venerdì 16 aprile 2010

Fatti di Pistoia... il 28 aprile riparte il processo

La Corte di Cassazione di Roma, alla quale i sei imputati avevano fatto ricorso a dicembre, ha annullato l'ordinanza del Tribunale del Riesame di Firenze che confermava gli arresti. Il Riesame dovrà pronunciarsi nuovamente sulla base delle motivazioni dell'annullamento, che saranno espresse dalla Cassazione nei prossimi giorni.
L'annullamento della conferma degli arresti può riguardare: 1) l'erronea applicazione del reato di devastazione e saccheggio 2) l'aver ignorato in tutto o in pare le ragioni della difesa 3) entrambe le cose.
Insomma, una sentenza che conferma quello che dalle pagine di questo sito dicevamo fin dall'inizio, cioè che gli arresti sono stati una rappresaglia politica e per tenerli in piedi giuridicamente era stata inventata la devastazione e saccheggio. Riassumendo, 6 imputati incensurati hanno fatto carcere e arresti domicialiri solo per volontà politica della questura di Pistoia e dei giudici che l'hanno assecondata.
Il processo invece riprenderà il 28 aprile a Pistoia quando verranno sentiti gli ultimi testimoni.
Di seguito i comunicati riguardanti queste fasi processuali.
red. 15 aprile 2010
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Il Comunicato degli amici e dai familiari degli imputati livornesi:
In questi giorni si è avuta una importante vittoria legale che può contribuire pian piano a ritornare alla realtà dei fatti e a fare luce sugli errori commessi dal Tribunale del Riesame di Firenze nei primi mesi successivi agli arresti dei nostri cari.
La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso degli imputati accusati ingiustamente per i fatti di Pistoia, annullando l’ordinanza del Tribunale del Riesame di Firenze che aveva confermato i loro arresti.
Ancora non conosciamo le motivazioni, che saranno rese note dalla Cassazione solo nei prossimi giorni, ma riusciamo ad intravedere spiragli per giungere a una verità processuale giusta.
Finalmente, un tribunale ha ammesso gli errori compiuti dagli inquirenti nella fase iniziale e ha in sostanza sconfessato la necessità degli arresti preventivi; raramente e solo di fronte a importanti elementi il tribunale di più alto grado accoglie questo tipo di ricorsi.  La Cassazione ha chiesto dunque al Riesame di Firenze di pronunciare un nuovo giudizio, sulla base degli errori commessi.
Questo provvedimento, mette ancora più in luce l'inutilità del ricorso del PM che il 21 Aprile presso il Riesame di Firenze, chiederà che vengano nuovamente arrestati tutti gli imputati, anche se lo stesso collegio giudicante aveva tolto le misure custodiali in seguito alla prima udienza del processo di primo grado attualmente in corso a Pistoia.
L'accusa di devastazione e saccheggio, già caduta nella sentenza Tonarelli (che oltretutto avendo scelto il rito abbreviato, non ha potuto portare elementi di difesa e l'interrogatorio dei testi), è stata probabilmente messa in discussione anche dalla Cassazione.
Appare ovvio adesso il suo uso strumentale, per giustificare pesanti, quanto inutili misure cautelari, date sull'onda del polverone mediatico-politico alzatosi immediatamente dopo i fatti.
E' notizia di pochi giorni fa, riguardo a ciò, la netta posizione assunta dall’ARCI TOSCANA tramite la votazione di una mozione congressuale proposta dall’Arci di Livorno.
Con essa L’ARCI di Livorno  si è schierata pubblicamente a difesa dei nostri ragazzi, come riportato nella mozione: “L’ARCI di Livorno ha rappresentato un soggetto che ha scelto di essere interlocutore politico degli imputati e ne sostiene l’innocenza [...] Li conosciamo e li stimiamo e chiediamo che il congresso regionale di ARCI Toscana assuma questo documento come elemento di riflessione e come forma di solidarietà ai quattro imputati.[...] Anche per questo ci sentiamo motivati e convinti nel sostenere la trasparenza e la legalità della prassi politica dei quattro ragazzi imputati e dunque la loro innocenza.”
Ringraziamo L’ARCI TOSCANA  per la solidarietà e l'attenzione espressi.

