Aggressione extracomunitari durante festa Lega, il pm: c'era odio razziale
I quattro simpatizzanti del Carroccio secondo l'accusa e la Digos inveirono contro due camerieri extracomunitari
VENEZIA (23 dicembre) - C'era «odio razziale» nell'aggressione ai danni di due camerieri extracomunitari compiuta da quattro simpatizzanti della Lega il 13 settembre scorso nel corso della festa della Padania a Venezia. Lo ha stabilito il pm Emma Rizzato nel formulare l'accusa a chiusura delle indagini. si parla dell'aggravante dell'odio razziale con i reati di lesioni, danneggiamento e furto.
L'aggressione. Per i quattro - Fabio Vitali, Efrem Bellussi, Giampietro Finazzi e Luca Paris - tutti bergamaschi scatterà inevitabilmente, davanti al Gip, la richiesta di rinvio a giudizio. Secondo quanto ricostruito dalla Digos e come riferisce oggi La Nuova Venezia, i simpatizzanti della Lega il 13 settembre sarebbero entrati al ristorante la Bricola mentre si recavano al comizio di Umberto Bossi e degli altri leader del Carroccio. Qui avrebbero prima inveito contro due cameriere, un marocchino ed un albanese, per poi passare alle vie di fatto ferendone uno in modo serio.
[Treviso] Razzismo nel bus - Due sorelle senegalesi, 9 e 13 anni, cacciate e insultate. «Siete zingare»
TREVISO — Razzismo in autobus, denunciato autista dell’Actt. Domenica pomeriggio sulla linea che da Treviso porta a Villorba due ragazzine di origine senegalese non avevano i soldi per pagare i biglietti. L’autista le avrebbe offese dicendo loro che «si comportavano come zingare». A mediare, un adulto presente in bus, che avrebbe pagato il biglietto. Ieri mattina i genitori delle ragazzine si sono presentati in questura per denunciare il fatto. Giacomo Colladon, direttore dell’Actt, promette «provvedimenti se sarà dimostrato l’episodio».
Tutto è iniziato domenica pomeriggio. Neve sulle strade, voglia di fare regali nell’aria. Due sorelline residenti a Villorba di nove e tredici anni hanno chiesto ai genitori di poter andare in centro a Treviso per comperare qualcosa per le amichette. Mamma e papà hanno dato loro qualche euro e il permesso di prendere il bus per recarsi verso il capoluogo di Marca. Dopo qualche ora, le due sorelline hanno deciso di tornare a casa. Erano circa le ore 18 quando sono salite sulla linea 1 dell’Actt in Piazza San Leonardo.
La tredicenne si è subito comperato il biglietto a bordo. La bambina di nove anni, invece, non aveva denaro a sufficienza. Ne sarebbe nato un litigio furioso con l’autista, che ad un certo punto si sarebbe fermato di fronte all’Ippodromo di Sant’Artemio e avrebbe detto alle ragazzine che «voi zingare siete così, fate sempre le furbe», invitandole quindi a scendere in strada. Faceva buio e freddo, le due bambine erano disperate. La più grande gli avrebbe chiesto di multarla, ma di non lasciarla lì, nel nulla di smog e cemento che divide Treviso a Villorba. Ma era inutile. A quel punto si sarebbe messo in mezzo un adulto, di professione insegnante nella stessa scuola frequentata dalla 13enne. Il docente avrebbe tirato fuori quelle monetine per pagare il ticket a bordo (del valore di un euro e mezzo).
Dopo due giorni di riflessione, ieri mattina i genitori hanno deciso di presentarsi in questura per denunciare l’episodio con una querela formale. «Le mie figlie mi hanno giurato tra le lacrime che non sarebbero mai più salite su un bus, erano disperate», hanno spiegato gli immigrati agli agenti. L’Actt ieri ha verificato l’episodio, che vede per protagonista un autista-controllore da 14 anni in servizio, stimato dall’azienda. Secondo la versione fornita dall’autista al direttore Colladon, pare che il viaggio fosse iniziato in Piazza dei Signori e che la ragazzina più piccola abbia provato a non pagare il biglietto: la sorellina maggiore sosteneva infatti che non aveva l’età per pagare (che però è di tre anni). Nessun riferimento invece alle offese e al tentativo di farle scendere in strada: la signora che ha dato i due euro li avrebbe infatti pagati subito. «Il giorno dopo il padre si è presentato in ufficio da noi, dicendo che avevamo offeso le sue figlie», chiude Colladon. «Sarà la magistratura a chiarire l’accaduto, se serviranno provvedimenti li prenderemo ».
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