giovedì 28 gennaio 2010

Sul processo Casapound Pistoia, seconda udienza

Comunicato del Comitato Amici e Parenti Val D'Elsa


Ieri 27.01.10 si e’ aperto il processo a Pistoia contro gli antifascisti arrestati l’11 ottobre in seguito all’assalto della sede di Casapound da parte di sconosciuti.

In questa udienza era prevista l’interrogazione dei testimoni presentati dall’accusa, ma siccome i tempi non sono stati rispettati alcuni testimoni sono stati rimandati all’udienza del 29.
I testimoni ascoltati sono stati: La Rotonda (dirigente Digos), Milicia (Digos), Cernai (Digos), Belletti (Digos), altro agente Digos, Dessì (Casa Pound) e Tommasi (Pdl).

Gli aspetti emersi da questa udienza sono i seguenti:

1) Le indagini si sono rivolte immediatamente verso il circolo 1° maggio senza seguire in nessun modo altre tracce. Questo è stato confermato dal fatto che per cercare le armi utilizzate dagli aggressori gli agenti si sono concentrati unicamente nei paraggi del 1° maggio (nei cassonetti a 25 metri di distanza). Praticamente tutti gli agenti sentiti riferivano di una “fonte confidenziale” (la fonte diceva che gli aggressori potevano essere entrati nel circolo) di cui non hanno voluto in nessun modo rivelare la natura, nemmeno dietro l’insistenza degli avvocati. Lo stesso Dessì sostiene che sicuramente si trattava di chi in quel momento si trovava al 1° maggio dal momento che gli aggressori erano elementi di sinistra.
2) Durante questa udienza emerge il carattere politico di tutta la vicenda, con il PM che chiede di mettere agli atti i dettagli del processo a Massa, in cui uno degli imputati e’ Alessandro Della Malva, per poterlo usare contro di lui. L’avvocato Leone(avvocato di Della malva e Bartolozzi) chiede invece al Dessì se è vero che sul sito di Casa Pound si possono leggere affermazioni del tipo “siamo i fascisti del terzo millennio”, “ci rifacciamo ai valori del fascismo del ventennio”. A queste domande il Dessì sostanzialmente da risposta affermativa.
3) Il Dessì nella sua testimonianza dichiara spudoratamente il falso, indicando chiaramente il ruolo di Della Malva e di Yuri Bartolozzi nell’aggressione (sostiene che Alessandro e Yuri sono stati tra quelli che sono entrati nella sede fascista. Yuri ha rovesciato il tavolo ed Alessandro ho buttato giù una libreria), questo lo fa con la tranquillità di chi è coperto dalla polizia ed è fin troppo chiaro che ha preparato insieme alla Digos la sua versione dei fatti. Nel momento in cui il Dessì è fuori dall’aula perché ancora non è il suo momento di testimoniare è stato visto parlottare insistentemente con gli agenti Digos (mentre tutti gli altri testimoni aspettavano in un'altra saletta). Il legame tra la Digos e Casa Pound è emerso anche quando, di fronte alla non troppo limpida testimonianza del Tommasi, alcuni compagni tra il pubblico hanno visto sobbalzare gli agenti ed esclamare tra loro parole del tipo “che cazzo sta dicendo”, “che cazzo fa”.
4) Il Dessì è stato in difficoltà nello spiegare per quale motivo ha deciso di identificare i suoi aggressori solo due giorni dopo il fatto.
5) Ovviamente sia la polizia che i fascisti hanno cercato di enfatizzare i fatti per giustificare il reato di devastazione e saccheggio. Parlano di una sede devastata quando una lampada appoggiata in terra è rimasta al suo posto, le magliette, alcune sedie, i manifestini sono rimaste al loro posto e l’aggressione si è svolta in una sola stanza. Al riguardo il giudice ha dimostrato invece di mettere in dubbio la tesi della devastazione, chiedendo agli agenti se in strada ci fossero stati oggetti danneggiati (ovviamente gli agenti hanno dovuto rispondere di no).
6) Il Tommasi si è rivelato il punto debole dell’accusa: chiaramente ha accettato di testimoniare (ma non di costituirsi parte civile come ha fatto invece il Dessì), ma si è visto bene che non se l’è sentita di mentire spudoratamente come ha fatto il Dessì. Ha detto che nella confusione non è riuscito ad identificare nessuno tra gli aggressori e non è stato tanto preciso nemmeno sulle eventuali armi usate (si ricordava di un bastone lungo circa 80 cm, ma non di che colore fosse). Ma soprattutto ha detto che entrambi si sono rifugiati in un corridoio (largo meno di un metro) e che lui si trovava davanti al Dessì, quindi rivolto verso gli aggressori. Detto questo sembra proprio strano che il Dessì (che oltretutto è più basso del Tommasi), stando dietro a lui nello stretto corridoio sia riuscito a identificare non solo i volti, ma anche il colore e le marche delle magliette dei suoi aggressori.
7) La telecamera posta sulla facciata della stazione, che poteva scagionare Yuri e Filippo, a quanto pare è già stata cancellata e quindi è inutilizzabile.
8) Sono apparse delle foto che ritraggono i momenti della nostra identificazione davanti al circolo 1° maggio e che non sono state scattate dagli agenti. Queste foto circolavano su internet.

