domenica 31 gennaio 2010

Napoli: all’Ipm di Nisida un 18enne violentato da tre detenuti

Un detenuto di 18 anni recluso nel carcere minorile di Nisida a Napoli ha subito violenze e angherie di ogni tipo da un gruppo di altri reclusi della struttura che sono stati arrestati dopo la denuncia fatta dalla vittima ad un ufficiale di polizia giudiziaria. Lo riferisce il quotidiano Roma. Gli arrestati, tre, hanno tutti 19 anni ma si trovano ancora nel carcere minorile perché all’epoca dei fatti per i quali erano stati portati nella struttura non erano ancora maggiorenni. Uno dei quattro è anche coinvolto nell’omicidio di una guardia giurata. Nell’ordinanza di custodia cautelare emessa in seguito alle indagini svolte dall’ufficio di sovrintendenza del corpo di polizia penitenziaria dell’istituto minorile si ipotizzano i reati di violenza sessuale di gruppo, stalking e lesioni aggravate. Coinvolta nell’indagine anche una quarta persona, minorenne, per la quale si procede in maniera separata.

Il direttore del Dgm: quei minori sono adulti

Quei minori, in troppi casi, sono già adulti, perché a Nisida si può rimanere fino a 21 anni. Inoltre, le violenze subite dal detenuto nel carcere minorile di Napoli sono uno degli effetti deleteri del sovraffollamento della struttura. Il direttore del dipartimento di giustizia minorile di Campania e Molise Sandro Forlani, e il direttore del penitenziario Gianluca Guida commentano in questi termini il caso esploso a Napoli. Dove uno dei ragazzi di Nisida ha denunciato di aver subito vessazioni atroci dai suoi compagni. "Una vicenda circoscritta nel tempo - sottolinea Guida -, che si è sviluppata nel giro di pochi giorni, e sulla quale sono in corso gli accertamenti della magistratura". Il caso è venuto fuori, spiega fra l’altro, "proprio perché il personale del carcere ha notato che il ragazzo viveva uno stato di malessere, e così è stato incoraggiato a raccontare cosa stesse succedendo".
Resta l’orrore delle violenze, dovute, spiega Guida, anche allo sforzo che si richiede alla struttura: "Il carcere di Nisida è tarato sull’accoglienza di 32 detenuti - dice - ma negli ultimi due anni siamo arrivati anche a raggiungere il picco di 60. Questo comporta che in una camera in cui dovrebbero dormire 3 persone, si sia costretti a farcene convivere fino a cinque". Oggi a Nisida ci sono 51 ragazzi e 9 ragazze. Il disagio che consegue è evidente. Ma non è questo l’unico problema: "La legge consente ai ragazzi di rimanere nel carcere minorile fino ai 21 anni. E questo crea degli innesti fra logiche criminali diverse, che spesso non appartengono a quelle della adolescenza". Secondo Guida "sarebbe opportuno poter applicare in modo più flessibile la legge su questo punto".
L’opinione è condivisa da Sandro Forlani: "Nel carcere minorile arrivano anche ragazzi che hanno già conosciuto la realtà del penitenziario degli adulti. Se commettono un reato oltre i 18 anni, vanno a Poggioreale. Poi magari diventa esecutiva l’ordinanza per un reato commesso da minori, e vengono portati a Nisida. Così questi minori adulti detenuti sono portatori di esperienze vissute altrove. Il che può snaturare l’impegno nei confronti della adolescenza".

Già trasferiti detenuti responsabili

I violenti sono stati già trasferiti. Mentre gli altri si sono schierati con la vittima, il detenuto che ha denunciato atroci violenze subite a Napoli da alcuni compagni nel carcere minorile di Nisida. Sono giovanissimi carcerati, che il senso comune liquida come delinquenti: eppure, di fronte agli "aguzzini" di un ragazzo che era a Nisida praticamente di passaggio - è stato detenuto per un mese - hanno manifestato solidarietà e sdegno. "I ragazzi hanno preso una posizione netta e forte in difesa di questo ragazzo", spiega il direttore del carcere Gianluca Guida. Un segnale positivo per la struttura e per gli operatori che qui lavorano ogni giorno. Il direttore del carcere esclude che le violenze possano aver riguardato anche altri ragazzi: "Riteniamo che cose di questo tipo non siano avvenute né in contemporanea, né in altri momenti. Inoltre sono già stati presi di provvedimenti - continua - sia sotto il profilo sanzionatorio-disciplinare, nei confronti di chi è stato responsabile di questi episodi, sia a tutela dei ragazzi che oggi sono ancora in carcere". La conferma arriva dal direttore del dipartimento di Giustizia minorile di Campania e Molise, Sandro Forlani, secondo il quale "si tratta di una vicenda vecchia, che risale a tre mesi fa, e due detenuti sono già stati trasferiti altrove".



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