sabato 19 dicembre 2009

Fiat, la protesta degli operai sul tetto del Comune di Pomigliano

93 licenziamenti sotto l'albero di Natale spaventano tutti i lavoratori


Operai sul tetto del Comune di Pomigliano e all'ingresso dei cancelli dello stabilimento per i picchetti. Sale l'attesa per il tavolo che si terrà a palazzo Chigi il 22 dicembre e sale la rabbia per i 93 licenziati ai quali non è stato riconfermato il contratto a tempo determinato. «Questi 93 non saranno esclusi dalla trattativa nazionale, lo devono capire sia la Fiat, che il governo, ,ma anche tutti i vertici nazionali delle sigle sindacali», spiegano uniti i lavoratori. Nel video intervista a due operai e a Michele Caiazzo consigliere regionale del Pd.

Marchionne ha decretato la sospensione del Natale a Pomigliano d'Arco. Luminarie spente e nessun albero nella piazza dinanzi il Comune e nella centrale piazza Primavera. «Sarà un Natale di merda con una tredicesima che se va bene, dico se va bene, arriva a 400 euro», spiega un operaio. Ma la solidarietà oggi va tutta ai 93 che sotto l'albero aziendale hanno trovato la mancata riconferma del contratto, in pratica il licenziamento. «Questi devono essere subito reintegrati! Non è possibile che questi escano fuori dalla trattativa, potrebbe significare solamente l'anticamera di ulteriori licenziamenti una volta passate le feste». E che a sventolare siano le bandiere di Fiom o di Ugl la richiesta è univoca oggi tra gli operai: «I vertici nazionali dei sindacati, loro e solo loro prima di tutti, devono farsi carico il 22 dicembre a palazzo Chigi di questi 93 operai». Un tavolo quello che si svolgerà martedì prossimo fortemente atteso da chi è in cassa integrazione da troppo tempo, «L'occupazione dello stabilimento, i picchetti, lo sciopero sono serviti a far capire a governo e Fiat che il tavolo sadda fare. Speriamo che si presentino con le idee chiare e sopratutto che il governo faccia capire a Marchionne che se l'azienda vuole i soldi pubblici italiani deve garantire la produzione nel paese e nel Mezzogiorno». Sul tetto del Comune occupato, da dove si ha accesso al campanile della chiesa, gli operai hanno deciso che oggi la campana suona solo per loro. Del resto in questo comune, capitale del comprensorio automobilistico regionale, don Camillo e Peppone la pensano alla stessa maniera. La frattura è con Roma e con Torino che puntano la spada di Damocle sull'intera economia regionale. Lo spiega bene, nel video, una operai dei 93 già licenziati, ma che assolutamente non si considera pedina mangiata di questa estenuante partita a scacchi fra Marchionne da una parte e Scajola e Letta dall'altra. Sul tetto sale Michele Caiazzo, un consigliere regionale del Pd ed ex sindaco del comune occupato. Il politico affronta qualche provocazione e parla a viso aperto: «Storicamente, tranne per Torino e Milano, l'industria dell'auto ha avuto in Pomigliano il punto di partenza per la produzione automobilistica. Marchionne ha anche dei meriti, ma deve anche sapere che non si può pensare di costruire un grande gruppo industriale senza la riconferma della missione produttiva di uno stabilimento come Pomigliano». La Regione da disponibilità a stanziare denari, ma è ora che venga fuori il piano industriale che risiede solo nella testa di Marchionne.

Nessun commento:

Posta un commento

yh

yh