giovedì 24 dicembre 2009

Razzismo sparso...



Aggressione extracomunitari durante festa Lega, il pm: c'era odio razziale

I quattro simpatizzanti del Carroccio secondo l'accusa e la Digos inveirono contro due camerieri extracomunitari
VENEZIA (23 dicembre) - C'era «odio razziale» nell'aggressione ai danni di due camerieri extracomunitari compiuta da quattro simpatizzanti della Lega il 13 settembre scorso nel corso della festa della Padania a Venezia. Lo ha stabilito il pm Emma Rizzato nel formulare l'accusa a chiusura delle indagini. si parla dell'aggravante dell'odio razziale con i reati di lesioni, danneggiamento e furto.

L'aggressione. Per i quattro - Fabio Vitali, Efrem Bellussi, Giampietro Finazzi e Luca Paris - tutti bergamaschi scatterà inevitabilmente, davanti al Gip, la richiesta di rinvio a giudizio. Secondo quanto ricostruito dalla Digos e come riferisce oggi La Nuova Venezia, i simpatizzanti della Lega il 13 settembre sarebbero entrati al ristorante la Bricola mentre si recavano al comizio di Umberto Bossi e degli altri leader del Carroccio. Qui avrebbero prima inveito contro due cameriere, un marocchino ed un albanese, per poi passare alle vie di fatto ferendone uno in modo serio.

[Treviso] Razzismo nel bus - Due sorelle senegalesi, 9 e 13 anni, cacciate e insultate. «Siete zingare»
 
TREVISO — Razzismo in autobus, denunciato autista dell’Actt. Domenica pomerig­gio sulla linea che da Treviso porta a Villorba due ragazzine di origine senegalese non ave­vano i soldi per pagare i bi­glietti. L’autista le avrebbe of­fese dicendo loro che «si com­portavano come zingare». A mediare, un adulto presente in bus, che avrebbe pagato il biglietto. Ieri mattina i genito­ri delle ragazzine si sono pre­sentati in questura per denun­ciare il fatto. Giacomo Colla­don, direttore dell’Actt, pro­mette «provvedimenti se sarà dimostrato l’episodio».

Tutto è iniziato domenica pomeriggio. Neve sulle stra­de, voglia di fare regali nel­l’aria. Due sorelline residenti a Villorba di nove e tredici an­ni hanno chiesto ai genitori di poter andare in centro a Treviso per comperare qualco­sa per le amichette. Mamma e papà hanno dato loro qualche euro e il permesso di prende­re il bus per recarsi verso il ca­poluogo di Marca. Dopo qual­che ora, le due sorelline han­no deciso di tornare a casa. Erano circa le ore 18 quando sono salite sulla linea 1 del­­l’Actt in Piazza San Leonardo.

La tredicenne si è subito comperato il biglietto a bor­do. La bambina di nove anni, invece, non aveva denaro a sufficienza. Ne sarebbe nato un litigio furioso con l’auti­sta, che ad un certo punto si sarebbe fermato di fronte al­l’Ippodromo di Sant’Artemio e avrebbe detto alle ragazzine che «voi zingare siete così, fa­te sempre le furbe», invitan­dole quindi a scendere in stra­da. Faceva buio e freddo, le due bambine erano disperate. La più grande gli avrebbe chiesto di multarla, ma di non lasciarla lì, nel nulla di smog e cemento che divide Treviso a Villorba. Ma era inu­tile. A quel punto si sarebbe messo in mezzo un adulto, di professione insegnante nella stessa scuola frequentata dal­la 13enne. Il docente avrebbe tirato fuori quelle monetine per pagare il ticket a bordo (del valore di un euro e mez­zo).

Dopo due giorni di riflessio­ne, ieri mattina i genitori han­no deciso di presentarsi in questura per denunciare l’epi­sodio con una querela forma­le. «Le mie figlie mi hanno giurato tra le lacrime che non sarebbero mai più salite su un bus, erano disperate», han­no spiegato gli immigrati agli agenti. L’Actt ieri ha verificato l’epi­sodio, che vede per protagoni­sta un autista-controllore da 14 anni in servizio, stimato dall’azienda. Secondo la ver­sione fornita dall’autista al di­rettore Colladon, pare che il viaggio fosse iniziato in Piaz­za dei Signori e che la ragazzi­na più piccola abbia provato a non pagare il biglietto: la so­rellina maggiore sosteneva in­fatti che non aveva l’età per pagare (che però è di tre an­ni). Nessun riferimento inve­ce alle offese e al tentativo di farle scendere in strada: la si­gnora che ha dato i due euro li avrebbe infatti pagati subi­to. «Il giorno dopo il padre si è presentato in ufficio da noi, dicendo che avevamo offeso le sue figlie», chiude Colla­don. «Sarà la magistratura a chiarire l’accaduto, se servi­ranno provvedimenti li pren­deremo ».

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