venerdì 12 marzo 2010

Napoli: suicida a Poggioreale, detenuto affetto da schizofrenia

Apcom
Angelo Russo, 31 anni, affetto da una grave forma di schizofrenia, era stato arrestato il 24 febbraio scorso febbraio con l’accusa di aver violentato una ragazza di 19 anni, mentre entrambi erano ricoverati in un Istituto di Igiene Mentale a Pozzuoli. Ieri sera si è impiccato nel carcere di Poggioreale.
Salgono a 14 i detenuti suicidi dall’inizio del 2009, mentre il carcere si riconferma ancora una volta come "ricettacolo" di ogni forma di disagio sociale: una recente ricerca, realizzata dalla Simspe (Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria) ha rivelato che il 10% della popolazione detenuta è affetta da malattie mentali. Si tratta di oltre 6.000 persone: 1.533 internate nei 6 Opg (Ospedali Psichiatrici Giudiziari) e le altre recluse nelle sezioni per detenuti comuni.
Russo era in carcere da meno di due settimane (formalmente indagato e non ancora rinviato a giudizio) sulla base di una presunzione di "pericolosità sociale", che è particolarmente difficile da definire quando una persona è affetta da patologie psichiche, poiché va innanzitutto valutata la sua "capacità di intendere e volere".
Una volta escluso il "vizio totale di mente" - che impedirebbe la celebrazione del processo e la detenzione in regime ordinario, sostituita da una "misura di sicurezza" come l’internamento in Ospedale Psichiatrico Giudiziario - il detenuto malato mentale va comunque sottoposto a cure e attenzioni particolari, anche per evitare il rischio di suicidi e autolesionismi.

Nel carcere di Poggiorale situazione è da terzo mondo

Il Mattino
Il carcere di Poggioreale ancora sotto i riflettori. Dopo l’inchiesta pubblicata dal nostro giornale sugli sprechi e i disservizi legati a una struttura obsoleta, nella quale anche la Procura sospetta che la camorra continui a reclutare nuove leve, e dopo l’interrogazione parlamentare della senatrice Annamaria Carloni che ha chiesto al ministro Alfano chiarimenti sul rapporto riservato inviato al capo del dap Franco Ionta, l’attenzione si è soffermata sulle strutture cliniche del padiglione San Paolo.
Ieri, dopo la denuncia del dottor Vittoriano L’Abbate (responsabile nazionale della Medicina penitenziaria) che ha parlato delle disfunzioni legate alla chiusura della sala operatoria (da due anni), sono intervenuti l’assessore regionale alla Sanità Mario Santangelo e Maria Grazia Falciatore, commissario dell’Asl Napoli 1.

"Nonostante il problema delle sale operatorie presenti all’interno di Poggioreale e Secondigliano che sono chiuse - afferma Falciatore - i detenuti nella nostra struttura sono ben seguiti e curati, i disagi legati alle liste di attesa per gli interventi programmati sono gli stessi di quelli che incontra un normale cittadino. Oggi garantiamo la presenza quotidiana di specialisti e assicuriamo gli interventi di piccola chirurgia. E questo, nonostante le difficoltà economiche".
Interviene anche il direttore del carcere di Poggioreale, Cosimo Giordano: "Dopo il primo periodo di assestamento, il passaggio delle competenze sanitarie alla Asl Napoli 1 sta dando ottimi risultati, grazie all’impegno e alla professionalità del personale sanitario che opera nel carcere. L’assistenza all’interno dell’Istituto è garantita con la presenza di un medico in ognuno dei dieci reparti, con un servizio infermieristico, 70 infermieri professionali, ed uno di guardia medica che operano sulle 24 ore".

Garantisce invece l’intervento della Regione, teso ad una rapida soluzione della riapertura della sala operatoria di Poggioreale, l’assessore Santangelo. "Abbiamo già ricevuto l’ok del Provveditore regionale per il Dap della Campania - dichiara - e non ci dovrebbero perciò essere problemi per l’avvio dei lavori in tempi medio-brevi. È un importante progetto e un primo tassello di un più ampio intervento che dovrà poi riguardare la rivisitazione del piano ospedaliero regionale".

Fa sentire la propria voice anche il segretario nazionale del Sappe, Emilio Fattorello, che si sofferma invece sul caso del vitto rifiutato da molti detenuti. "Gli sprechi esistono e sono enormi - dice - si preparano 2700 colazioni, pranzi e cene ogni giorno. Per la quasi totalità, questi pasti vanno a ingrassare i topi delle fogne, giacché non vengono accettati dai detenuti di Poggioreale. Il rifiuto del vitto non è dovuto alla qualità del cibo.
Un carcere come quello di Poggioreale, costruito nel 1900, quando la pena aveva connotati afflittivi e retributivi non può essere, oggi, in linea con i princìpi che regolano l’esecuzione penale e con l’applicazione dell’ordinamento penitenziario nazionale. Se è vero che la civiltà giuridica di un paese si misura dallo stato delle sue prigioni, l’Italia per la situazione di Poggioreale dovrebbe essere paragonata a un paese del terzo mondo. I sistemi di sicurezza sono fuori uso o del tutto inesistenti. È tra queste difficoltà che va dato atto al direttore di Poggioreale, Cosimo Giordano, dell’impegno profuso nel tentativo di migliorare lo stato delle cose".

Nessun commento:

Posta un commento

yh

yh