mercoledì 25 agosto 2010

LETTERA DI UN OPERAIO A NAPOLITANO (SU FIAT MELFI E I 3 LICENZIATI-REINTEGRATI-CONFINATI)


qui sopra le parole di Napolitano e qui sotto le reazioni da dx a sx. che non colgono il senso...


COME OPERAIO VORREI FARE 2 OSSERVAZIONI A NAPOLITANO E COMPAGNIA CANTANTE;

Sig. Presidente Napolitano, lei e' un politico abile, di lunga data, ha il piu' alto grado di potere in questa martoriata Repubblica, non le sembra di abdicare e/o di essere ondivago, di astenersi dal suo ruolo quando consiglia meramente di "rimettersi all'attivita' giudiziaria" agli operai, senza neanche dare un monito ai prepotenti della Fiat?

Mi scusi sig. presidente, Mi presento, Sono Un Operaio tra i tanti di una fabbrica del gruppo Fiat ubicata nel nord del paese. Chi Le parla ha vissuto di persona una odissea giudiaziaria con Fiat, e Le posso dire che, come ben sa' in quanto Avvocato, ci sono 3 gradi di giudizio, il processo civile ( ma anche quello penale) puo' durare anni. Le posso assicurare che e' durato anni per tanti operai licenziati ingiustamente (nel mio caso i 3 gradi di giudizio hanno totalizzato 8 anni).

Sa' cosa succede? Ci si sente annullati, annichiliti alla base dei propri rapporti sociali, nella societa' come in famiglia. Nel tempo poi i ricatti economici di chi ha potere e soldi aumentano a dismisura e gli operai si trovano sempre con pochi mezzi, spesso soli a "cercar giustizia" nelle aule di tribunale, per chi gli va' bene (e si da' da fare)qualche assemblea pubblica, nel quale esprimere qualche idea, e tanti sacrifici, tanto dimenticatoio, oblio.

Nel frattempo In fabbrica si fanno avanti i problemi immediati, con la crisi, si aprono voragini nella condizione operaia, per non parlare della societa' poi, la solidarieta' si dirada, inevitabilmente prevale la dimensione di lotta quotidiana, che il piu' delle volte e' mera sopravvivenza senza lotta, per gli operai e' particolarmente pesante.

Per rendergliela veramente concreta; i 3 Operai Fiat licenziati di Melfi si appellavano a lei, al suo ruolo, per sollecitare il reintegro immediato degli stessi sul posto di lavoro censurando il comportamento inaccettabile degli alti papaveri di fiat. Esattamente questo era l'invito che le era rivolto, che si schiarasse a favore del piu' debole che ha sete di giustizia sociale, di dignita', proprio perche' continuamente privati, nella realta' di tutti i giorni.

MA DI TUTTO QUESTO NEL SUO BREVE TELEGRAMMA NON VI E' "SFORTUNATAMENTE" TRACCIA.

ANZI CONCLUDE IL SUO RISICATO COMUNICATO PRENDENDO A CUORE "L'ASPRA CONCORRENZA CHE DEVE AFFRONTARE L'AZIENDA", COSA FRA L'ALTRO CHE NON PUO' ENTRARE E NON E' STATO PRESO NEANCHE IN ESAME COME ARGOMENTO GIUSTIFICATIVO IN NESSUN MODO, NE NEL PROCESSO DI MERITO NE' NEL MERITO EFFETTIVO CONSIDERANDO ANCHE CHE FIAT OPERA IN REGIME DI MONOPOLIO IN ITALIA

*FINANZIAMENTI A PIOGGIA A FINE 2009 di 400 MILIONI DI EURO DI CONTRIBUTI AGLI INVESTIMENTI AL POSTO DEI SOLDI 2008 SULLA ROTTAMAZIONE (fonte il fatto quotidiano 14 novembre 2009).

Riguardo poi alle dichiarazioni dei politici posso solo affermare che la ruffianeria in italia non ha limiti, il pensiero critico e' sempre meno utilizzato, e dare "interessati" apprezzamenti su quello che Lei non HA detto e' semplicemnte puerile.

La saluto Cordiamente sig. Presidente.
Un Operaio Fiat

fonte: Indymedia

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