COMITATO PARENTI E AMICI DEGLI IMPUTATI LIVORNESI PER I FATTI DI PISTOIA DELL’11 OTTOBRE
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La Mozione presentata dall'Arci Livorno e approvata dall'Arci Toscana
Il Comitato ARCI di Livorno presenta la seguente mozione al fine di portare alla discussione quanto accaduto a Pistoia lo scorso 11 ottobre all’interno dei locali di CasaPound, le accuse che ne sono conseguite è l’iter processuale che ha visto coinvolti anche quattro ragazzi militanti attivi del movimento antagonista di Livorno.
Gli accusati si sono tutti dichiarati estranei ai fatti sin dal primo momento, e per questo l’Arci di Livorno ha presentato questo documento, nato per sostenere i quattro ragazzi, chiedere libertà e verità. Il comitato che si è costituito e rappresentato da amici, parenti e genitori è anche la voce delle oltre 500 persone (tra cui noti esponenti di partiti, associazioni, sindacati ecc) che li conoscono e li stimano, e che aspettano ogni giorno di veder tornare Elisabetta Cipolli, Selvaggio Casella, Vittorio Colombo e Alessandro Orfano alla propria vita normale e al proprio impegni civile, da sempre svolto alla luce del sole.
I quattro imputati, dopo aver visto carcere, arresti domiciliari, divieti assoluti di incontro e comunicazione per oltre tre mesi, sono oggi sottoposti per decisione del collegio dei giudici a obbligo di dimora dalle 21 alle 7 e permanenza nella provincia di residenza.
Nei prossimi giorni rischiano di tornare agli arresti domiciliari, perchè il PM Luigi Boccia ha fatto ricorso al Tribunale del Riesame, opponendosi all’ordinanza del collegio giudicante (presidente Luciano Costantini, Laura Bonelli e Antonella Frizilio a latere), che ha ritenuto i fatti “notevolmente ridimensionati nella loro gravità”.
L’ARCI di Livorno ha rappresentato un soggetto che ha scelto di essere interlocutore politico degli imputati e ne sostiene l’innocenza. Alcuni dei ragazzi arrestati hanno anche collaborato con l’ARCI di Livorno in progetti di inclusione e di solidarietà sociale per senza fissa dimora. Li conosciamo e li stimiamo e chiediamo che il congresso regionale di ARCI Toscana assuma questo documento come elemento di riflessione e come forma di solidarietà ai quattro imputati.
Pur nella diversità di opinione l’Arci di Livorno ha costruito con i quattro ragazzi e con il loro movimento di appartenenza momenti di riflessione politica e pezzi di percorsi condivisi su questioni come il diritto alla casa, l’uso sociale degli spazi abbandonati, la riduzione del danno nelle forme di dipendenza e sulle politiche di inclusione sociale. Anche per questo ci sentiamo motivati e convinti nel sostenere la trasparenza e la legalità della prassi politica dei quattro ragazzi imputati e dunque la loro innocenza.
Lo presentiamo in questa sede anche perchè crediamo che ci sia bisogno di riflettere e discutere sull’accaduto senza che la questione finisca dimenticata o solo elemento di dibattimento processuale.
Nel rispetto delle procedure e del ruolo della Giustizia, attendiamo con fiducia il giudizio finale sui fatti di Pistoia, attenendoci comunque in ultima istanza all’Istituzione preposta a tale compito.
Auspichiamo infine che nasca dentro l’Arci un maggiore coordinamento mediante il quale discutere e condividere certe situazioni di criticità e dove la possibilità di fare rete rappresenti uno strumento efficace contro la solitudine e il rischio di isolamento.
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Il Comunicato sulla sentenza a carico di Tonarelli
Interveniamo sulla sentenza di condanna dell'imputato pistoiese soltanto per replicare ai commenti dei neofascisti di Casapound Agogè riguardo al processo a carico degli altri sei, tra cui i nostri cari.

1) L'accusa di devastazione e saccheggio, com'era ovvio, è caduta: ciò dimostra (se c'era ancora qualche dubbio) che è stata usata strumentalmente in tutti questi mesi solo per giustificare pesanti misure cautelari che hanno anche avuto l'effetto di ostacolare la possibilità di difendersi degli indagati. Al riguardo oggi c'è una prima sentenza che mette per iscritto una pagina nera della giurisprudenza italiana, poichè è palese che la procura ha oggettivamente deformato la realtà dei fatti per raggiungere obiettivi trasversali.

2) Il rito abbreviato scelto dall'imputato pistoiese non prevedeva l'introduzione di elementi di difesa e l'interrogatorio dei testi, che invece è stato possibile nel processo con dibattimento: ridicole e palesemente contraddittorie non sono state le tesi difensive, come sostiene Casapound, bensì le zoppicanti deposizioni dei testi dell'accusa. Inoltre è emerso che le indagini sono state viziate sin dall'inizio a causa del pessimo operato della Questura, e questo ovviamente rende più difficile dimostrare la verità dei fatti di fronte ai giudici: restiamo comunque fiduciosi.

3) Il neofascista Massimo Dessì, unico teste-chiave e parte lesa nel processo Tonarelli, ha dato al momento 3 versioni completamente diverse: subito dopo i fatti dichiarò di non poter riconoscere nessuno; nella seconda, 48 ore dopo, ha dichiarato di ricordarsi tutto e tutti, e ovviamente ha accusato chi era già stato arrestato per una falsa flagranza, rigettata subito dal GIP; nella terza, durante il processo ai nostri cari, ha cambiato nuovamente la versione in maniera radicale per aggravare la posizione degli imputati. Purtroppo la sentenza non ha avuto il coraggio di dichiarare l'inattendibillità di Massimo Dessì, cosa che probabilmente avrebbe avuto imbarazzanti effetti a catena...

3) E' facile attaccare e svilire la difesa, quando tutti i numerosi testimoni venuti a deporre a favore degli imputati hanno scoperto alla seconda udienza di essere indagati dal PM per favoreggiamento personale... E' facile fare la quadratura del cerchio non si riconoscendo alcuna credibilità a chi è venuto a deporre per
ricostruire la verità dei fatti
4) Come mai Casapound Pistoia ci tiene a negare l'esistenza di strain legami o lati oscuri in questa vicenda? Ha forse qualcosa danascondere? C'è forse qualcosa di scomodo che sta venendo fuori e che è necessario sottacere?

COMITATO AMICI E PARENTI DEGLI IMPUTATI LIVORNESI PER I FATTI DI PISTOIA DELL' 11 OTTOBRE

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