venerdì 30 aprile 2010

Giustizia: caso Cucchi; desecretati atti d’indagine parlamentare

Il Manifesto

Saranno a disposizione di tutti i cittadini italiani - a breve sul sito on-line del Senato gli atti di indagine sul caso della morte di Stefano Cucchi raccolti dalla Commissione sul servizio Sanitario nazionale presieduta dal senatore democratico Ignazio Marino. La Commissione parlamentare ha deciso a maggioranza di desecretare gli atti e di inviarli alla Procura - che li aveva chiesti il 4 dicembre - dopo una lunga trattativa con i membri di maggioranza. Ieri il Pdl è andato in minoranza, complice l’assenza - che sembrerebbe "strategica" - dei senatori ex An, e del voto dell’unico componente della Lega che si è astenuto.

Così con 10 sì e 6 no è stata presa la sofferta decisione. Sofferta anche per Ignazio Marino, che erariuscito a ottenere l’unanimità sulla relazione conclusiva e che finora ha lavorato in un clima di relativa tranquillità. C’è il rischio che non sia più così, se è vero che ieri un membro della maggioranza ha lasciato la sala dopo il voto esclamando: "Questa Commissione ha chiuso".
"Credo che la desecretazione sia un grande risultato per la Commissione: abbiamo lavorato per la trasparenza e con lealtà nei confronti degli altri organi dello Stato - ha detto Marino - il nostro è stato un lavoro lungo e attento, ora si chiudano i riflettori mediatici sulla vicenda e si attenda il giudizio della magistratura". 

"I cittadini potranno leggere uno spaccato impressionante dell’assistenza sanitaria, e non solo, a un detenuto", ha detto la parlamentare del Pd in quota radicale Donatella Poretti, la prima ad aver denunciato le resistenze del Pdl alla pubblicazione.
Da parte loro i senatori della maggioranza che si sono battuti per il no giudicano la desecretazione un "danno al nostro lavoro", come ha detto la senatrice Laura Bianconi: "La mia decisione - ha spiegato era motivata dal fatto che, pur volendo fornire tutto il supporto possibile alla magistratura, non possiamo venir meno al diritto alla segretezza che abbiamo garantito a coloro che sono stati uditi".

Nelle prossime settimane si potrà prendere visione del prezioso lavoro di ricostruzione della Commissione, che ha potuto interrogare tutti i protagonisti del tragico viaggio di Stefano verso la morte: Cucchi aveva 31 anni ed è stato arrestato per 20 grammi di hashish il 15 ottobre. È morto il 22 ottobre nel reparto carcerario Sandro Pertini, dopo quattro giorni di ricovero. La sua è una storia incredibile, ma probabilmente piuttosto normale, fatta di violenza (come certifica anche la perizia dei consulenti della Commissione le lesioni che aveva sul viso e sul corpo sono "inferte") e di negligenze a tutti i livelli. Ma anche di omertà e sospetti tentativi di insabbiamento che si sono verificati dopo la sua morte. Proprio una di queste storie viene alla luce dalle carte della Commissione, Quella di Rolando Degli Angioli, medico del carcere Regina Coeli, dove Stefano entra intorno alle 15 del 16 ottobre. La testimonianza del medico è importante perché lui è il primo sanitario a visitarlo attentamente, visto che il dottore della città giudiziaria - che già riscontra delle ecchimosi sul volto - chiede al ragazzo di spogliarsi ma lui si rifiuta.

Quando io carabinieri in servizio presso la Commissione si recano in carcere per consegnare la richiesta di comparizione al dottore, l’amministrazione risponde che è fuori dall’Italia, in viaggio. In realtà non è vero, e la Commissione riuscirà a interrogarlo solo dopo diverse settimane. Il giorno dell’audizione, quando Marino gli chiede come mai non era stato possibile contattarlo fino a quel momento, Degli Angioli risponde: "Vorrei saperlo anch’io". L’episodio fu segnalato in Procura , tanto che il medico fu interrogato dai pm Barba e Loy. D’altronde la sua testimonianza è interessante perché il medico spiega di aver classificato il caso di Stefano come di "estrema urgenza", e che secondo lui "non doveva stare in carcere". Come è noto Stefano verrà ricoverato solo il giorno successivo, e con una procedura che già la conclusione della Commissione definiva "anomala": per assicurare che fosse rinchiuso in un ospedale penitenziario si scomodò un funzionario di sabato. 

Degli Angioli inoltre si meraviglia del fatto che l’ambulanza arriva alle 18,15, e il ragazzo esce dal penitenziario solo alle 19,50. Insomma, un testimone non reticente. Oggi il medico non opera più a Regina Coeli: a quanto risulta gli è stata concessa un’aspettativa che attendeva da molto tempo.

Nessun commento:

Posta un commento

yh

yh