mercoledì 3 marzo 2010

A volte ritornano (ma non erano mai andati via): i NAR Zappavigna e Corsi

La comparsa di Guido Zappavigna (candidato de La Destra storaciana) al fianco della Polverini segna uno sdoganamento davvero profondo ("finale") del fascismo peggiore. Ecco cosa Angelo Izzo (uno dei mostri del Circeo; foto grande) dichiarò di lui (lo si legge nel decreto di archiviazione, purtroppo: indizi insufficienti) nel 1988, a proposito dell'assassinio di Fausto e Iaio (i due diciannovenni TINELLI Fausto e IANNUCCI Lorenzo, uccisi dai fascisti il 18.3.1978):


 

"[E]ra noto che questo duplice omicidio veniva attribuito alla destra romana ed in particolare agli ambienti del FUAN-NAR. Io ne parlai con Giusva FIORAVANTI, il quale lo riferiva senza dubbio al suo gruppo FUAN-………; intendo dire che mentre per l’omicidio SCIALABBA egli mi aveva raccontato particolari che non lasciavano dubbi che egli ne fosse stato l’esecutore materiale, invece per quanto riguarda Fausto e Iaio egli lasciò intendere che un omicidio riconducibile al suo gruppo pur senza dirmi che fosse stato lui a sparare… disse che faceva parte della sua storia ma che lo giudicava a posteriori una mossa politica sbagliata… Parlandone altre volte quello che veniva fuori in modo molto chiaro era che l’azione era stata mirata: come nell’omicidio dei fratelli SCIALABBA si voleva colpire un certo ambiente della sinistra romana, cosi per Fausto e Iaio si voleva colpire un certo ambiente della sinistra milanese. Giusva mi racconto poi di una sua venuta a Milano insieme con Mario CORSI che anche quest’ultimo mi ha poi puntualmente confermato negli stessi termini. Nel corso dell’anno1979 Giusva e Mario CORSI erano intenzionati a venire a Milano per giustiziare una persona che aveva avuto parte nell’omicidio RAMELLI. Le armi erano state portate da Guido ZAPPAVIGNA… egli appoggiò in un albergo milanese… le armi erano nascoste in una borsa ed erano munite di silenziatori artigianalmente costruiti dallo stesso Giusva… GIUSVA e CORSI presero contatti con una donna degli ambienti di destra che li ospitò a casa sua. Si tratta di una persona di una certa età la quale era conosciuta da Giusva ed ignota prima di allora al CORSI. I due presero poi i contatti con un uomo di circa quarant’anni il quale procurò loro un furgone rubato con targhe false tramite il quale fu possibile organizzare un appostamento al quale partecipò anche un giovane milanese camerata che conosceva la zona e la persona designata. Dopo due o tre appostamenti andati male Giusva si stancò e rimandò la cosa, che non fu mai eseguita …

Quando discussi di queste cose con Mario CORSI che me le confermò una per una, mi accorsi che tutti i contatti milanesi avvenuti nell’anno 1979 erano farina del sacco di FIORAVANTI Valerio, anzi egli si mostrava molto stupito del fatto che il suo camerata potesse vantare tali e tanti collegamenti. Questo non significa che il CORSI ignorasse Milano, perché avendo numerosi zii a Cremona, già prima di allora era venuto più volte a trovare i camerati di via Mancini … CORSI mi parlò ancora di Fausto e Iaio … il discorso partì in linea generale sull’analisi delle varie componenti del FUAN e in quel contesto CORSI affermò che in realtà la "Brigata Combattente Franco Anselmi" era una sigla che si identificava tout court nella "Banda Prati", come la chiamava lui, e di cui facevano parte lui, PEDRETTI, DI VITTORIO, ARONICA e MORSELLO Massimo. Al si là che io aggiunsi in tono ironico "va bè ma che ha fatto ‘sta Brigata Franco Anselmi?", lui rispose: "perché, Fausto e Iaio chi se li è fatti?". Questa confidenza mi fu fatta nel settembre-ottobre 1980 nelle sale di sicurezza del Tribunale … Durante la detenzione in carcere … CORSI mi disse, alla presenza di PEDRETTI e CIAVARDINI, che nel corso di una operazione precedente a quella del 1979, Giusva aveva loro promesso appoggi logistici a Milano; una promessa che poi non aveva mantenuto, tanto che loro in quell’occasione si erano dovuti appoggiare ad un bar di camerati … anche Roberto NISTRI attribuiva al Giusva e al "Gruppo Prati" l’omicidio di Fausto e Iaio, valutando politicamente sbagliatissima l’intera operazione. Egli giudicava cose da pazzi che durante il sequestro MORO i camerati di Roma fossero andati a Milano ad esporsi in un simile modo".

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