lunedì 25 ottobre 2010

Comunicato stampa di VivaPalestina-Italia

Il convoglio VivaPalestina5, partito il 18 settembre da Londra, e giunto, attraverso Francia, Italia, Grecia, Turchia, a Lattakia (Siria) il 2 ottobre, unendosi con due convogli partiti dal Qatar e da Casablanca, ha atteso 17 giorni in quel porto il visto di entrata in Egitto, via mare. Il convoglio comprende 380 attivisti di oltre 30 paesi, 145 veicoli con aiuti umanitari, essenzialmente medicinali, protesi e materiale didattico, (la delegazione italiana è composta da 14 attivisti di cui 5 dal Piemonte, con aiuti per 50 mila euro, una ambulanza e un´auto medica).
Dopo lunghe trattative e imposizioni egiziane (dal divieto a George Galloway, leader di VivaPalestina, di entrare in Egitto, al blocco del trasporto di cemento, al re-imballaggio su pallets degli aiuti, al rifiuto di entrata per 17 degli attivisti, considerati persone non gradite), ieri sera la nave cargo, con bandiera maltese, è salpata con i veicoli, il carico e solo 30 persone. Tutti gli altri, se non ci saranno ulteriori imposizioni, partiranno con voli charters per El Arish (Egitto) nel pomeriggio.
E´ ormai evidente che dietro questo continuo succedersi di rifiuti all'entrata in Egitto e poi a Gaza del convoglio internazionale c´è l´intervento di Israele di cui il governo egiziano si sta rendendo complice e contro cui i paesi arabi "moderati" fanno molto poco.
Il governo israeliano vuole interrompere questa crescente catena di iniziative umanitarie e politiche (convogli e flottiglie) che stanno denunciando in modo ormai continuativo le politiche israeliane di assedio e blocco quasi totale della popolazione della Striscia di Gaza.Il governo egiziano si presta a questo gioco cercando di logorare la resistenza e la compattezza dei partecipanti al convoglio.
Riteniamo vergognoso che si impedisca l´arrivo di aiuti umanitari ad una popolazione già duramente provata, come quella di Gaza, sotto assedio dal 2006.
Riteniamo intollerabile che l´Egitto impedisca l´esercizio di uno dei diritti fondamentali che le convenzioni internazionali garantiscono a tutti i cittadini, una libera circolazione delle persone attraverso le frontiere di tutti i paesi del mondo. La manovra egiziana appare anche poco accorta: perché una buona parte della sua economia si regge proprio sulla libera circolazione di tutti quei cittadini, moltissimi sono gli italiani, che ogni anno visitano l´Egitto e le sue note località archeologiche.
Possono circolare liberamente i turisti che spendono soldi nei vari tour organizzati, ma sotto controllo, non possono circolare gli attivisti umanitari. Senza parlare degli immigrati clandestini che in Egitto vengono imprigionati se non spesso uccisi.
Turisti sì, attivisti no?
Riteniamo immorale come cittadini `di coscienza´ che giornali e tv non abbiano dato nessuna notizia di questi eventi. Che nessuna voce di intellettuali o accademici, si sia alzata sulla perdurante agonia della popolazione di Gaza.
Numerose iniziative si stanno ora organizzando nel paese per sostenere la missione del Viva Palestina 5, rivolgendosi al ministero degli esteri, alle ambasciate, a parlamentari a sindacati e a tutti i cittadini perché sia garantito il suo compimento.
Domani a Roma si terrà un presidio di solidarietà di fronte all'Ambasciata egiziana.
A Torino si terrà un presidio venerdì 22 ottobre, dalle ore 17, davanti alla RAI in via Verdi per dare maggiori informazioni sul convoglio.


www.resistenze.org - popoli resistenti - palestina - 20-10-10 - n. 336

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