lunedì 7 dicembre 2009

12 DICEMBRE 1969 PER NON DIMENTICARE


Il 12 dicembre 1969 nel centro di Milano,alle 16:37, una bomba esplose nella sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura in piazza Fontana, provocando la morte di diciassette persone ed il ferimento di altre ottantotto.

Una seconda bomba fu rinvenuta inesplosa nella sede milanese della Banca Commerciale Italiana, in piazza della Scala, furono fatti i rilievi previsti, e successivamente fu fatta brillare distruggendo in tal modo elementi probatori di possibile importanza per risalire all'origine dell'esplosivo e a chi avesse preparato gli ordigni. Una terza bomba esplose a Roma alle 16:55 dello stesso giorno nel passaggio sotterraneo che collegava l'entrata di via Veneto con quella di via di San Basilio della Banca Nazionale del Lavoro, facendo tredici feriti. Altre due bombe esplosero a Roma tra le 17:20 e le 17:30, una davanti all'Altare della Patria e l'altra all'ingresso del museo del Risorgimento, in piazza Venezia, facendo quattro feriti.

Si contarono dunque cinque attentati terroristici nel pomeriggio dello stesso giorno, concentrati, tra il primo e l'ultimo, in un lasso di tempo di soli 53 minuti, a colpire contemporaneamente le due maggiori città d'Italia, Roma e Milano

Le bombe del 12 dicembre 1969 sono il momento culminante di una serie di attentati che accaddero in quello stesso anno. Questi attentati facevano parte dello stesso disegno politico (la "strategia della tensione") che per gli obiettivi colpiti e gli elementi emersi, era un disegno attuato dallo Stato stesso, volto ad influire sul sistema politico democratico, rendendo instabile la democrazia.

La strategia della tensione avrebbe agito tramite l'infiltrazione di gruppi eversivi fascisti e dei servizi segreti, di modo da spingerli a compiere azioni tali da creare allarme e terrore nell'opinione pubblica. In questo modo si sarebbero giustificate reazioni estreme come l'instaurazione di uno stato di polizia, o si sarebbe destabilizzata la posizione dell'Italia nelle sue alleanze.

Sono passati 40 anni dalla strage e ancora i familiari delle vittime non hanno avuto giustizia,anzi il 3 maggio 2005 - l'ennesimo processo, il settimo, sulla strage si chiude in Cassazione con la conferma delle assoluzioni degli imputati Delfo Zorzi(inquisito anche per la strage di Bologna del 2 agosto 1980 e che oggi se la gode allegramente in Giappone!!!), Carlo Maria Maggi, Giancarlo Rognoni e l'obbligo, da parte dei parenti delle vittime, del pagamento delle spese processuali.

In occasione del 40° anniversario dalla strage, riteniamo che sia nostro dovere in quanto giovani, ma soprattutto in quanto amanti della democrazia, ricordare quello che fu uno dei giorni più neri della nostra storia repubblicana,al fine di ridare giustizia a quanti per troppo tempo sono stati vittime di un’ingiusta repressione da parte dello Stato e a quanti hanno pagato con la vita il loro lottare in difesa di quei principi che sono alla base di ogni ordinamento che si definisce democratico.

La strage di Piazza Fontana si college a tutta quella serie di avvenimenti drammatici, stragi e morti “strane” che partendo da Pinelli, Valpreda, passando per i c.d. anarchici della baracca, fino ad arrivare a Carlo Giuliani, Federico Aldrovani, Mastogiovanni e Stefano Cucchi vedono come costante comportamentale: da una parte l’impunità dello Stato verso gli artefici delle stragi e dall’altra una continua e barbara repressione nei confronti di quanti si sono battuti per la VERITA’ e per RIDARE GIUSTIZIA a coloro che sono restati vittime di un disegno eversivo in cui nella maggior parte dei casi il primo indagato è lo stato stesso.

Ma d'altronde come diceva Pasolini: "io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969. Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi” ;
e al seguito Sciascia: “nessuna verità si saprà mai riguardo ai fatti delittuosi che abbiano, anche minimamente, attinenza con la gestione del potere. Perché lo stato non può processare se stesso”.

Oggi giorno il ricordo di questi tragici fatti assume un’importanza ancor più grande,in quanto da troppo tempo assistiamo al riemergere di fenomeni e comportamenti che fino a qualche anno fa consideravamo definitivamente superati:ronde, xenofobia, intolleranza, omofobia, discriminazioni su base etnica e religiosa, indifferenza alle limitazioni della libertà di espressione, riduzione del conflitto ad attività illecita, negazione dei diritti e dell’autorganizzazione sociale.

Siamo seriamente preoccupati del diffondersi di questi disvalori nei territori, nei quartieri, fra la gente, e soprattutto fra le giovani generazioni.

Siamo seriamente preoccupati per gli atti di repressione e di intimidazione che si registrano nei confronti di quei movimenti che si battono per i più elementari diritti di un cittadino come quello al lavoro e che vengono ingiustamente criminalizzati, come successo rispetto al movimento dei corsisi salernitani.

Questa tendenza rappresenta un pericolo che sta consolidando nuove forme più o meno palesi o organizzate di culture e pratiche fasciste.

Non possiamo accettare che la memoria di quanti si sono battuti per la democrazia e per liberare l’Italia dai nazi-fascisti durante la 2° Guerra mondiale possa essere barbaramente violata da persone indegne, come avvenuto il 25 aprile 2007 a Cava dei Tirreni, quando furono messi dei manichini impiccati inneggianti alla morte dei partigiani sotto il comune e per cui saranno chiamati a processo il 17 marzo 4 giovani appartenenti a Forza Nuova e Casa Pound.

Non possiamo accettare che si muoia in carcere a causa delle percosse subite dagli agenti o che si viva in condizioni al limite dell’umano come succede nella maggior parte delle carceri italiane.

Non possiamo accettare che venga dimenticata la nostra storia, in quanto un paese senza memoria è un paese senza futuro!!!

Riteniamo fondamentale quindi il valore della memoria storica che alla luce degli avvenimenti politici attuali assume un valore ancor più importante, in quanto unico, strumento per capire come quei meccanismi di repressione siano ancora oggi esistenti.

NOI NON DIMENTICHIAMO!
E proprio per non dimenticare , abbiamo organizzato una serie di iniziative di avvicinamento al 12 dicembre:
Invito a tutti i dirigenti scolastici di Salerno di rispettare un minuto di raccoglimento (prima dell’inizio delle lezioni) il 12 dicembre 2009, in memoria delle vittime di Piazza Fontana;
• Mercoledì 9 dicembre ore 14.30 Aula 5 di lettere ( Fisciano, unisa)
sarà proiettato il film/documentario “12 dicembre” a cura di Pierpaolo Pasolini;
• Sabato 12 Dicembre sarà proiettato il film/documentario “Bianco e Nero” Di Pietrangeli ore 17.30 presso la sala della chiesa del Volto Santo a Pastena

VOGLIAMO GIUSTIZIA E VERITA’!

Rete Studenti Salerno

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