lunedì 14 dicembre 2009

Verità e giustizia per Aldo Bianzino:ennesima morte sospetta di carcere

Si è svolta l’11 dicembre presso il tribunale di Perugia l'udienza sulla richiesta di archiviazione del fascicolo per omicidio a carico di ignoti avanzata dal pubblico ministero, Giuseppe Petrazzini, per la morte di Aldo Bianzino. Alla richiesta, la seconda dopo quella presentata nell'ottobre 2008 e respinta, si sono opposti i familiari di Bianzino.
Il gip, Massimo Ricciarelli, farà conoscere la sua decisione nei prossimi giorni. Nel corso della seduta un centinaio di persone hanno manifestato all'esterno. Presenti il figlio di Bianzino, Rudra, 16 anni, e Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano Cucchi, il giovane morto nel reparto penitenziario dell'ospedale Pertini di Roma a seguito del pestaggio subito dopo l'arresto, insieme al «Comitato Verità e Giustizia per Aldo».
Bianzino, persona mite e abile artigiano, venne arrestato il 12 ottobre del 2007 perché coltivava alcune piante di canapa indiana. Morì nel carcere di Perugia due giorni dopo. Inizialmente il decesso venne attribuito a un malore naturale.

L'autopsia certificò invece l'assenza di patologie pregresse e lesioni agli organi interni, presenza di sangue nell'addome e nelle pelvi, lacerazione epatica, lesioni all'encefalo. Una seconda autopsia riscontrò anche un distacco del fegato e ipotizzò la morte per aneurisma cerebrale. Evento probabilmente scatenato da un violento pestaggio subito dopo l'arresto, in circostanze mai accertate. In carcere Bianzino venne abbandonato a se stesso. Per questa assenza di cure, l'agente di polizia penitenziaria in servizio la notte della sua morte è stato rinviato a giudizio, lo scorso 28 giugno, per omissione di soccorso e falsificazione dei registri.

A più di due anni da questa "misteriosa" morte, si tenta ancora di insabbiare la verità. Infatti si richiede l'archiviazione del procedimento per omicidio, volendo farci credere che Aldo sia “stato ucciso” in carcere da un malore accidentale.
Il comitato verità e giustizia per Aldo Bianzino, con i familiari di Aldo, si oppone ancora una volta a questa richiesta di archiviazione mentre molte questioni rimangono aperte:
  • Le telecamere potrebbero spiegare diversi interrogativi, ma come mai prima si dice che quella notte hanno avuto delle “anomalie” e giorni dopo che funzionano solo per 15 secondi ogni 2 minuti? E nei minuti e 45 rimasti scoperti quante persone sono entrate nella cella? E quelle che si vedono transitare perchè non sono state annotate nei registri? È credibile che tutto questo possa accadere in un carcere, luogo del controllo per eccellenza? Come è possibile che non possiamo sapere chi è entrato ed uscito dalla cella di Aldo?*
  • Aldo venne trovato praticamente nudo in periodo autunnale. Perchè non è mai stato disposto il sequestro degli indumenti di Aldo né furono mai effettuati rilevamenti della scientifica nella sua cella? Cosa ha subito Aldo mentre era chiuso in cella?* Se fosse veramente morto per cause naturali che bisogno ci sarebbe stato di occultare la vista del suo corpo, steso nudo per terra, agli altri detenuti ponendo delle lenzuola sulle porte di tutte le altre celle della sezione?*
  • Nella prima autopsia vengono riscontrate diverse lesioni "compatibili con l'ipotesi di omicidio" e i medici legali dichiarano probabile la sua morte per percosse. Viene aperta un'inchiesta. Nella seconda, con l'asportazione del fegato e del cervello, la sua morte viene fatta risalire a cause naturali, negando di fatto l'ipotesi delle percosse. Perchè durante la seconda autopsia uno dei medici legali di parte smentisce che la milza e le costole siano state lesionate, al contrario di q uanto affermato nella prima autopsia, senza dare giustificazioni credibili? E' stata mai effettuata una radiografia delle costole di Aldo?
Dov'è la verità?
  • Come è possibile che lo stesso P.M. Petrazzini che ha ordinato l'arresto di Aldo sia anche quello che ha indagato sulle cause della sua morte? Non e' corretto che uno stesso magistrato svolga contemporaneamente il ruolo dell'accusa e della tutela (ruolo della difesa) nei confronti della medesima persona. Al limite il magistrato che ha emesso l'ordinanza di perquisizione nei confronti di Aldo potrebbe essere sentito come parte in causa all'interno dell'inchiesta sull'omicidio. Come potrebbe Petrazzini interrogare se stesso?
Se questo procedimento verrà archiviato come sarà possibile fare piena chiarezza su questi aspetti oscuri di questa vicenda? Come è possibile che il magistrato inquirente chieda l'archiviazione quando analizzando gli atti consultabili emergono numerosi altri aspetti oscuri?


La morte di Bianzino e quella di Cucchi sono il calco perfetto della violenza impunita delle istituzioni.

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