domenica 10 gennaio 2010

Detenuto tenta suicidio in carcere

Un detenuto ha tentato di togliersi la vita ieri sera nel carcere di Marassi a Genova ingerendo i detersivi che aveva in uso nella cella. Lo ha denunciato oggi Fabio Pagani, della Uil, spiegando che l'uomo, un marocchino di 32 anni, è stato soccorso dal personale e trasportato in infermeria per le cure del caso, ma ha rifiutato la lavanda gastrica. "Rientrato in cella - ha spiegato Pagani- si è cosparso con il gas liquido della bomboletta e ha cercato di darsi fuoco ma il tempestivo intervento degli agenti penitenziari ha impedito che l'uomo portasse a termine il gesto". "Dopo l'aggressione a un agente da parte di un detenuto l'altro ieri - denuncia ancora il sindacalista - questo episodio non aiuta certo a ristabilire un clima tranquillo. E' del tutto evidente che il personale è sottoposto a forti tensioni e lavora in un clima di forte preoccupazione".

http://www.primocanale.it/news.php?id=61686

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Nel carcere di Genova, un 32enne ha prima ingoiato alcuni detersivi, poi si è cosparso di liquido infiammabile e ha cercato di darsi fuoco. Gli agenti della Penitenziaria lo hanno salvato in entrambe le occasioni
Marassi, detenuto tenta due volte il suicidio
Ieri sera, nel carcere genovese di Marassi, un detenuto ha tentato di togliersi la vita ingoiando il contenuto di alcuni flaconi di detersivo che aveva in uso nella cella: lo ha denunciato Fabio Pagani, della Uil-Pa, spiegando che l’uomo, un cittadino marocchino di 32 anni, è stato soccorso dal personale e portato in infermeria per le cure del caso, ma ha rifiutato la lavanda gastrica.
Di più: «Rientrato in cella - ha spiegato Pagani - si è cosparso del gas liquido della bomboletta e ha cercato di darsi fuoco, ma il tempestivo e coraggioso intervento degli agenti della Penitenziaria gli ha di nuovo salvato la vita».
«Dopo l’aggressione a un agente da parte di un detenuto l’altro ieri - ha fatto notare il sindacalista - questo episodio non aiuta certo a ristabilire un clima tranquillo. È del tutto evidente che il personale è sottoposto a forti tensioni e lavora in un clima di forte preoccupazione. Tutti siamo consapevoli che la situazione potrebbe irrimediabilmente degenerare da un momento all’altro e siamo altrettanto consapevoli che l’esiguità delle risorse umane e tecnologiche ci impedirebbero di gestire la situazione e tenerla sotto controllo».

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