sabato 10 aprile 2010

11 Aprile Assemblea Meridionale

Il 14 Marzo si è svolto a ReggioCalabria , al Centro Sociale "A.Cartella", un primo incontro tra alcuni collettivi e centri sociali meridionali ( Messina , Reggio Calabria, Palermo ,Cosenza, Catanzaro,) in cui si è cercato di riprendere un filo comune di ragionamento sulla questione del Ponte sullo Stretto e incominciato a discutere del come costruire un movimento che riesca davvero a costituire un opposizione efficace ed adeguata all'offensiva attualmente in atto ed ai suoi futuri sviluppi.
Riprendere con forza a lavorare sul tema NoPonte appare a tutti/e necessario. Le questioni che il Ponte, e più in generale le grandi opere, sollevano sono fondamentali poiché costituiscono le direttrici di trasformazione e sviluppo del paese così come deciso dai governi e ricapitolano (in grande) tutte le criticità ed aberrazioni che ci troviamo a combattere giorno dopo giorno ciascuno di noi nelle nostre città. Inoltre ci appare evidente che tale ripresa allontani il rischio di abbandonarsi all'idea (probabilmente valida ma comunque "pericolosa") che il ponte non verrà mai costruito, perché irrealizzabile, e una via che porta alla sconfitta anche qualora (evenienza comunque non improbabile) il ponte non venisse costruito, poiché ci lascerebbe incapaci di agire contro tutte le speculazioni ed i disastri che comunque verranno realizzati in suo nome.Nella discussione si e' riconosciuta la bontà del lavoro svolto sin ora nella costruzione di quello che abbiamo definito un "movimento d'opinione" NoPonte, ma altrettanto importante si e' riconosciuta la necessita' di prendere coscienza dell'inadeguatezza di un tale approccio a confrontarsi con l'inizio della fase di cantierizzazione del ponte stesso e della necessità quindi di compiere un salto di qualità che, sull'esempio del movimento noTav, che attualmente mostra la capacità di lottare e vincere, porti alla costruzione di una resistenza popolare e radicata sul territorio, capace di un intervento puntuale ed efficace sul territorio.
L'essere una lotta di "popolo", in grado di porre in essere in ValdiSusa di tutti quei fenomeni di ricomposizione sociali fondamentali in questi percorsi di lotta, è infatti la caratteristica saliente del movimento noTav, da studiare e riprodurre per poterne ripercorrere i successi.

Come logica conclusione di questi ragionamenti sono state messe sul piatto una serie di proposte a partire dalla prossima estate, per rilanciare l'iniziativa politica Meridionale attorno alla battaglia NOPONTE. Le realta' presenti si sono riconvocate per un ulteriore momento di discussione l'11 Aprile alle 10 sempre al Centro Sociale "A.Cartella" di Reggio Calabria.


