lunedì 8 febbraio 2010

Pistoia: nove detenuti in celle per quattro situazione disumana

Il Tirreno

Un detenuto di 42 anni di origini marocchine ha tentato il suicidio alle prime ore di ieri a Pistoia impiccandosi alla sponda della terza branda dei letti a castello della cella in cui si trovava recluso nel carcere Santa Caterina in Brana. A dare l’allarme sono stati gli stessi compagni di cella. Operatori carcerari e personale sanitario hanno rianimato il detenuto che ora si trova all’ospedale del Ceppo, piantonato.
L’uomo era in attesa di giudizio per reati connessi al traffico di stupefacenti. L’episodio ha riaperto le proteste sul sovraffollamento della struttura pistoiese: la cella in cui si è consumato il tentativo di suicidio era abilitata per quattro persone ma al momento del fatto ne ospitava più del doppio. Il Santa Caterina ha una capienza di circa 70 detenuti, ma ne accoglie oltre 140.

La Cgil ricorda le numerose denunce relative alle "pessime condizioni vissute dai detenuti" e sottolinea che il tentativo di suicidio è avvenuto dalla "terza branda", cioè "quella posta sulla sommità dei letti a castello, quasi a sfiorare il soffitto". In una trasmissione su Tv1, è stato il delegato della Cgil Riccardo Palombo, ispettore della Polizia penitenziaria che lavora nel carcere, ha descritto così la situazione. "In stanze che a malapena potrebbero ospitare una persona - ha detto - ce ne sono tre in sette metri quadrati, compreso il gabinetto". Le stanze sono così piccole che i detenuti devono stare in piedi a turno. Altre celle sono invece di 20 metri quadrati: nate per ospitare 4 detenuti, ne ospitano 9, con tre letti a castello e sempre un solo gabinetto. Gli agenti di polizia penitenziaria, invece, sono solo il 60 per cento di quelli previsti.

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