martedì 31 agosto 2010

San Salvo - Lavoratori sospesi dopo uno sciopero

San Salvo, pugno duro nei confronti di quattro addetti del centro di smistamento Conad

SAN SALVO. Pugno duro della Cft di Firenze, azienda che lavora per il centro smistamento Conad di Piana San Angelo, nei confronti di quattro dipendenti iscritti al sindacato Slai Cobas. I lavoratori sono stati sospesi in via cautelativa per aver partecipato a uno sciopero. A giudizio dell'azienda, il loro comportamento avrebbe impedito il corretto svolgimento dell'attività lavorativa. Lo Slai Cobas non ci sta e annuncia l' impugnativa del provvedimento davanti al tribunale di Vasto. Clima infuocato nello stabilimento sansalvese del gruppo Conad dopo la sospensione cautelativa di 4 dipendenti della Cft, la coop toscana addetta al facchinaggio e trasporto delle merci del consorzio. Venti dei 200 addetti nella azienda abruzzese, giovedì pomeriggio, hanno incrociato le braccia dalle 15 alle 18 per protestare contro le pracarie condizioni di lavoro, sia dal punto di vista igienico che della sicurezza. Lo sciopero è stato indetto dalle Rsa dello Slai Cobas. Fra i manifestanti due sindacalisti attivi dello Slai e due iscritti. A parere del sindacato, l'astensione dal lavoro è stata pacifica e in linea con quanto preveede lo statuto dei lavoratori. Alle 18, gli scioperanti sono tornati a casa. La sorpresa per i 4 sindacalisti dei Cobas è arrivata ieri mattina. «Entrati in azienda, hanno ricevuto una lettera in cui veniva comunicata loro la sospensione cautelativa dal lavoro per avere impedito il corretto svolgimento dell'attività lavorativa», fa sapere Andrea Di Paolo, coordinatore provinciale Slai Cobas di Campobasso. Alla scena hanno assistito anche i carabinieri della stazione di San Salvo che si trovavano davanti ai cancelli della fabbrica a scopo preventivo. «E' un fatto inaudito», tuona Di Paolo, «siamo in stato di assedio. Ai lavoratori viene negato il diritto di scioperare. Quello dei responsabili della Cft è un comportamento antisindacale contro il quale ci appelleremo al Tribunale di Vasto». La Cft, è azienda leader nel settore del facchinaggio. In tutta Italia conta 1500 lavoratori. Il 60 per cento dei dipendenti occupati a San Salvo, all'interno del centro smistamento merci Conad, è di origine straniera. «Sono lavoratori extracomunitari assunti con contratto multiservizio», fa sapere lo Slai Cobas convinto che i 4 manifestanti siano stati «puniti perché iscritti al sindacato. I 4 lavoratori sono stati trattati in modo scorretto. Quello dell'azienda è un atto inaudito e tristissimo. Il primo passo che precede il licenziamento», incalza Di Paolo. Le altre sigle sindacali per il momento tacciono. L'azienda, che da parte sua ritiene di essere stata danneggiata, è pronta a rispondere al sindacato nelle sedi opportune. Certo è che la vicenda aumenta la preoccupazione di tanti precari. Anche perché fa il paio con la disavventura capitata a Giovanni Musacchio, il dipendente della Fiat di Termoli licenziato dopo aver partecipato al presidio di Pomigliano D'Arco, il 22 giugno scorso. Lo Slai Cobas non accetta il pugno di ferro e non intende subire passivamente un comportamento che definisce qualcosa di molto simile a una rappresaglia.

28 agosto 2010

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