Documento CSA Asilo Politico & Rete Studenti Salerno
QUESTIONE MERIDIONALE , DA DOVE PARTIRE ?
Rilanciare il Laboratorio Campania !
Ogni realtà politica, ogni organismo sia culturale che sindacale, ogni individualità, alla fine di ogni anno politico deve fare una riflessione non solo sugli avvenimenti o su ciò che è accaduto nell’anno trascorso ma, capire e pensare con la mente e con il cuore prima in modo unito e poi separati, su quello che si è acquisito e su quello che si è perso o lasciato incompiuto.
Da una prima riflessione, di realtà individuali e collettive non più adolescenti, usando la mente e tenendo conto dell’età adulta, dando retta al cuore ed ai sentimenti, la prima sensazione è che in Campania siamo ritornati indietro di quasi 40 anni scivolando su una busta di immondizia.
Nei decenni passati, superando le peggiori emergenzialità (colera, terremoto, ecc..), con sforzi immani si era determinato di fatto in Campania, un vero e proprio laboratorio politico inteso come insieme di esperienze, di conquiste ed acquisizioni di cose reali, in piena autonomia, si può dire a 360 gradi, dal diritto al lavoro, le autoriduzioni delle bollette e dei fitti, alla casa, alla salute pubblica, all’applicazione della legge 180 (legge Basaglia) alla istruzione, ai fermenti artistici e culturali alle esperienze dei Centri Sociali (della fine degli anni 70) contribuendo al miglioramento delle condizioni di vita della povera gente, incidendo di fatto su percentuali consistenti di popolazione, sia nelle piccole città come Salerno ma principalmente nella grande metropoli come Napoli. Incidenza che impedì di fatto l’imbarbarimento sociale, migliorando le relazioni umano/sociali a partire quartieri popolari, diventando riferimento di ampi strati sociali a partire dai sottoproletari (diventati semi proletari in seguito alle lotte dei disoccupati) a settori illuminati di strati borghesi, e ampi settori generazionali, sia adolescenziali che adulti, tanto è vero che oggi ancora si vive di rendita sulle lotte sociali trascorse e i compagni protagonisti di allora rimangono ancora punti di riferimento di ampi settori umanità .
Questo è quello che una sinistra allora definitasi rivoluzionaria, ora antagonista, riuscì a determinare nella Regione Campania diventando nel tempo sempre di più un confine politico per gli equilibri dei conflitti sociali /politici non solo nel Meridione ma anche nell’intero territorio nazionale. Basta fare un esempio, mentre nell’intero territorio nazionale Inceneritori, Centrali Termo Eleletriche venivano costruite sino a saturare i vari territori, in Campania al contrario, sino al 2007 si sono impedite, tutto ciò grazie alle capacità anche delle realtà territoriali che non solo erano in grado di determinare forti movimenti popolari ma anche per la capacità di incidere ed inserirsi nelle contraddizioni istituzionali.
 
COME SI E’ POTUTO SCIVOLARE SU UNA BUSTA DI IMMONDIZIA?


Tutto ciò nel giro di pochi mesi è svanito, a partire dalla vicenda dei rifiuti (busta di immondizia) ed il paradosso è che,” lo Scivolare su una busta di immondizia” è avvenuto anche in un momento in cui nella Regione Campania ogni provincia era caratterizzata da entità collettive che sorgevano spontaneamente dando seguito a lotte aspre ( Acerra, Campagna, Salerno, Serre eccc) che ponevano la centralità di tematiche dirompenti quali la salute, l’ambiente ed il lavoro legate alle eco/compatibilità del territorio e che, finalmente esprimevano e rappresentavano il riscatto della periferia, dei piccoli centri dalla città e dalla metropoli .
Le decine di Coordinamenti Salute Ambiente partiti anche e principalmente prendendo spunto dalla lotta contro la costruzione del Ponte sullo Stretto e sul riscatto del Meridione contro le Grandi Opere e le politiche colonizzatrici, grazie anche alla spinta dovuta alla presenza nei territori meridionali di realtà individuali e collettive che componevano la Rete Meridionale delle Realtà Antagoniste ( Sud Ribelle)che, interpretando in modo serio senza scimmiottamenti e senza forme egocentriche di capoluoghi regionali contribuirono alla nascita di un nuovo soggetto politico: le periferie .

COME NON SI E’ TENUTO CONTO DELLE NECESSITA’, DEI BISOGNI E DEISUGGERIMENTI PROVENIENTI DALLE PERIFERIE E DAI TERRITORI TRA L’ALTRO ESPRIMENTI BISOGNI DI PROTAGONISMO POLITICO PER USCIRE DALLE MARGINALITA'?
 
