venerdì 21 maggio 2010

Napoli: «Adunata sediziosa», 18 avvisi di garanzia per gli antirazzisti napoletani

Sono diciotto gli attivisti della rete antirazzista napoletana che hanno ricevuto un avviso di garanzia per «adunata sediziosa» e «resistenza aggravata» (articoli 655, 337 e 339 del codice penale). Le contestazioni si riferiscono alle cariche avvenute lo scorso 14 aprile all'esterno della Questura in seguito alla decisione di portare i nove immigrati della «Vera D», di cui sei minorenni, nel Centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Brindisi. Quella sera circa una centinaio di persone si riunirono all'esterno dell'ufficio stranieri con l'intenzione di impedire l'uscita della volanti che avrebbero dovuto portare gli immigrati in Puglia. Al momento dell'uscita delle auto la polizia caricò il presidio per liberare la strada, tra i manifestanti vi era anche il padre comboniano Alex Zanotelli.

LA REAZIONE - Oggi, dopo la notifica dei provvedimenti, gli attivisti hanno diramato un comunicato in cui, oltre a contestare gli addebiti, ironizzano sull'ipotesi di reato formulata dalla Procura: «Ma dove l'hanno ripescata l'"adunata sediziosa"?». «Nel processo intendiamo fare luce sull'irregolarità della gestione dell'intera vicenda Vera D - spiega uno degli antirazzisti - A sei minorenni fu notificato il respingimento ancora prima di chiedergli quanti anni avessero. Ma la convenzione per i diritti dei minori dell'Unicef spiega chiaramente che il respingimento è vietato per i minorenni e che nel dubbio i loro diritti devono prevalere. Nel processo chiameremo quindi a testimoniare sulle irregolarità anche il dirigente della Questura Eduardo Battista, capo dell'ufficio stranieri». La raccomandazione di tutela dei minorenni è contenuta in una circolare del ministero dell'Interno, del 9 luglio 2007 (Prot. n. 17272/7 Roma), in cui si specifica chiaramente che «la minore età deve essere presunta qualora la perizia di accertamento indichi un margine di errore».

LA VICENDA - La nave liberiana «vera D» arrivò nel porto di Napoli il 12 aprile scorso. L'imbarcazione fu immediatamente bloccata perché al suo interno furono ritrovati nove immigrati irregolari di origine nigeriana e ghanese, cinque dei quali affermavano di essere minorenni. La polizia di frontiera chiese il respingimento (vietato per i minorenni) mentre gli stranieri avanzarono richiesta di asilo politico. In loro favore si mobilitarono immediatamente il «Forum antirazzista» di Napoli, che rappresenta 53 associazioni, alcuni politici e sindacalisti. I minorenni furono sottoposti a degli esami biometrici dai medici del Santobono che affermarono che i giovani avrebbero avuto all'incirca 18 anni. In attesa della risposta alla domanda d'asilo lo Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) si era offerto di ospitarli ma la polizia preferì portare gli immigrati, che nel frattempo erano scesi dalla nave, al Cie di Brindisi. Fu allora che avvennero le cariche della polizia mentre, nella notte del 14, gli attivisti tentavano di impedire l'uscita delle auto della polizia. In Puglia però ci fu l'ultimo colpo di scena: nell'udienza di convalida della richiesta di respingimento, il giudice di pace, Mario Gatti, riconobbe come «presunti minorenni» sei immigrati e li liberò.

fonte: corriere del mezzogiorno

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