In questa udienza sono emersi gli aspetti politici che si nascondono dietro questo processo: la mobilitazione reazionaria promossa dalla borghesia, da una parte cerca di riabilitare il fascismo (i nostri cari fascisti del terzo millennio), dall’altra di colpire tutti quelli che rappresentano un punto di riferimento per le masse popolari. Abbiamo sotto gli occhi degli esempi chiari. Infatti un soggetto come il Dessì non ha fatto certo mistero della sua identità fascista (anche se ha timidamente affermato che i fascisti di una volta sono morti il 28 aprile). I fascisti anche in questo caso si rivelano sporca manovalanza al servizio della borghesia (in questo caso hanno collaborato strettamente con la Digos).

E’ altrettanto evidente che questo processo è stato orchestrato per mettere fuori gioco alcune realtà che stavano lavorando alla realizzazione di un importante coordinamento (contro le ronde fasciste). Tra queste realtà sicuramente una posizione particolare la occupava il P-Carc, che al riguardo aveva fatto già una esperienza di grande importanza (ronda proletaria antifascista e antirazzista a Massa) e che era diventato un punto di riferimento per questo a livello nazionale. Cosa di meglio quindi di colpire un suo dirigente!
La questura di Pistoia in aula si e’ comportata da manuale. Ha in sostanza cercato di mantenere la linea di repressione e ha cercato di “fare paura” come ha fatto negli ultimi 3 mesi.

A differenza dell’udienza tecnica avvenuta il 20 gennaio, lo spiegamento di forze e’stato molto grosso(perche’ si sa’, ormai si e’ capito, quelli da proteggere perche’ utili alla causa sono i fascisti del terzo millennio) addirittura hanno adottato i metal detector sulle persone che entravano in tribunale.Non tutte pero’!! Infatti, fino a quando non gli e’ stato fatto notare, ai controlli erano sottoposti solo i cosiddetti comunisti….per gli altri l’entrata era libera.

I testimoni dell’accusa erano ampiamente scortati, in particolar modo il Signor Dessi’. Tutti erano infatti tenuti , come da prassi, in una stanza, ma per Dessi’ il “ soggiorno” in tribunale e’ stato diverso….e’ stato tutto il tempo insieme agli esponenti della Digos di Pistoia.

Avevano molto da dirsi evidentemente…noi ci domandiamo : ma non era vietato influenzare i test???? Forse pero’ per coerenza con le azioni avvenute dall’ 11 ottobre ad oggi (vedi incontri inaspettati nei bar di Pistoia del Signor Dessi che prende tranquillamente il caffe’ con i digossini) questo comportamento e’ il piu’ adatto alla situazione costruita. In fondo non fanno niente di male no??? E poi bisogna studiare e prepararsi bene di fronte ad un esame imminente no?!Magari ripetere fino all’ultimo minuto!!!

Purtroppo pero’ non tutte le ciambelle riescono col buco e qualche testimone dell’accusa(forse con la coscienza un pochino piu’ viva di altri) qualche difficoltà a testimoniare l’ha avuta, tanto che, alle dichiarazioni di Tommasi, non sempre coincidenti con quelle del Dessi’, i digossini hanno mostrato(incautamente)il loro disappunto in aula! Evidentemente il nervosismo dilaga tra chi sa’ di non avere la verita’ dalla sua parte. Al punto che il Tommasi non riusciva a sostenere lo sguardo di quelli che lui accusava…chissa’ come mai!!!

INVITIAMO TUTTI A CONTINUARE A RIMANERE UNITI E A PARTECIPARE AL PRESIDIO CHE SI TERRA VENERDI’ 29.01.10 SOTTO AL TRIBUNALE DI PISTOIA PER SOSTENERE I COMPAGNI CHE SUBIRANNO LA SECONDA UDIENZA DI QUESTO TEATRINO!!!


COMITATO AMICI E PARENTI VAL D’ELSA

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