La miopia politica, la semplificazione nel nascondersi dietro le sigle o siglette, sia sindacali che politiche e le certezze consequenziali hanno determinato la perdita e l’allontanamento del senso della realtà, e lontani dalla gente e dai territori, il tutto come se in Italia , non solo esistesse una forte movimento politico o un’organizzazione in grado di determinare cambiamenti reali e come se la Democrazia ed i principi cardini della costituzione Italiana, seppur borghese, fossero molto saldi.
Tutto ciò ha determinato che, in tempi rapidi, avvenisse la cancellazione dal cuore e dalla mente la Rete Meridionale, determinatasi tra gli anni 2000/2001.
Per la memoria storica, la Rete non a caso è nata dal crescente bisogno del senso di affinità/appartenenza e dalla necessità di individuare metodo e progettualità politica, mettendo in rete decine di realtà individuali e collettive sparse nel meridione, partire dai bisogni/ necessità di un territorio(quello meridionale) molto eterogeneo ma, ben conscio di un aggressione a mòdo colonialista( le grandi opere l’Autostrada a tre corsie Sa/ R. C., il Ponte sullo Stretto di Messina,le problematiche energetiche, le precarietà sociali , il ritorno del fenomeno migratorio verso il Nord Italia come reazione al sempre più crescente esercito di disoccupati, la militarizazione del territorio necessarie alle grandi opere congiuntamente al degrado ed allo scempio ambientale eccc…..).
Si determinò di fatto un metodo di agire politico che, a piccoli passi ma costanti, , dalla resistenzialità si stava passando alla progettualità, riuscendo a porre all’attenzione pubblica nazionale con le miriadi di iniziative, di lotte e di vertenze, la Centralità della questione Meridionale!.
Esempio la grande manifestazione dei100.000 tenutasi a Cosenza per la liberazione dei compagni,in pieno Governo Berlusconi !
Questione Meridionale,come fattore disarticolante del trasversalismo della bicamerale dei progetti e programmi neoliberisti nel territorio Nazionale, e ciò che in tempi non sospetti noi analizzammo e prevedemmo ora è stato metabolizzato dalle politiche Finanziarie della Confindustria e dell’intero arco politico Parlamentare che specie in questi ultimi 2 anni, dopo Prodi, ne stiamo subendo le più nefaste conseguenze, anche l’ultima vicenda di Rosarno docet .
Della grave realtà attuale, lo prevedemmo, con analisi scritte ed addirittura tradotti in video,con la speranza che diventasse centrale e socializzato in ambito nazionale, per tutto l’antagonismo politico e sindacale, in quanto oltre alle analisi ne scaturiva anche metodo politico di ricomposizione di una vasta area di realtà politiche e movimenti del Nord, con quelle esistenti nel Sud, dando timidi segnali di aver imbroccato la strada giusta e ci si stava riuscendo.
Tutto si è sciolto tutto come neve al sole! Sarebbe bastato, in quanto neonascente rete e quindi anche fragile come intelaiatura, individuare tale esperienza come espressione e patrimonio collettivo attraverso la socializzazione di una esperienza e con il sostegno da parte di entità individuali e collettive che, assistevano forse scettici(sperando che sia solo scetticismo e non egemonismo) alla creazione di un progetto chiaro e trasparente che fuoriusciva da schematismi e certezze e che si misurava con la realtà senza nascondersi e senza ridurre la propria esistenza dentro ad una sigla e/o rifugiarsi nei purismi ideologici .
Fa rabbia, ma la rabbia si fa ancora più grande quando nonostante sia successo tutto questo si continua nel perpetrare nello sbaglio, come se nulla sia successo sino ad ora, e, si continua a sbagliare, a farsi del male come spinti da un desiderio irrefrenabile di assistere sempre di più alla propria fine .
