domenica 7 marzo 2010

riassunto e aggiornamento situazione CIE

DOMENICA 28 FEBBRAIO
CIE di Roma, ore 22. Durante il passaggio di consegne dalla Croce Rossa al nuovo ente gestore (cooperativa Auxilium) un recluso tenta la fuga e viene picchiato dalla polizia; ne nasce una ribellione nel centro (urla, coperte date alle fiamme) finchè il ragazzo non viene rilasciato e può tornare nelle camerate.

LUNEDI 1 MARZO
Si apre una settimana in cui i reclusi di diversi centri protestano per le loro condizioni di vita attraverso lo strumento dello sciopero della fame. A promuovere lo sciopero sono i detenuti del CIE di Milano, che diffondono anche un testo scritto nel quale tra le altre cose esprimono la volontà di proseguire lo sciopero "finchè non verrà fatto qualcosa" per gli antirazzisti arrestati a Torino. Lo sciopero della fame inizia anche in altri centri, a Roma e in una parte del centro Torino.

3 MARZO
A Torino un gruppo di antirazzisti interrompe un incontro pubblico sull'ambiente al quale presenzia il sindaco-sceriffo Chiamparino, srotola uno striscione e fa presente agli astanti il clima di repressione che si respira in città, sia nei confronti degli immigrati sia di chi si impegna per la chiusura dei CIE.

4 MARZO
A Torino un gruppetto di studenti del Politecnico si intromette nel convegno della Fiom nel momento in cui dovrebbe parlare Chiamparino e apre uno striscione in solidarietà con gli immigrati: prontamente neutralizzati dal "servizio d'ordine" del sindacato.

5 MARZO
A Milano nel pomeriggio in via Corelli si svolge un presidio di solidarietà con i reclusi del CIE in sciopero della fame. I compagni mantengono contatti giornalieri coi reclusi e portano al centro acqua e succhi di frutta per aiutarli a idratarsi.

6 MARZO
A Modena in centro città si svolge un presidio di solidarietà con i reclusi del locale CIE, in particolare con Joy, ragazza nigeriana reduce dalla ribellione di Corelli dell'estate scorsa e dal tentato stupro subito dall'ispettore di polizia Vittorio Addesso.

Alla sera di sabato 6 marzo lo sciopero prosegue a Milano, dove i detenuti e le detenute cominciano ad essere debilitati ed indeboliti. Ad alcune ragazze del reparto trans sono state fatte flebo di liquidi; una è stata portata in ospedale. I detenuti hanno fatto la richiesta per esser pesati e controllati costantemente da personale medico, come è prassi durante ogni sciopero della fame, ma questo, nel centro di Corelli, non avviene. Tuttavia, nonostante le difficoltà, i reclusi continuano con determinazione, supportati anche dalla solidarietà degli antirazzisti che continuamente portano acqua e succhi al centro e mantengono ininterrottamente i contatti. Anche a Roma una ventina di reclusi continua lo sciopero. I gestori portano il cibo e loro lo rimandano indietro. Alcuni che avevano iniziato autonomamente lo sciopero qualche giorno prima degli altri oramai sono 10 giorni che non mangiano e sono molto provati. A differenza che a Milano i reclusi sembra che siano pesati e monitorati regolarmente ma la nuova cooperativa subentrata alla Croce Rossa nella gestione del centro non permette che i solidali portino i succhi e le bevande dall’esterno. Ciascun recluso ha in dotazione solo un litro d’acqua al giorno diviso in due bottigliette da mezzo litro, una la mattina ed una la sera. E solo con questo portano avanti la loro lotta. A Torino lo sciopero avviene a rotazione all'interno di una delle aree, l'area gialla. A Bologna un solo recluso è in sciopero, gli altri che avevano iniziato la protesta in questi giorni sono stati fortemente sedati con medicinali.

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