sabato 9 gennaio 2010

Due migranti gambizzati e due colpiti da spranghe: uno di loro è in gravi condizioni. Ronde e sassaiole in città.

dal corriere

ROSARNO (Reggio Calabria) - È altissima la tensione a Rosarno, in Calabria, per gli scontri tra immigrati e residenti. All'indomani della rivolta degli extracomunitari, due stranieri sono stati «gambizzati» da ignoti e altri due sono stati feriti a colpi di spranghe e bastoni. L'ultimo bilancio degli incidenti, fornito dal prefetto di Reggio Calabria, Luigi Varratta, parla dunque di 37 feriti: 19 extracomunitari e 18 uomini delle forze dell'ordine. Nella serata di venerdì è iniziato il trasferimento dei circa 200 immigrati che erano ospitati nell'ex fabbrica Rognetta. Gli immigrati, la maggior parte dei quali hanno chiesto loro stessi di essere portati via da Rosarno, sono stati trasferiti in pullman nel cpa di Isola Capo Rizzuto. Non si è invece ancora sbloccata la situazione dell'ex Opera Sila, l'altra struttura dove sono ospitati circa 600 immigrati. Lì, secondo quanto si apprende, sono in corso delle trattative ma è probabile che la situazione non si sblocchi prima della mattinata di sabato.

I FERITI - Uno dei feriti a colpi di spranga sulla statale 18 è in gravi condizioni, sottoposto a intervento chirurgico e ricoverato in codice rosso, in neurochirurgia a Reggio Calabria. Grave anche un altro extracomunitario ferito a colpi di spranghe, mentre il Prefetto ha confermato che gli ultimi feriti a colpi di arma da fuoco caricati a pallini non destano preoccupazioni. Secondo quanto riferisce l'Ansa, almeno cinque immigrati sono rimasti feriti in modo non grave dopo essere stati investiti da auto guidate da italiani. Secondo fonti investigative, gli incidenti sarebbero avvenuti in prossimità dei posti di blocco attuati dagli abitanti del posto. In un caso i responsabili dell'investimento sono stati fermati dai carabinieri. Otto gli arresti: sette cittadini extracomunitari accusati di devastazione, rissa e violenza a pubblico ufficiale, e uno degli italiani che ha tentato di investire gli stranieri con l'escavatore, ferendone uno. L’accusa per lui è di tentato omicidio. Ulteriori momenti di tensione si sono vissuti, in serata, in località Bosco di Rosarno quando alcuni abitanti della zona hanno cercato di avvicinarsi e accerchiare la struttura ex Esac dove sono accampate centinaia di immigrati e cercando di arrivare allo scontro con loro. Ne è scaturita una fitta sassaiola.

LA BARRICATA - La situazione resta comunque molto tesa. Per questo il capo della polizia Antonio Manganelli, sentito il ministro Maroni, sta inviando in Calabria un «consistente contingente di uomini delle forze di polizia, per assicurare il miglior controllo del territorio e garantire serenità a tutta la popolazione presente». Serenità che un centinaio di abitanti, armati di bastoni e spranghe di ferro, sta minando dopo aver tirato su una barricata sulla statale 18 all'altezza del km 474, a poche centinaia di metri dai locali dell'ex Opera Sila dove si trovano molti degli stranieri che la scorsa notte hanno dato vita agli scontri. Il blocco dei cittadini è tutt'altro che pacifico: quasi tutti hanno bastoni, stecche da biliardo, spranghe di ferro e mazze. E tra loro sono circolate anche alcune taniche di benzina.

LA RIVOLTA - I disordini in questa città che conta 15mila residenti, pochissimi centri di ritrovo, e quasi nessuna piazza, sono iniziati con la rivolta degli immigrati per il ferimento di due stranieri in un agguato e continuati dai residenti. Anche se secondo le forze dell’ordine chi ha sparato colpi ad aria compressa e usato anche spranghe è «gente che viene da fuori». Forse cani sciolti della criminalità organizzata. In ogni caso la tensione è alta: le scuole sono rimaste chiuse e così come i i negozi.

LA TASK FORCE - Il Viminale ha costituito una task force tra i ministeri dell'Interno, del Welfare e della Regione Calabria con il compito di «affrontare la questione non solo dal punto di vista dell'ordine pubblico, ma anche per quanto riguarda gli aspetti legati allo sfruttamento del lavoro nero e all'assistenza sanitaria». In città gruppi di giovani hanno organizzato ronde spontanee: «Difendiamo la nostra città e le nostre case. Siamo a caccia degli africani: se vogliono lavorare restino, ma se non c'è lavoro, devono andare via», dice qualcuno.
INCONTRO - Nel primo pomeriggio centinaia di extracomunitari, tra i quali alcuni giunti dalle zone vicine, scortati in testa e in coda dalle forze dell'ordine hanno raggiunto in corteo il municipio scandendo slogan di protesta. Una loro delegazione è stata ricevuta dal commissario prefettizio, in quanto il Comune è stato sciolto nel 2008 per infiltrazioni mafiose. Dopo l'incontro, i migranti sono tornati nelle strutture di ricovero in cui sono ospitati («ai limiti del sopportabile», secondo molte testimonianze). Il commissario ha poi ricevuto anche una delegazione di cittadini di Rosarno, i quali chiedono l’immediato allontanamento degli stranieri.
SPARI E SASSAIOLA - In precedenza alcuni abitanti di Rosarno avevano raggiunto la zona antistante il municipio. Erano venuti a contatto con gli immigrati e avevano provato a inseguirli e malmenarli. Un uomo ha sparato dal terrazzo della sua casa due colpi di fucile in aria per difendere la moglie e le figlie che guardavano dal balcone e contro le quali erano stati lanciati sassi da alcuni immigrati che stavano transitando in corteo. Dopo i colpi, alcuni stranieri sono entrati nell'abitazione ma per protestare vivamente. Sassi anche contro una troupe del Tg2 e il giornalista Francesco Vitale, senza conseguenze. Ci sono stati momenti di tensione tra un gruppo di abitanti e le forze dell'ordine dopo che un giovane era stato fermato perché stava litigando con un immigrato davanti al municipio. Gli animi si sono calmati dopo che il giovane è stato rilasciato.
REAZIONI POLITICHE - Molte le reazioni politiche sugli avvenimenti di Rosarno, tra le quali quelle del ministro dell'Interno, Roberto Maroni: «In questi anni è stata tollerata l'immigrazione clandestina che ha alimentato la criminalità e ha generato situazioni di forte degrado». Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha invece lanciato un appello per mettere fine alle violenze







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