venerdì 8 gennaio 2010

GLI OPERAI VINCONO A BREMBIO

Le cariche poliziesche e la repressione non fermano la lotta operaia, che raggiunge la vittoria

Con la grande determinazione espressa nella lotta i lavoratori della cooperativa RSZ NEW PROJECTS ottengono una grossa vittoria a Brembio. Vengono assunti tutti nella nuova cooperativa vincitrice dell’appalto, senza aggravamento delle condizioni organizzative e contrattuali. Da oggi si avvia il percorso ancora di lotta che dovrà vedere i lavoratori imporre e controllare l’applicazione dell’accordo raggiunto. La vostra vittoria isola la destra dei sindacati di regime, infonde felicità e fiducia a tutti i lavoratori.

Lo scorso 30 dicembre a Brembio, in provincia di Lodi, i lavoratori della cooperativa RSZ NEW PROJECTS erano di nuovo scesi in lotta con il sostegno dello SLAI COBAS, presidiando i cancelli della ditta appaltatrice, la FIEGE Borruso di autotrasporti, che da diverso tempo ha avviato una ristrutturazione produttiva che avrebbe determinato un pesante aggravamento delle condizioni di lavoro, sia sul piano organizzativo che economico. Il padrone della FIEGE confidava nella ricattabilità e nella paura tra i lavoratori che per la maggior parte sono immigrati, ma non riuscendo a fiaccare la loro tenacia con le lusinghe di trattative inconcludenti che procedono da tempo con CGIL e CISL, ha chiesto lo sgombero dei cancelli prontamente tentato dagli sbirri schierati. Invece che perseguire i delinquenti come il padrone della ditta che per scaricare la crisi del sistema sui lavoratori non esita a licenziare e aggravare le loro condizioni di vita, gli sbirri non hanno esitato a caricare con manganelli e calci nonostante un presidio pacifico ma determinato. In perfetto stile mafioso hanno iniziato a minacciare e provocare i lavoratori con la perdita del permesso di soggiorno a testimonianza di come il pacchetto sicurezza del famigerato Maroni viene utilizzato dai padroni e dai loro servi per far avanzare gli effetti della crisi sugli operai.

Via via che procede la crisi del suo sistema sociale alla borghesia risulta sempre più difficile nascondere il proprio vero volto repressivo e affamatore delle masse popolari. I veri problemi alla sicurezza sono determinati dalla presenza della borghesia imperialista e da tutto il suo sistema di potere al governo del paese, che aggrava sempre più le condizioni di vita di milioni di persone nel paese e fuori, distrugge l’ambiente e impedisce il progresso sociale, oggi possibile grazie allo sviluppo tecnologico e delle conoscenze raggiunte dal genere umano.
Gli operai si organizzano in proprio, prendono direttamente in mano la gestione delle vertenze e mettono bene in chiaro cosa significa risolvere la crisi: nessun lavoratore deve essere licenziato, nessuna impresa deve essere chiusa, ad ogni adulto deve essere garantito un salario dignitoso e lo rivendicano con le forme di lotta che ritengono più giuste in questo momento che essendo tragico inevitabilmente sono radicali. Questa è la giusta risposta alla propaganda di regime sulla crisi che si sta risolvendo, dimostrando che se la sua gestione la si lascia in mano ai padroni essa porterà benefici solo per le loro tasche, mentre costituirà un calvario sempre più pesante per centinaia di migliaia di operai. I lavoratori in modo sempre più diffuso vanno oltre la linea concertativa delle organizzazioni sindacali di regime che attraverso gli accordi del meno peggio contribuiscono con i padroni alla ristrutturazione dell’apparato produttivo facendo così pagare la crisi agli operai, mettendo così in discussione la sopravvivenza degli operai e delle loro famiglie.

Con il procedere della crisi la borghesia riesce sempre meno a controllare le masse popolari che estendono la ribellione contro le condizioni imposte dal suo sistema e passa alla repressione, utilizzando allo scopo ogni categoria di sbirri, sia in divisa che non, sia legali che illegali, sia le bande di fascisti a cui lascia sempre più le briglia sciolte per saggiarne l’efficacia. Gli operai rispondono con la lotta anche ai pestaggi, alle denunce, agli arresti che subiscono nella difesa del lavoro.

La giusta rabbia e la protesta di questi operai rappresenta la risposta che li lega alle lotte degli operai della INNSE, della FIAT di Termini Imerese, delle cooperative di Origgio, dell’Alfa di Arese, della Yamaha, della Frattini, della MetalliPreziosi, dell’Eutelia e di altre centinaia di imprese che sono in lotta per non pagare la crisi dei padroni.
La soluzione definitiva di questa crisi è però solamente politica: deve costituirsi un’autorità che applichi le misure adatte per far si che la crisi non sia pagata dagli operai, ovvero che nessuna fabbrica deve essere chiusa, nessun lavoratore deve essere licenziato, che ad ogni adulto venga garantito un reddito adeguato e dignitoso per consentirgli di vivere con la propria famiglia, che ad ogni impresa venga garantito l’approvvigionamento di ciò di cui ha bisogno per poter far avanzare la produzione, chiudendo le produzioni dannose per l’ambiente e per gli uomini. Ma un’autorità siffatta non può altro che essere costituita e sorretta dagli organismi operai e popolari, che già oggi lottano contro lo smantellamento delle conquiste e dei diritti ottenuti con anni di lotte.
È sul terreno della direzione del sistema sociale che troverà soluzione questa crisi e la mobilitazione e il coordinamento degli organismi popolari già costruiti e quelli che si costituiranno per far procedere la lotta, deve produrre un governo popolare del paese, un Governo di Blocco Popolare, che imponga ai padroni le misure decise dalle masse popolari in lotta.
Cacciamo il governo della crisi e della guerra, della repressione degli operai, del dissesto ambientale, degli evasori, ladri, truffatori, il governo promosso dal Vaticano: cacciamo il governo della banda Berlusconi.
Lavoriamo per costruire un Governo di Blocco Popolare. Utilizziamo anche le prossime elezioni regionali per fare anche del teatrino della politica borghese un focolaio di lotta per costruire un governo popolare di emergenza. Costruiamo liste di blocco popolare, unitarie, per irrompere nella campagna elettorale.

PRENDIAMO IN MANO IL GOVERNO DEL PAESE, COSTRUIAMO UN GOVERNO DI BLOCCO POPOLARE PER APPLICARE LE MISURE D’EMERGENZA PER NON PAGARE LA CRISI DEI PADRONI
CON IL GOVERNO DI BLOCCO POPOLARE AVANZIAMO VERSO IL SOCIALISMO
IN GALERA I PADRONI E I LORO SERVI FASCISTI
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