mercoledì 14 aprile 2010

Immigrazione: al Cie di via Corelli continua sciopero della fame


Cnr Media, 13 aprile 2010



Nel Cie di Via Corelli a Milano lo sciopero della fame continua ormai da oltre un mese. I detenuti chiedono condizioni migliorino all’interno del centro e una revisione del pacchetto sicurezza.
Nel Cie di Via Corelli a Milano lo sciopero della fame continua ormai da oltre un mese. Rinunciano al cibo a turno 14 persone nella sezione maschile, 10 trans e 10 nel reparto femminile. Molti prigionieri, in particolare tra gli uomini, hanno perso in media da 5 a 9 kg. Chiedono condizioni migliori o all’interno del centro e una revisione del pacchetto sicurezza. Ecco la lettera scritta dai detenuti nel Cie.


Cari italiani noi siamo dei clandestini


Cari italiani noi siamo dei clandestini, siamo detenuti al Cie di via Corelli a Milano e stiamo facendo un sciopero della fame dal 03.03.2010 perché i tempi di detenzione per identificare le persone sono troppo lunghi. Dovete immaginare chiusi e chiuse per 180 giorni, 24 ore su 24, senza aver commesso nessun reato e senza nulla da fare per far passare il tempo. Ma soprattutto, noi clandestini siamo condannati all’ergastolo senza appello. Dopo 180 gg di Cie ti danno un foglio di via con 5 giorni di tempo per lasciare il territorio italiano e se ti beccano per strada, rischi il carcere ordinario (da 6 mesi a 1 anno).
Ma in 5 giorni come fai a trovare i soldi per lasciare il territorio italiano? In questo periodo di sciopero il cibo che porta la Sodexo fa veramente schifo; per le persone malate non ci sono medicine; i bagni sono sempre sporchi e intasati e l’acqua del cesso esce fino al corridoio. Gli infermieri ci trattano male, allo stesso modo dei poliziotti e della croce rossa italiana.
E poi ci dicono che siamo clandestini ed è questo che ci spetta... Ci danno sedativi per stare tranquilli, ma la depressione di chi prende queste gocce é fortissima; sono tanti che piangono disperati, perché non capiscono perché devono subire tutto questo. Noi siamo persone, ma loro non pensano questo e ci umiliano, ridono della nostra situazione, ci picchiano.
Noi rispondiamo continuando a fare lo sciopero della fame. Fino ad ora lo abbiamo fatto in più di 80 persone. Attualmente ci siamo organizzati con uno sciopero a staffetta e siamo in 34 a farlo: 14 della sezione maschile, 10 tra le donne e 10 tra le trans. Abbiamo già perso ciascuno dei noi da 5 a 9 kili. Stiamo stufi di questa vita da clandestini. in tutto questo sciopero non hanno fatto nulla... noi stiamo lottando ma da soli e abbiamo bisogno che la gente sappia quello che lo stato fa con noi.

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