martedì 30 marzo 2010

Fiamme ed arresti a Ponte Galeria

Quella di ieri sembrava una giornata come tutte le altre nel Cie di Ponte Galeria, con la maggior parte dei reclusi sedati che dormono fino a mezzogiorno e passano la giornata a letto. Nel centro c’è gente «di tutti i colori»: chi lavora in Italia da vent’anni, tossicodipendenti, alcoolizzati, diabetici, asmatici e malati di epatite.

«Qui ci trattano come cani»
Da dentro sempre gli stessi racconti. Qualche giorno fa un recluso ha sbattuto la testa contro il muro per la disperazione e un altro che protestava è stato picchiato tanto forte che gli hanno rotto i denti. Riempito di botte come quei ragazzi che avevano provato a scappare salendo sui tetti. Poi ci sono i casi di autolesionismo: ogni sera qualcuno ingoia una lametta. Se ti lamenti, minacciano di chiamare la polizia, l’esercito e i carabinieri. Se chiedi di essere curato o portato in ospedale, ti dicono che stai fingendo perchè vuoi scappare. Sequestrano shampoo, sapone e dopobarba, perchè bisogna usare solo quello che forniscono i gestori del centro, la Cooperativa Auxilium. Sequestrano tutto, soprattutto gli accendini: le guardie non vogliono incendi, come quelli della sommossa del 13 marzo scorso. Ma nello spaccio vendono i cerini, e forse non hanno capito che anche con quelli si può accendere un fuoco…

«Un casino della madonna!»
A mezzanotte di ieri arriva questo sms da uno dei reclusi del Centro. Da un’ora è scoppiata una rivolta: i materassi bruciano e ci sono due grossi fuochi che si alzano arrivando fino all’infermeria. Alcuni reclusi sono saliti sul tetto e altri hanno spaccato tre o quattro porte di ferro e hanno quasi raggiunto il muro di cinta. Tutto il centro è pieno di polizia: sono dappertutto ­in tenuta antisommossa, con manganelli, scudi e caschi. Intorno all’una e venti si sentono anche degli spari.

Ascolta le corrispondenze registrate da Radio Onda Rossa.
ore 1.10 - un recluso racconta quello che succede.
ore 2.10 - un recluso spiega meglio le ragioni della protesta.

Le ultime telefonate coi reclusi risalgono alle tre di notte, e raccontano di alcuni reclusi sono ancora sui tetti e di fiamme non ancora spente.

Da questa mattina nessun recluso risponde più al telefono, quindi non possiamo avere informazioni di prima mano. Ma qualche ora fa, la consigliera regionale Anna Pizzo ha cercato di entrare nel Cie, per verificare la situazione. Ovviamente, mancando il preavviso scritto, non l’hanno fatta entrare. Il direttore ha però ammesso che nella notte c’è stata una tentata evasione, seguita da una protesta, ma ha negato l’intervento della polizia. Secondo il direttore è stata una cosa da poco. Talmente da poco, che per sua stessa ammissione oggi nel centro mancano luce e acqua perchè durante la rivolta sono stati danneggiati gravemente l’impianto elettrico e quello idrico.

Aggiornamento ore 13.00. I prigionieri del settore maschile sono stati rinchiusi nella sala mensa e divisi in due gruppi: da una parte i “buoni” e dall’altra i “cattivi”. Le telecamere di sicurezza avrebbero ripreso tutta la rivolta ed è l’ora degli arresti. Da quel che si capisce, per ora i fermati - i “cattivi”, appunto - sono una quindicina. Nel settore femminile, invece, nessuna si è accorta di nulla: negli ultimi giorni, infatti, le medicine somministrate apertamente o con l’inganno dalla direzione sono particolarmente pesanti e, secondo alcuni racconti, le recluse passano il proprio tempo a dormire o a piangere. Alcune nigeriane questa mattina sono state portate via, e questo vuol dire che si potrebbe essere in preparazione un’altra deportazione.

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