 Come si fa a non ricordare Serre, dove si erano create le condizioni necessarie per determinare una piattaforma sociale e di proposte a partire dalla unificazione delle lotte per il lavoro, a partire dalla unificazione dei movimenti di disoccupati di Napoli e Salerno( tra l’altro nel pieno delle mobilitazioni) alla salute ed all’ambiente. Come si fa a dimenticare che la unificazione dei Movimenti di Lotta presenti nella Regione fu impedita dalla R d B Napoli, perché pose” la condicio sine qua non dell’inserimento” nel manifesto della sigla RdB Precari di Salerno( sigla di 4 deficienti dico 4 come numero di precari tra l’altro anche farneticanti, squallidi ed anche delatori verso il Movimento dei Disoccupati di Salerno ) solo per ragioni di bottega .
Come si fa a non sentire, nell’assemblea finale di Serre, le indicazioni reali su come smantellare a partire dalla questione sanitaria e dall’unione del lavoro ambiente. Come si fa ed ancora a tutt’oggi non si è capito chi ha deciso di non far svolgere l’assemblea regionale sempre a Serre, necessaria a determinare una sintesi/riflessione finalizzata sempre a sviluppare una piattaforma sociale dopo che rappresentati dell’Asilo politico e del Movimento dei disoccupati di salerno insieme a componenti dei Comitati di Serre, avevano individuato l’area e risolti i problemi logistici per la due giorni di riflessione/ dibattito. Come si fa a non prevedere quel che sarebbe successo dalla vigilia di natale del 2007 e non avere capito che un’altra Genova si stava determinando nella regione Campania. Come si fa a non riflettere e comprendere la premeditazione degli scenari della politica degli inceneritori decisa fuori di Napoli e dalla Regione Campania, quando il Sindaco di Salerno mentre finanziava il Convegno della Rete Rifiuti Zero nello stesso tempo si candidava a costruire l’inceneritore nella sua città e, di questo importante convegno sul manifesto non c’era un rigo visibile che poneva il No agli Inceneritori e le componenti politiche e sociali, tra l’altro usciti vincenti dalla lotta contro la Costruzione della Centrale Termoelettrica grazie alle forti mobilitazioni popolari non solo non furono invitate ma tenute totalmente all’oscuro.
Come si fa a non capire che in quel periodo la Regione Campania (in quanto istituzione) fu estromessa da qualsiasi scelta , i compagni però di tutto questo non possono dire non sapevamo in quanto, delle stranezze che stavano avvenendo ne furono avvisati . A volte è più facile individuare in altri le responsabilità per non rendersi prima conto delle proprie
La sintesi di quelle vicende, grazie all’ egocentrismo politico ed alla miopia ed allo scimmiottamento della politica è stata:
*L’agnello sacrificale di Acerra che, con la costruzione e la messa in funzione dell’Inceneritore oltre al danno simboleggia anche la concretizzazione della vendetta politica storica della borghesia e delle forze politiche più retrive e dei poteri sia finanziari che repressivi.
Ricordiamo che Acerra ha rappresentato che per tutto il Meridione e principalmente per Napoli, l’unico vero movimento politico reale antagonista dagli anni novanta in poi ed è stata Acerra , con tutto un patrimonio di compagni ed movimenti politico /sociali, il principale antidoto alla destra sociale legittimando le stesse realta’ antagoniste campane non solo come espressioni sociali di aggregazionismo giovanile ma riferimento politico/sindacale di peso non solo nel territorio Campano ma anche Meridionale e Nazionale.
Di tutto questo non si è avuta traccia di un rigo di una riflessione di una autocritica .
E se alla vicenda di Acerra, tralasciando “ dalla Selva di Chiaiano”, aggiungiamo la vicenda dei San Nicola Varco, le vicende attuali delle profonde divisioni tra dei Movimenti di Lotta per il Lavoro di Napoli che hanno impedito anche questo di fatto una riunificazione Regionale
 
