martedì 9 febbraio 2010

Italiani brava gente

Italiani brava gente. Non appena lo spirito italico si affaccia in altri paesi, colpiti dalla povertà ma ricchi di materie prime, ecco che affiora la parte peggiore, quella colonialista degli italioti.

E' il caso della compagna mineraria italiana Goldlake Group, con sedi a Londra e a Gubbio. La compagnia è di proprietà dell'imprenditore Franco Colaiovo (Franco Colaiacovo Gold Sapa e Gold Holding Srl). Tra le altre attività (http://www.fcgold.it/Holding/Profilo.aspx), la compagnia controlla il 25% del Gruppo Financo, holding di riferimento di Colacem e Colabeton, leader tra i produttori italiani di cemento. Interessi anche nella lavorazione dell'oro, con laboratori ad Arezzo.
In Honduras, il gruppo italiano si avvale della collaborazione di imprese locali, specializzate nello sfruttamento delle miniere d'oro e dell'ossido di ferro.
Ma proprio l'avvio delle estrazioni da una miniera di magnetite, da cui ricavare l'ossido di ferro indispensabile per la produzione del cemento, ha provocato le denunce della Cooperativa Agropecuaria "Unión y Esfuerzo" de Agalteca, piccolo centro rurale in Honduras. Gravi i danni ambientali provocati dagli italiani, che non hanno esitato a ricorrere alle minacce. In particolare, si sono avvantaggiati dalla situazione di grave crisi istituzionale che c'è nel paese.
maggiori informazioni su:http://nicaraguaymasespanol.blogspot.com
Da corriere una bella leccata ai nostri sfruttatori:
Dal cemento all' «oro etico» Colaiacovo alla corte di Cartier

MILANO - Non solo cemento. I Colaiacovo (della discendenza di Franco) hanno fatto della diversificazione una passione di famiglia. E sotto il cappello Gold holding (dove G sta per Giuseppe, O per Orietta, la madre, L e D per le due sorelle Laura e Daniela) ci sono nove società che vanno dai tubi in pvc alle miniere passando per le telecomunicazioni. E sarà solo un caso ma è proprio di gold, di oro, che tratta l' ultimo business in ordine di tempo della famiglia umbra (Goldlake il nome della società, nata nel 2003). Una miniera in Honduras che estrae il metallo prezioso minimizzando l' impatto sull' ambiente e garantendo ai minatori migliori condizioni di lavoro. «In realtà è stato proprio un caso. Ero in viaggio in Honduras con mio padre - racconta Giuseppe Colaiacovo, amministratore delegato di Goldlake - quando abbiamo incontrato l' arcivescovo di Tegucicalpa Oscar Andrés Rodriguez che si è molto interessato al nostro approccio sostenibile nel business di famiglia, il cemento. Ed è stato proprio grazie al suo aiuto che siamo riusciti a conquistare la fiducia degli honduregni». Ottanta artigiani che vivono lungo 35 chilometri di fiume ed estraggono l' oro senza additivi nè mercurio, trattandolo solo con l' acqua. Oltre alle nuove tecnologie utilizzate nel processo di estrazione, Goldlake si occupa della riforestazione della zona, delle infrastrutture («tra cui 85 chilometri di strada») per otto comunità (inclusa una clinica per i dipendenti). «Il vero business sarà esportare questo modello», spiega Giuseppe, 43 anni. A questo punto entra in scena Daniela, 39 anni, sposata a Londra (con due figli piccoli, l' ultima di appena 4 mesi) che grazie all' «oro etico, un prodotto tracciabile al 100%» conclude un accordo triennale per la fornitura del metallo prezioso a Cartier. Un' iniziativa che si inserisce nel progetto di Corporate social responsibility della maison francese. «Cartier è molto attenta al concetto di sostenibilità e in linea con la nostra filosofia: nessuna beneficenza ma un business model valido. A febbraio andremo insieme con i francesi per un sopralluogo in Honduras» (la fornitura a fine 2009 è di 140 chilogrammi di oro «e loro ci riconoscono un premium price, maggiore del fixing»). Giuseppe e Daniela sono la terza generazione di una famiglia che dalla calce, negli anni ' 50 («anche grazie alla nonna Carmela, una donna di ferro, abruzzese»)è passata alla mattonella e poi nel ' 68 al cemento a opera dei quattro fratelli Pasquale, Giovanni, Franco e Carlo. Fino a diventare con Colacem, il terzo gruppo italiano del settore. Giuseppe è anche vicepresidente di Colacem (presidente lo zio Giovanni e amministratore delegato lo zio Carlo) e consigliere delle altre società che fanno capo alla holding Financo (una convivenza non sempre facile tra zii e 12 cugini che per tensioni interne di recente è finita anche in tribunale). Ma su una cosa tutti i Colaiacovo sono d' accordo. Quello della sostenibilità è un marchio di famiglia. Che Giuseppe e Daniela (con il padre Franco) sono decisi a coniugare in ogni attività della loro Gold holding. Una realtà da 90 milioni di fatturato nel 2009 di cui il 60% è Sirci, «numero uno in Italia per i sistemi di tubature in pvc, un business raddoppiato dopo l' acquisto lo scorso anno di Italsintex da Italcementi» spiega Giuseppe, presidente e amministratore delegato Sirci. E a proposito di ambiente, Sirci produce attraverso fonti di energia rinnovabili, grazie a un mega impianto fotovoltaico nello stabilimento di Gubbio. 

 RIPRODUZIONE RISERVATA

Jacchia Antonia

fonte:indymedia

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