mercoledì 10 marzo 2010

Padova: suicidio detenuto; denunciato personale del carcere

Corriere della Sera

Presentato in Procura esposto per accertare le responsabilità del direttore dell’istituto di pena. Sarebbe stata sottovalutata la labilità mentale del giovane salernitano.
Denunciato il direttore del carcere di Padova. L’obiettivo è quello di accertare le responsabilità del suicidio di Giuseppe Sorrentino che, domenica 7 marzo, si è tolto la vita, impiccandosi in cella. Il 35enne originario del Salernitano stava scontando una pena di 25 anni di reclusione per concorso in omicidio per la morte di Enrico De Prisco, ucciso dal clan Contaldo a Pagani, nel marzo del 1996. Il legale del ragazzo, Bianca De Concilio, aveva manifestato la sua intenzione di presentare un esposto alla procura competente al fine di attestare la presunta colpevolezza, del personale del carcere, di quella che era stata definita "una morte annunciata".

Secondo una perizia psichiatrica richiesta dalla difesa ed effettuata dallo psichiatra Antonio Zarrillo, il detenuto, psicolabile, soffriva di schizofrenia, tendeva all’autolesionismo ed era caduto, da tempo, in uno stato di depressione acuta che lo spingeva all’isolamento e alla reiterazione di scioperi della fame. Il personale medico dell’istituto di detenzione non credeva alla labilità psichica del ragazzo e il direttore del carcere si ostinava a parlare di simulazione.
Gravi le accuse della famiglia. Al di là della perizia medica che testimoniava lo stato di malattia di Sorrentino, pesanti responsabilità gravano sul personale del carcere di Padova, per la mancata sorveglianza di un soggetto considerato a rischio. Difatti, erano stati gli altri detenuti ad accorgersi che il corpo di Sorrentino pendeva, ormai senza vita, dalle sbarre della finestra della sua cella. L’autopsia del ragazzo avverrà nel pomeriggio, così da lasciare ai parenti la decisione sulle esequie nella giornata di mercoledì.

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