Da dove partire/ripartire/riiniziare ???
 
Ricreando quell’ umus politico che parta dai bisogni reali e problematiche reali della gente .
Rilanciale il Laboratorio Campania, è possibile, preparare delle plenarie di riflessione in cui l’area antagonista sia in grado di mettere a discutere e riflettere seriamente, senza scadenzismi schizofrenici ed autoreferenziali quelle componenti reali come i movimenti dei disoccupati della regione Campania, partendo dalla vicenda dei Fondi Europei, dove le realtà politico sindacali debbono farsi promotori di una ricomposizione dei vari movimenti reali esistenti nel territorio Campano (facendo pesare il senso di responsabilità senza fare il tifo per l’uno o per latro movimento) affinchè gli stessi si facciano promotori di una piattaforma sociale che veda il lavoro/reddito come primaria base, senza escludere nessuno . sulle basi di sigle o siglette.
Parlando di Sanità pubblica unendola alla prevenzione sul territorio partendo da questa per evidenziare la ricaduta sulla salute pubblica delle Grandi Opere Criminogene (Centrali Termoelettriche, Inceneritori e Siti Nucleari ed a proposito si potrebbe chiedere alla Regione Campania che il nostro territorio fosse considerata denuclearizzato). Parlare di Sanità Pubblica , riuscendo da intervenire dentro istituzioni totalizzanti, Carceri e Reparti Psichiatrici partendo dall’assenza in questi luoghi dell’assistenza sanitaria in termini di Servizio Pubblico e non privato, al fine anche di limitare la separazione con l’esterno,ed al contempo porsi il problema delle discariche umane rappresentate dalle carceri e dai reparti psichiatrici.
Intervenire nei quartieri sempre più favellas, luoghi dove si evidenzia sempre di più la riproposizione del sottoproletariato come strumento di controllo politico dei territori al soldo di qualsiasi forza politica reazionaria e sempre di più luogo di concentrazione di violenza gratuita e facilmente attecchibile da ideologie di destra /omofobiche e razziste .
Una ripresa della Lotta contro la Costruzione del Ponte sullo Stretto così come dei siti nucleari problematiche queste, che ci ricadono addosso non come un macigno ma come una montagna, che ci frana addosso, a cui bisogna comunque opporci non solo per le problematiche ambientali ma anche per una questione di principio, necessita di una seria e dovuta riflessione, ponendosi in modo realistico come Laboratorio Campano!
Rilanciare il Laboratorio Campania anche rispetto al quadro politico attuale!
A tutta questa emergenzialità si aggiunge il quadro politico attuale dove allo sgretolamento ed alla parcellizzazione di una non bene definita area Antagonista sia Campana che Meridionale e diciamolo pure Nazionale, che allo stato attuale si trova costipata tra gli scimmiottatori della politica dei disobbedienti sempre inseriti nel mercato elettoral/politico, cosi come il proliferare di sigle dai turigliattiani , ferrendiani, sinistra e libertà, comunisti al 100% e ce ne sono tante altre di sigle, tutte derivanti da quel containers che era Rifondazione Comunista congiuntamente al riproporsi di realtà politiche di sfondo marxiste leniniste, se non è doverosa e necessaria avviare ora una seria riflessione anche con l’approssimarsi delle elezioni regionali che, volenti /nolenti, determineranno scenari e climi dai quali si potrebbero determinare con contraccolpi su uno scenario nazionale, ma comunque si deve riflettere su cosa significherebbe la Destra alla guida della Regione Campania , se non ora quando?.
Altro tasto dolente è la questione sindacale, scenario a cui dovrebbe dedicarsi una plenaria specifica, alla luce catastrofica del movimento dei lavoratori sia del pubblico che del privato, dove a perdite di posti di lavoro, a chiusure di fabbriche, si aggiunge lo sgretolamento dei servizi pubblici per fare posto alla totale privatizzazione degli stessi con l’aggravante del fallimento ormai conclamato delle R.S.U. alimentando sempre di più il Deficit di Democrazia all’interno delle varie realtà lavorative, le varie perdite d’identità e la separatezza sempre di più evidente tra il lavoratore ed il disoccupato .Comprendere il Patto di Base .
Essere più realisti del Re verificando un agire politico non più in termini adolescenziali anche perché una buona parte dei compagni, se partiamo dal 2000 è 10 anni più vecchia con figli e magari precaria ecc.. e sono sempre di meno i militanti ed è per quei pochi compagni giovani che militano nei Centri Sociali( freddi umidi e sgarrupati, ma ancora resistenti) che è doveroso rideterminare un metodo politico ed un senso di appartenenza e che dia ancora un senso alla resistenzialità territoriale di queste strutture che ormai ci si trascina da anni .
Come rimettere in rete il patrimonio politico a partire dalle strutture esistenti in Campania, delle radio e degli strumenti di informazioni/controinformazione attualmente operanti, ridefinendo una rete tra essi magari tramite la creazione di un’associazione per esempio Associazione Sud Ribelle ?

CSA Asilo Politico Salerno
Rete Studenti Salerno

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