giovedì 15 aprile 2010

Napoli, nave con clandestini: scontri tra manifestanti e polizia

Napoli, nave con clandestini: scontri tra manifestanti e polizia. Gruppi della Rete Antirazzista hanno tentato di bloccare il furgone con 9 africani che avevano chiesto asilo politico.

NAPOLI (14 aprile) - Scontri a Napoli tra polizia e manifestanti delle associazioni antirazziste che si opponevano alla partenza dei nove cittadini africani (sei nigeriani e tre ghanesi) per il Cie di Brindisi. Gli stranieri erano a bordo del Vera D, il cargo battente bandiera liberiana per due giorni bloccato nel porto di Napoli dopo la scoperta dei clandestini a bordo.

La richiesta d'asilo. I clandestini avevano abbandonato la nave dopo aver fatto formalmente richiesta di asilo politico. Hanno tutti un'età presunta intorno ai 20 anni. Ma secondo la Uil tra loro ci sono sei minorenni. Dopo che i legali hanno presentato domanda di asilo politico, sono state messe in moto le procedure per sospendere il respingimento e avviare l'iter per l'accoglimento della domanda. I primi documenti sono stati compilati nell'ufficio Immigrazione della questura partenopea dove i nove sono stati accompagnati dalla polizia di frontiera.

Gli scontri. Proprio davanti a quegli uffici sono avvenuti gli scontri con la polizia che ha fatto ricorso ai manganelli per consentire al furgone con a bordo i nove clandestini di passare.

Altri manifestanti, tra cui il padre comboniano Alex Zanotelli, sono stati spostati con la forza.

La nave è ripartita nel pomeriggio alla volta di Genova, nella tarda mattinata. Era dal 7 aprile a Napoli, da dove avrebbe dovuto prendere il largo lunedì scorso. Già la notte scorsa rappresentanti del sindacato e delle associazioni umanitarie erano saliti a bordo del cargo: «A seguito di una lunga trattativa con il rappresentante dell'armatore - ricostruiscono i sindacati Cgil e Uil Campania - e superando numerose resistenze burocratiche - siamo riusciti ad accedere a bordo della nave e ad incontrare le nove persone che ci hanno raccontato storie di violenze e di persecuzioni nelle loro terre e di essere all'oscuro, non essendo stati informati da nessuno, del provvedimento di respingimento nei loro confronti».

Sulla nave è salito, per incontrare gli extracomunitari, anche il legale del CIR (Centro Italiano Rifugiati) di Napoli. Durante la visita tutti e nove i migranti hanno firmato la delega all'avvocato manifestando, davanti a un pubblico ufficiale (il comandante della nave), la volontà di chiedere asilo politico.

La Rete antirazzista napoletana, «nel timore di possibili colpi di mano in una vicenda che resta molto precaria», ha presidiato la nave con una trentina di attivisti per tutta la notte chiedendo invano che gli aspiranti rifugiati politici non fossero trasferiti altrove ma trovassero accoglienza a Napoli. In serata l'epilogo con gli incidenti tra polizia e manifestanti.


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La resistenza di padre Zanotelli "Fermi, li portate in un lager"

da: repubblica napoli- 15 aprile 2010

Il padre comboniano e la protesta: "Sono bambini, dovrete passare su di me"
Riccio e la Iervolino abbandonano la manifestazione "Non c'è niente da fare"

"Sono bambini. Li state mandando in un lager. Dovete passare su di me". Ma la furia di chi obbedisce al governo e alla legge che punisce gli immigrati non risparmia neanche un uomo di chiesa, padre Alex Zanotelli. Pur di far partire in fretta in una camionetta i nove africani della "Vera D.", pur di chiudere la questione che ha agitato il porto di Napoli e le coscienze nell'ultima settimana, senza il minimo rispetto hanno buttato a terra persino il sacerdote che difende i diritti civili e si prodiga per l'umanità. Sta bene, il paladino di chi non ha voce e lotta per sopravvivere, ma è tornato a casa addolorato, come chi ha sostenuto una battaglia persa.

Intorno alle 21 la protesta era davanti ai garage della questura in via dei Fiorentini: "Siamo tutti clandestini" gridavano i manifestanti. Organizzazioni umanitarie, centri sociali, la Cgil con Jamal Quoddorack che hanno seguito dall'inizio la vicenda. L'assessore Giulio Riccio e il sindaco Iervolino vanno via aprendo le braccia: "Non c'è niente da fare". Ma Zanotelli resta, con i suoi collaboratori, tra i quali Felicetta Parisi, che è in lacrime. "Li abbiamo visti, li abbiamo visti bene, erano vicino a noi - piange - non c'è alcun dubbio che sono minorenni", riferendosi alla querelle sull'età dei cinque clandestini più giovani, tre dei quali erano stati giudicati maggiorenni dall'ospedale dove erano stati visitati. "Anche secondo il parere dei medici ospedalieri l'età scheletrica era intorno ai 18 anni - dice ancora Parisi - ma ci sono due anni di scarto in quell'analisi. Me ne assumo io la responsabilità. Sono un medico, un pediatra: erano minori. Li hanno spediti in un lager. Questa è una ignominia, una vergogna, viviamo l'epoca della disumanità".

Padre Zanotelli ha salito le scale della questura ed è tornato indietro poco dopo amareggiato: "Non c'è niente da fare, li portano via". Intanto i celerini si radunavano sotto il palazzo. "Dopo ore di trattative, di promesse, all'improvviso è arrivata la celere e abbiamo capito che li avrebbero portati a Brindisi - dice il sacerdote - Eppure c'era la richiesta di asilo politico, il Comune aveva trovato per loro una sistemazione". Zanotelli viene accompagnato dai collaboratori, a proseguire nel racconto è Felicetta Parisi: "Quando Alex è sceso noi ci siamo messi davanti al garage da dove doveva uscire la camionetta - dice - Zanotelli voleva stendersi per terra, voleva protestare contro questo sopruso. E ha detto ai poliziotti: "Nessuno ha chiesto a questa gente che cosa ha fatto nell'ultimo mese, come ha vissuto, di che cosa ha bisogno. È una vergogna. Per me potete passare sul mio corpo, prima di prenderli". Allora è scoppiato un tafferuglio, i poliziotti si sono lanciati verso di noi e Alex è stato scaraventato per terra".

I collaboratori del sacerdote, indignati, denunciano: "Per ore la questura ha portato avanti quello che sembrava un dialogo. Era falso. Per la prima volta Napoli, la città dell'accoglienza e dell'umanità, si è macchiata della strage degli innocenti. Lo sanno tutti i Cie sono dei lager".

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