lunedì 21 giugno 2010

Stefano Cucchi, chiesti 13 rinvii a giudizio

La procura di Roma ha chiesto ieri il rinvio a giudizio per tredici tra medici, infermieri e agenti penitenziari accusati di aver provocato la morte di Stefano Cucchi, il geometra di 31 anni morto il 22 ottobre scorso nel repartino penitenziario dell'ospedale Pertini, una settimana dopo il suo arresto per possesso di droga. Sotto processo rischiano di finire, tra gli altri, il responsabile di quel reparto e il direttore dell'ufficio detenuti del provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria. I reati contestati vanno dalle lesioni aggravate all'abuso di autorità, dal falso ideologico all'abuso d'ufficio, dall'abbandono di persona incapace al rifiuto in atti d'ufficio, fino al favoreggiamento ed all'omissione di referto. Il legale dei Cucchi, Fabio Anselmo, annuncia una memoria al gip sull'ipotizzabilità dell'accusa di omicidio preterintenzionale a carico delle guardie penitenziarie. L'avvocato si è detto soddisfatto delle accuse rivolte ai medici, sarebbero "quasi un omicidio volontario"."Siamo contenti che per tutti gli indagati ci sia stata la richiesta di rinvio a giudizio", dice a caldo Ilaria Cucchi, sorella di Stefano che, 24 ore prima è stata premiata con Patrizia Aldrovandi dai giornalisti Articolo 21 per il coraggio nella ricerca di verità e giustizia. Restano fuori dall'indagine i carabinieri che arrestarono il ragazzo e lo interrogarono. Stefano, dopo una notte in guardina, arrivò all'udienza di convalida - secondo la testimonianza di suo padre e la deposizione del militare che lo prelevò quella mattina - che camminava a fatica e aveva il volto segnato. Spulciare le carte dell'inchiesta rinnovrebbe tutti gli interrogativi su quella notte. Forse è per questo che molti cronisti preferiscono chiedere ai genitori solo i filmini di Stefano da bambino.

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