mercoledì 12 maggio 2010

Ma la crisi è finita?

autore:
da infoaut
precariato sociale

EuroZona - Un maxi-piano di salvataggio senza precedenti, con stanziamenti fino a 750 miliardi e la partecipazione del Fmi, "per blindare la zona euro dagli attacchi della speculazione" ed evitare il rischio default di altri Paesi, dopo quello corso con la Grecia. A vararlo, dopo dieci ore di negoziati, i ministri finanziari della Ue, riunitisi a Bruxelles domenica sera.

Detto così, sembrerebbe proprio un'overdose di buone intenzioni. In realtà si vuole evitare che vada in crisi il sistema finanziario - banche, assicurazioni e fondi d'investimento - che hanno acquistato titoli di basso rating che garantivano, però, alti rendimenti. Ma c'è di più: la decisione dell'Ecofin è anche un successo per la speculazione. Con vendite allo «scoperto» di titoli che non possedevano, ha depresso le quotazioni di azioni e bond e ora, con riacquisti a prezzi stracciati, si mette in tasca miliardi di euro.

La condizione per accedere agli aiuti finanziari, infatti, è l'attuazione di una politica di "assoluto rigore". Di "lacrime e sangue", come si dice. Una premessa contro cui si stanno mobilitando da settimane i lavoratori e lavoratrici, precari* e student* greci. Chiesti anche nuovi sacrifici a Spagna e Portogallo, i due Stati considerati maggiormente a rischio in questa fase. Annunciate inoltre "misure significative" da parte della Bce. Anche il presidente Usa, Barack Obama è sceso in campo: con due telefonate a Sarkozy e Merkel, ha sottolineato la necessità di una "risposta forte" da parte dell'Europa per ridare fiducia ai mercati.

I ministri delle finanze hanno inoltre accolto l'appello alla disciplina di bilancio e di rigore monetario lanciato venerdì notte dai leader dell'Eurozona. Da qui l'invito alla Spagna e al Portogallo ad adottare nuove misure per la correzione del deficit. Da sottolineare comunque il no di Londra al piano. Il cancelliere dello Scacchiere, Alistair Darling, è stato infatti molto chiaro nel dire che il Regno Unito, fuori dalla moneta unica, non sarebbe venuto in soccorso di Paesi dell'euro in difficoltà.

Come sanno i più avvertiti - e chi la crisi ha già iniziato a pagarla sulla propria pelle - lo spettro-Grecia continua ad aleggiare e il maxi-piano altro non è che un'ulteriore e più intensiva applicazione del dispositivo di "finanziarizzazione della vita" che negli ultimi due decenni si è imposto come codice regolatore del capitalismo mondiale. Per ora è la vita degli uomini e delle donne greche ad essere sussunta nel meccanismo ma dietro c'è già una lunga lista di paesi (e relative popolazioni) a rischio: Spagna, Portogallo, Irlanda, Italia...

intervista con Andrea Fumagalli



Nessun commento:

Posta un commento

yh

yh