mercoledì 7 aprile 2010

Padova: esito autopsia; detenuto morì per emorragia cerebrale


 Il Mattino di Padova


Una morte naturale per emorragia cerebrale che non poteva essere evitata. Questo l’esito dell’autopsia, eseguita ieri dal professor Giovanni Cecchetto, sul corpo di Luca Antoniol, il rapinatore morto in carcere la notte dell’1 aprile. L’esito sarà trasmesso alla pm Maria D’Arpa, che intanto ha dato il nulla osta alla sepoltura. Il giorno di Pasquetta, alle 15.30 a Tombolo, viene celebrato il funerale.
Antoniol era nato l’11 giugno 1969. Viveva in via Spiner; sposato, un figlio. Nei giorni scorsi, aveva confessato tutte le sue responsabilità. Lui era l’autista, l’accompagnatore-palo; il compagno di scorribande era il rapinatore. Da lui riceveva un "gettone di presenza" proporzionale al bottino: dai 100 ai 650 euro alla volta. Ne aveva bisogno. È durata poche settimane. Era seguito dall’assistente sociale del comune, ma pare non recepisse bene le proposte di reintegro, di recupero. Stava male. Poi, la galera.
Il cuore di Antoniol non ha retto a meno di due settimane in carcere. Si è sentito male. Ha lanciato l’allarme, sono intervenuti i soccorsi. È stato accompagnato all’infermeria del carcere. Gli sono state praticate le prime cure, ma non è stato possibile salvarlo. Da quel che è emerso, il quarantenne di Tombolo aveva la pressione alle stelle. E alla fine ha provocato l’emorragia che gli è stata fatale.


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