mercoledì 9 dicembre 2009

Perché “NO” alle elezioni farsa in Honduras

Adolfo Perez Esquivel – Manifesto del 2/12/2009
La comunità internazionale, i governi e i popoli latino-americani non possono avallare le elezioni immorali e illegittime che hanno avuto luogo domenica in Honduras.
Il governo degli Stati Uniti è complice e gestore del colpo di Stato; un colpo di stato attuato per sottomettere il popolo e imporre politiche di dominio e razzìa nella regione. Il chiaro appoggio di Obama alla convocazione delle elezioni volute dalla dittatura è il tentativo di giustificare l’ingiustificabile e di ignorare la sovranità di un intero popolo e del Presidente Manuel Zelaya, da ormai due mesi praticamente prigioniero nell’ambasciata brasiliana e vittima della permanente aggressione da parte dei golpisti. Un tentativo che danneggia profondamente le democrazie di tutto il continente e la speranza che gli Stati Uniti possano costruire rapporti di reciproco rispetto con i loro vicini, tornando invece a ribadire che altri paesi, - i cui requisiti non corrispondono agli interessi degli USA – possono ritrovarsi in una situazione simile.
Non posso tralasciare la penosa subalternità del Presidente del Costa Rica, Oscar Arias, ai disegni del dipartimento di stato USA. Appoggiare i golpisti nella convocazione di elezioni illegittime e tacere sulle violazioni dei diritti umani di cui è vittima il popolo Honduregno, non può mai condurre alla pace.
Domenica in Honduras sono stati arrestati il nostro compagno Gustavo Cabrera, Coordinatore generale del Servizio di Pace e Giustizia in America Latina, e il pastore mennonita Cesar Càrcamo, membri di una missione internazionale di osservatori. Sebbene già liberati entrambi, la loro detenzione dimostra che la dittatura Honduregna cerca di impedire che il mondo conosca la verità su ciò che accade nel paese, occultando le gravi violazioni dei diritti umani e in particolare il clima repressivo in cui si sono svolte le elezioni.
Con questa farsa elettorale si cerca di occultare i veri motivi del golpe in Honduras, cioè: mantenere i popoli nella miseria e nella oppressione per continuare a garantire l’arricchimento di pochi, cercare in ogni modo di fermare l’aumento del salario minimo e garantire maggiori guadagni alle maquilas, riaprire il paese alle concessioni minerarie e forestali; espandere le privatizzazioni e i profitti del libero mercato per le multinazionali degli USA e dell’Europa; stoppare accordi solidali con i paesi latino americani; annullare l’entrata dell’Honduras nell’ALBA; affondare e soggiogare il paese agli interessi economici, politici e militari degli USA.
Torno a dire che il colpo di stato in Honduras è contro i popoli di tutta la regione latino-americana.
Imporre elezioni senza aver ripristinato l’ordine costituzionale esenza aver reinsediato il legittimo governo del Presidente Manuel Zelaya è un’operazione che non si poteva fare senza l’approvazione e la complicità del dipartimento di stato USA, del Pentagono e della CIA. Oltre alla imposizione dei grandi progetti infrastrutturali che mirano al saccheggio come: il Plan Puebla-Panama in Centramerica e l’ IIRSA (Integrazione dellInfrastruttura Regionale Sudamericana ) qui nell’America meridionale, la rimilitarizzazione del continente con 7 nuove basi militari USA in Colombia ( e le altre 3 proposte a Panama e al Perù) la presenza militare USA nella triplice frontiera Paraguay- Brasile-Argentina, la IV flotta che incrocia i mari del Sud; il golpe in Honduras conferma che i meccanismi di dominio sono sempre in funzione. Non sono finiti con la fine delle dittature militari imposte al continente attraverso la dottrina della Sicurezza Nazionale, a enormi prezzi in vite umane, con migliaia di morti, torturati, arrestati, desaparecidos e la distruzione della capacità produttiva dei popoli e anche con il salasso neo-liberista (originato dalla concessione di prestiti illegittimi), i conseguenti aggiustamenti strutturali, le privatizzazioni e la deregulation.
I grandi media, veri monopoli al servizio degli interessi di dominio, lanciano campagne nazionali e internazionali contro i governi che hanno progetti propri e cercano l’indipendenza e la sovranità dei loro popoli. Se il loro “bombardamento” culturale e i golpe di mercato non bastano, subentrano l’aggressione e i tentativi di colpo di stato da parte della CIA. E del dipartimento di stato USA, come in Venezuela e in Bolivia, o l’attacco contro l’Ecuador per mano della Colombia.
E’ chiaro tuttavia che la strada scelta dai golpisti non può andare lontano. Il popolo Honduregno è risoluto nel difendere la sua libertà e i suoi diritti; dopo 154 giorni di resistenza non violenta nelle strade e nei dipartimenti di tutto il paese, domenica si è chiuso in casa dando una degna inequivocabile risposta alla fraudolenta chiamata alle urne. Sono molti i governi del continente e del mondo intero che si sono rifiutati di riconoscere il governo golpista e le sue elezioni.
Chiediamo a tutti i governi dell’America Latina, alle Organizzazioni Internazionali, come l’Organizzazione degli Stati Americani e l ‘ONU, all’ Unione Europea e all’ Europarlamento, di respingere il tentativo di edulcorare il colpo di stato. Bisogna insistere sul ripristino dell’ordine costituzionale e sul re insediamento del Presidente Zelaya, e nel frattempo sul congelamento di qualsiasi forma di appoggio, finanziario, commerciale o militare, ai golpisti.
Ci appelliamo alle organizzazioni per i Diritti Umani, ai movimenti sociali, culturali e religiosi, affinché siano solidali e si muovano in difesa dello stato di diritto e della sovranità del popolo Honduregno, rifiutando ogni genere di complicità che possa imbastardire l’esercizio della democrazia.
La pace è il frutto della Giustizia, non c’è altra strada possibile. Per questo è necessario anche dare ascolto alla voce del popolo Honduregno che continua a chiedere un’assemblea costituente per rifondare il paese su basi della uguaglianza e dell’inclusione.

Solo così sarà possibile governare.

(traduzione Valentina Manacorda)

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