martedì 24 agosto 2010

Noi, detenuti, non possiamo più tacere

FONTE: IL MANIFESTO 21 AGOSTO 2010

Pubblichiamo una denuncia che abbiamo ricevuto da alcuni detenuti del carcere di Tolmezzo (Udine).

Noi detenuti della casa circondariale di Tolmezzo abbiamo deciso di scrivere questa lettera dopo l'ennesimo pestaggio avvenuto nelle carceri italiane.

Dopo i casi di Marcello Lonzi a Livorno, di Stefano Cucchi a Roma, di Stefano Frapporti a Rovereto e di tanti, troppi, altri in giro per la penisola, siamo costretti a vedere con i nostri occhi che la situazione carceraria in Italia non è cambiata per niente.

Mentre da una parte ci si aspetta dai detenuti silenzio e sottomissione per una situazione inumana (quasi 70.000 prigionieri a fronte di nemmeno 45.000 posti, percorsi di reinserimento sociale pressoché inesistenti, scarsissima assistenza sanitaria, fatiscenza delle strutture, ecc..) si ha dall'altra il solito trattamento vessatorio da parte del personale penitenziario, non giustificabile con la solita scusa sulla scarsità di uomini e mezzi.

Denunciamo quello che, ancora una volta, è successo venerdì 13 agosto proprio qui a Tolmezzo, dove un ragazzo, M.F. , è stato picchiato con tanto di manganelli nella sezione infermeria.

Se come per altre volte i protagonisti dell'aggressione erano, tra gli altri, graduati ormai noti ai detenuti per le loro provocazioni, l'altra costante è stata la completa assenza del comandante delle guardie e della direttrice dell'istituto.

La nostra situazione è fin troppo pesante per accettare anche la sottomissione fisica dopo quella psicologica. Per noi tacere oggi potrebbe voler dire ricevere bastonate domani se non fare la fine dei vari Marcello o Stefano domani l'altro. Noi non ci stiamo e con questa nostra ci rivolgiamo a chiunque nel cosiddetto mondo libero voglia ascoltare, affinché la nostra voce non cada morta all'interno di queste mura.

*** Alcuni detenuti del C.c.

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