lunedì 25 gennaio 2010

Pestaggi ai "rossi" baresi: associazione a delinquere per 12 neofascisti di F.N.

Pestaggi ai "rossi" baresi: associazione a delinquere per 12 neofascisti di F.N.
BARI - Dodici componenti del gruppo barese di «Forza Nuova» il movimento politico della destra antagonista, fondato nel 1997 che dal 2008 è presente con proprie sedi in tutte le regioni d’Italia, sono stati condannati dal Tribunale di Bari per essersi riuniti fra loro e aver costituito una associazione a delinquere allo scopo di compiere una serie di azioni squadristiche, spedizioni punitive, danneggiamenti materiali e aggressioni verbali ai danni di esponenti di organismi politici e sociali collegati all’area ideologica della sinistra. I fatti contestati al gruppo (ovvero quattro brutali aggressioni ai danni degli attivisti del centro sociale «Coppola Rossa» di Adelfia; il danneggiamento dell’auto di uno di loro e di un locale di pertinenza del centro sociale; le minacce rivolte al professore universitario Luciano Canfora attraverso una serie di scritte sui muri «Canfora brucerai come Stalin», «Canfora Boia»; infine l’irruzione antiabortista all’interno della casa di cura «Santa Maria») risalgono ad un periodo compreso tra il novembre del 2001 e il mese di febbraio del 2004.

Nel registro degli indagati i sostituti procuratori Lorenzo Nicastro e Roberto Rossi titolari della inchiesta hanno iscritto sedici persone. Due hanno chiesto ed ottenuto nel corso del processo il patteggiamento, una terza Nicola Vittorio di 34 anni, di Altamura è stato assolto.

Per dodici degli indagati (compreso Vittorio) relativamente ai reati contestati di detenzione di oggetti atti ad offendere (mazze, bastoni, catene, fibie), aggressione ad alcuni attacchini del centro sociale «Coppola Rossa» e irruzione nella casa di cura «Santa Maria» i giudici hanno dichiarato i reati estinti a seguito di prescrizione. Si tratta della prima sentenza in Italia che condanna un gruppo locale del movimento politico «Forza Nuova». Altre inchieste a Treviso, Verona, Roma, Torino , Reggio Calabria chiamano in causa, coinvolgono presunti militanti della organizzazione della destra antagonista ma l’inchiesta della Procura di Bari è la prima ad arrivare a giudizio.

Gli imputati furono arrestati dai carabinieri del Ros, al comando del tenente colonnello Domenico Ruscigno il 14 aprile del 2004 al termine di una inchiesta che per ammissione degli stessi inquirenti avrebbe avuto bisogno di «ulteriori acquisizioni investigative». C’era bisogno di tempo ma - come emerge dagli atti della inchiesta - in quell’angoscioso mese di aprile di cinque anni fa a Bari «il concreto pericolo per la vita e l’incolumità fisica delle vittime delle violenze» scatenate secondo l’accusa dai militanti della cellula barese di «Forza Nuova» indusse gli inquirenti ad accelerare i tempi chiedendo subito le misure cautelari «per i reati associativi e gli altri reati-fine per i quali le responsabilità individuali apparivano concretamente definite».

Ai frequentatori del centro sociale «Coppola Rossa» vittime dei pestaggi documentati che si sono costituiti parte civile i giudici hanno riconosciuto il risarcimento dei danni.

Le pene più alte riguardano Gaetano Campidoglio di 35 anni e Sergio Pizzi di 34, condannati a 4 anni e 4 mesi. Insieme con Nicola De Tullio di 38 anni, condannato a 2 anni e 4 mesi di reclusione e Massimo Lananna, 30, condannato a tre anni sono ritenuti i promotori del sodalizio. La scure dei giudici si è abbattuta su Paolo Alba, 36 anni, condannato a 2 anni e 7 mesi di reclusione; Vito Nicola Cantacessi, 35, 2 anni e 10 mesi; Francesco De Rosalia, 32, 3 anni; Cosimo Dambra, 27, 2 anni e 6 mesi; Fabrizio Fiorito, 25 anni, condannato a 2 anni e 6 mesi; Tommaso Signorile, 26, 1 anno; Giovanni Ventrella, 33, 3 anni; Giacomo Vitucci, 33, 2 anni e 6 mesi.

È stato infine assolto dall’accusa di favoreggiamento il viceispettore di polizia Francesco Tiani, comunque condannato a 9 mesi per violazione del segreto di ufficio, pena peraltro sospesa. Parte delle pene (nel limite di tre anni) è stata condonata.

di LUCA NATILE


Le intercettazioni: «A uno di loro, gli ho spaccato il crick in testa»

BARI - Nella notte tra il 6 e il 7 giugno del 2003 il gruppo di «Forza Nuova» organizza una spedizione punitiva. Vittime designate due attivisti del centro sociale di Adelfia. Alle 3.34 Cosimo Dambra telefona a Massimo Lananna e lo informa che lui ed altri stanno inseguendo le due vittime prescelte.

Massimo: «Dove state ?»
Cosimo: «Davanti la casa di Luca... davanti la casa di Luca... dai veloce... oh! sono a piedi... dai.. sono a piedi, li stanno inseguendo...».
Massimo: «Dove? Dove?».
Cosimo: «Vicino a casa di Luca! Due, sì due...».
Massimo: «Sotto casa di Luca? Veloce...».
I componenti della squadraccia si danno voce tra di loro. Vito Cantacessi chiama Sergio Pizzi e gli comunica la posizione dei due giovani inseguiti.
Vito: «Lungomare verso "Pane e Pomodoro"».
Sergio: «Si sto arrivando, quello sta andando a Triggiano...».
Vito: «Vieni vieni vieni...! Lungomare...».
Nella successiva conversazione Massimo Lananna contatta Sergio Pizzi al quale riferisce di trovarsi all’altezza di Torre Quetta.
Massimo: «Sergio?».
Sergio: «Oh, dove state?».
Massimo: «Altezza Torre Quetta, stiamo proseguendo, li stiamo inseguendo, se ne sono accorti mi sa... Veloci, ragazzi!».
Sergio: «Io sto dietro di voi, allora dai!».
Poco dopo la conversazione riprende più concitata.
Massimo: «Sergio! Sergio! Noi siamo arrivati, un altro po’, a Torre a Mare!».
Sergio: «Cercate di fermarlo perché io sto arrivando da dietro, io sto dietro di voi!».
L’inseguimento prosegue.
Massimo: «Sergio!».
Sergio: «Allora, senti Massimo, mi avete rotto il cazzo! Se non avete il cazzo di coraggio di fermarlo...».
Massimo: «L'abbiamo fermato Sergio, ci stavano a buttare all’aria, oh! Ci stavano buttando all’aria!».
Alla fine viene consumato il pestaggio. Sergio Pizzi alcune ore dopo ne parla con l’amico Antonello.
Antonello: «Oh? Sergio dimmi...».
Sergio: «Allora vedi che stanotte è successo, a Triggiano. A uno di loro, gli ho spaccato il crick in testa... si chiama "Belfast"....è andato in ospedale e l'altro, qualche lesione così e anche uno dei nostri, cioè si è messo quattro punti in testa Fabrizietto».

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