sabato 12 giugno 2010

Polemiche su no Italia a Onu su tortura in codice penale

La decisione del governo italiano di non inserire la tortura tra i reati del codice penale, come raccomandato nei mesi scorsi dal Consiglio per i Diritti Umani dell'Onu, sta provocando una polemica politica in Italia.

Oggi, nell'ambito della revisione del dossier sull'Italia da parte del Consiglio per i diritti Umani, la rappresentante italiana Laura Mirichian ha detto che l'Italia ha accettato 78 raccomandazioni sulle 92 formulate complessivamente a febbraio dall'organismo di Ginevra, di cui fanno parte 47 stati.

Mirichian - come indica il sito web del Consiglio - ha detto che l'Italia è intervenuta in particolare su settori come quello delle politiche per l'integrazione delle pari opportunità, ma anche con la ratifica della Convenzione di Varsavia sulla protezione delle vittime dei trafficanti di esseri umana. La rappresentante italiana ha anche annunciato il prossimo lancio di un Piano d'azione nazionale contro il razzismo e la discriminazione razziale.

Altre due raccomandazioni sono state accolte parzialmente, 12 respinte. Tra quelle respinte, la rappresentante di Amnesty alla seduta odierna ha criticato la mancata introduzione nel codice penale del reato di tortura, ma anche la "criminalizzazione" degli immigrati irregolari.

"E' gravissimo il no dell'Italia all'introduzione di una definizione esplicita di ''tortura'', nel Codice penale così come raccomandato dal Consiglio diritti umani dell'Onu", ha commentato in una nota Gianclaudio Bressa, capogruppo del Partito democratico alla commissione Affari Costituzionali della Camera e primo firmatario du una proposta di legge che punta proprio a inserire nel codice la tortura.

" E' inconcepibile che nel 2010 il governo di un Paese la cui Costituzione è tra le più avanzate del mondo rifiuti di far proprio ciò che viene considerato un valore indiscutibile e condiviso". Il voto dell'Italia sulla tortura ci fa vergognare di essere italiani", ha detto in un comunicato il presidente dei Verdi Angelo Bonelli, ricordando che la "patria di Cesare Beccaria è sempre stata un punto di riferimento in campo internazionale per il rispetto dei diritti umani ed un baluardo contro la tortura... siamo a una regressione preoccupante ed inspiegabile".



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