martedì 15 dicembre 2009

Salerno: la riflessione su dopo-carcere, difficile trovare lavoro

"Casa, lavoro, reddito per non andare, per non tornare in carcere". A caratteri cubitali, era questo uno dei messaggi più forti scritti sugli striscioni che ieri mattina hanno attirato l’attenzione di quanti passavano nei pressi della Casa Circondariale di Fuorni, dove un gruppo di giovani universitari della "Rete degli studenti" ha dato vita a una giornata di riflessione in memoria delle vittime della strage di Piazza Fontana.

Gli universitari (rete studenti Salerno), insieme ad ex detenuti, familiari di persone in carcere, esponenti del Comitato di lotta dei corsisti del progetto "Conoscenza e lavoro", Cobas, Rdb e Rsa Cgil, hanno così inteso rinnovare il ricordo "di uno dei giorni più neri della nostra storia repubblicana". "La strage di Piazza Fontana - era spiegato in un volantino distribuito dai partecipanti all’iniziativa - si collega a una serie di avvenimenti drammatici e morti "strane" che partendo da Pinelli, Valpreda fino ad arrivare a Carlo Giuliani, Franco Mastrogiovanni e Stefano Cucchi vedono da una parte l’impunità dello Stato verso gli artefici delle stragi e dall’altra una barbara repressione verso chi si batte per ridare giustizia alle vittime di un disegno eversivo in cui il primo indagato è lo Stato stesso".

Tra i manifestanti, anche un ex detenuto, Michelangelo Iovine, rimasto in carcere per 19 anni per scontare il proprio debito con la giustizia e ritornato "alla vita normale" otto anni fa. Iovine è tra quelli che hanno partecipato al corso di formazione "Conoscenza e lavoro", durato tre anni e conclusosi la scorsa estate. Ora aspetta il bando rivolto alle aziende per completare la formazione con il work experience di sei mesi, visto che "fuori" ha incontrato enormi difficoltà per impiegarsi, tanto che ancora oggi risulta ancora inoccupato.

La manifestazione ha puntato l’attenzione sulle condizioni di vita dei detenuti e sul triste capitolo delle morti nei penitenziari. "Secondo una stima aggiornata al 9 dicembre, dall’inizio dell’anno in Italia sono 67 i suicidi avvenuti in carcere su 169 casi di decesso. Inoltre - ha affermato Franz Cittadino, Rsu Cobas del Comune di Salerno - l’assistenza sanitaria è disastrata, numerosi sono i maltrattamenti e le morti per cause non chiare".

A Salerno, hanno fatto notare alcuni genitori di detenuti hanno denunciato le spese che bisogna sostenere per l’acquisto dei beni di prima necessita. "Si tratta di costi che non possiamo permetterci ma dobbiamo comunque trovare il modo di dare i soldi ai nostri figli per farli vivere" hanno affermato.

Dalla giornata di ieri ci si aspetta che "le istituzioni salernitane pongano maggiore attenzione alla condizione dei detenuti, evitando il sovraffollamento delle unità che causa esasperazione e stati di avvilimento nell’individuo" come ha sottolineato lo studente Mario Carloni. Che ha concluso: "Va attuato, inoltre, un sistema riabilitativo concreto per coloro che hanno scontato la pena e hanno diritto al reinserimento sociale".

da "La Città di Salerno", 14 dicembre 2009

Nessun commento:

Posta un commento

yh

yh