale Ecuador. Correa "Il golpe è fallito. Non ci sarà perdono"

01.10.2010

Hanno sequestrato per 12 ore la democrazia ecuadoriana ma hanno perso!

Come Giornalismo partecipativo aveva annunciato fin dall’1.30 ora italiana la strada del blitz per liberare il presidente prendeva campo come l’unica possibile. Intanto era sempre più importanti le testimonianze sulle infiltrazioni nella polizia, su civili in genere riconoscibili come vicini a Lucio Gutiérrez (l’ex presidente fondomonetarista su posizioni apertamente eversive) per esempio nell’assalto a Ecuador TV subito dopo che il canale pubblico era riuscito a far parlare in diretta al paese il presidente ancora sequestrato. Gli squadristi che hanno assaltato Ecuador TV e spento il segnale per oltre un’ora non erano infatti poliziotti ma civili comandati da Pablo Guerrero, avvocato di Lucio Gutiérrez.

Poco prima delle 4 di mattina, ora italiana, l’esercito che fino a quel momento si era tenuto a distanza arriva nelle immediate vicinanze dell’ospedale della polizia dove è sequestrato il presidente. Da varie informazioni nell’ospedale sono “trattenute” almeno una trentina di altre persone, in maggioranza giornalisti. Tra loro Gabriela Fajardo che si comunica col nostro contatto a Quito María Alejandra Benalcazar e le descrive il breve conflitto a fuoco al termine del quale il presidente è libero. All’operazione di riscatto hanno preso parte 500 soldati.

Alle 4.39 ora italiana il presidente è nel palazzo di Carondolet e parla all’immensa folla dei democratici ecuadoriani che con la loro azione decisa hanno impedito che il golpe prosperasse. Se infatti a Quito e Guayaquil per ora la città è stata in balia dei golpisti che hanno anche controllato a lungo e chiuso gli aeroporti, nella maggior parte dei centri minori la strada è stata da subito presa dalla popolazione.

Alle 7.00 ora italiana intanto sta cominciando a Buenos Aires la riunione straordinaria di UNASUR.

Gennaro Carotenuto su http://www.gennarocarotenuto.it/

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Le dichiarazioni di Correa: “È stato un tentativo fallito di colpo di Stato”

(La Radio del Sur)

Il mandatario ecuadoriano ha esposto le informazioni in suo possesso che accusano individui vicini all’ex presidente Lucio Gutiérrez. Ha annunciato che verrà effettuata una profonda epurazione nella polizia.

Il presidente dell’Ecuador, Rafael Correa, che ieri è stato vittima di una sollevazione della polizia, ha dichiarato che questa azione è stato un chiaro tentativo di cospirazione nel quale sarebbero coinvolti individui vicini al destituito presidente Lucio Gutiérrez.

Sulla rete nazionale, il mandatario ha raccontato che si era diretto al reggimento Quito Nº 1 immediatamente dopo essere venuto a conoscenza della ribellione di un gruppo di poliziotti che reclamavano per una presunta decurtazione dei loro stipendi.

“Questa non è stata una rivendicazione salariale ma un chiaro tentativo di cospirazione”, ha detto.

Correa ha ringraziato la sua scorta personale che a rischio della vita ha preservato la sua integrità fisica.

Civili incappucciati armati di mitra hanno brutalmente represso i cittadini, guidati dal Ministro degli Esteri Ricardo Patiño, che si erano mossi dal Palazzo del Governo in difesa del mandatario.

Tutti gli elementi che hanno partecipato all’insurrezione che ha tanto danneggiato le istituzioni e il Paese saranno puniti come meritano “qui non ci sarà né perdono né oblio”, ha avvertito.

Oltre ai cospiratori di sempre, Correa sospetta che dietro la sollevazione si possano nascondere elementi in uniforme che nel passato ricevevano contributi economici da potenze straniere.

“Gli irresponsabili di sempre ci hanno danneggiato presentandoci come forse molti ci vorrebbero vedere, come una repubblica da operetta, dove sedicenti poliziotti, cercando presunte migliorie salariali, sequestrano il presidente stesso della Repubblica”, ha detto.

“Ma che nessuno si inganni: non è stato questo il motivo, non è questo ciò che è successo oggi. Quello che è accaduto è un tentativo di colpo di Stato, di cospirazione, di destabilizzazione, cosa che ai cospiratori non è riuscita grazie all’atteggiamento del Governo Nazionale, al popolo ecuadoriano e alle forze dell’ordine leali”, ha sottolineato il mandatario.

In questo senso ha segnalato che le azioni insurrezionali sono state una serie di azioni coordinate che volevano creare il caos con il pretesto che sarebbero stati tolti benefici economici a poliziotti e militari, cosa che, ha aggiunto, è falsa.

Ha individuato Gilmar Gutiérrez e Fausto Cobos, parlamentari del partito Sociedad Patriótica, dell’oppositore Lucio Gutiérrez, come responsabili di campagne di disinformazione con caratteristiche di guerra psicologica, con il proposito di sollevare le truppe in armi contro il potere costituito.

Per questo ha annunciato che “non ci sarà né perdono né oblio” per i responsabili della rivolta e che verrà effettuata una profonda epurazione nella Polizia.

Correa ha confermato la morte del sergente Floilán Jiménez e la presenza di 27 feriti dopo lo scontro verificatosi tra poliziotti e manifestanti e militari, come ha informato Andes.

All’operazione per liberare il capo dello Stato, che è rimasto sequestrato nell’Ospedale della Polizia per dodici ore, hanno partecipato 35 ufficiali e 500 uomini (300 delle Forze Speciali e 200 di altre unità), secondo le informazioni fornite da Luis Castro, comandante delle Forze Speciali.

Anche se non ha precisato il numero di uomini in uniforme feriti o deceduti, l’ufficiale ha denunciato che sono stati colpiti da franchi tiratori della polizia insorta, che hanno aperto il fuoco senza controllo.



Traduzione Andrea Grillo per Senza Soste.it

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