martedì 9 febbraio 2010

BUON COMPLEANNO A RADIO ALICE

« Lavorare con lentezza senza fare alcuno sforzo

ti saluto ti saluto, ti saluto a pugno chiuso

nel mio pugno c'è la lotta contro la nocività..

era questo il verso di una canzone di Enzo Del Re che venne usata dai fondatori di Radio Alice, un'emittente radiofonica bolognese di metà anni settanta.

Concepita nel 1975 durante il periodo di esplosione delle radio libere, la radio inizia a trasmettere il 9 febbraio 1976 sulla frequenza fm 100.6 mhz, utilizzando un trasmettitore militare, reperto della Seconda guerra mondiale. Lo studio della radio è un appartamento di via del Pratello, nel centro di Bologna. La piccola emittente radiofonica dell'"ala creativa" del movimento studentesco vuole farsi portavoce della "comunicazione liberata": di qui le decisioni di aprire il microfono a chiunque e di trasformare la radio in strumento di produzione culturale attraverso l'organizzazione di concerti e di raduni giovanili.

La radio viene chiusa dai carabinieri il 12 marzo 1977 per l'accusa, poi rilevatasi infondata, di avere diretto via etere i violenti scontri all'indomani dell'uccisione dello studente Francesco Lorusso per mano della polizia. I redattori della radio che non riescono a fuggire durante l'irruzione negli studi vengono arrestati. Gli apparati di trasmissione vengono distrutti.

Tutti gli arrestati di Radio Alice, alcuni dei quali malmenati in carcere, vengono prosciolti dalle accuse mosse nei loro confronti. Viene dimostrato come infatti non avessero diretto gli scontri bensì dato notizie in diretta sugli scontri stessi. L'inchiesta contro il carabiniere che aveva sparato a Lorusso e il capitano che lo comandava si conclude con l'archiviazione del caso.

Radio Alice è spesso ricordata come la "radio degli autonomi", ma in realtà ha rappresentato un singolare e originale esperimento di comunicazione: priva di redazione e di palinsesto fisso, annunciava la rivoluzione mediatica che stava per irrompere attraverso l'uso continuo e incondizionato della diretta telefonica (mai usata con tale audacia in Italia). Nella sua breve vita le istanze politiche si mescolavano a pratiche artistiche ed esistenziali in un flusso di comunicazione privo di pubblicità, trasmissioni e organigrammi.

Tutto meritava di essere trasmesso: brandelli di libri, comunicazioni sindacali, poesie, lezioni di yoga, analisi politiche, dichiarazioni d'amore, commenti ai fatti del giorno, ricette, favole della buonanotte, liste della spesa, la musica dei Jefferson Airplane, degli Area, dei Fugs o di Beethoven.

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