sabato 13 febbraio 2010

Giustizia: 66.161 detenuti nelle carceri italiane, nuovo record

In cella 66.161 persone, il 40% (30.111) in attesa di giudizio. Ristretti Orizzonti commenta i dati del Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria. "In 15 mesi aumentati di 10 mila unità". Manconi (A Buon diritto): "Record nazionale".
l numero di persone detenute nelle carceri italiane ha superato quota 66 mila. Per la precisione siamo arrivati a 66.161 persone delle quali circa il 40% (30.111 persone) è ancora in attesa di giudizio. Un tasso di sovraffollamento che sfora di ben 23 mila unità il limite consentito (fissato in 44.327 unità) e anche la soglia "tollerabile" di 64 mila unità. Sono i dati diffusi oggi dal Centro studi Ristretti Orizzonti del carcere di Padova su dati del Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria. "In 15 mesi i detenuti sono aumentati di 10mila unità", commentano i ricercatori del Due Palazzi.

"Oggi è record nazionale - attacca Luigi Manconi, presidente dell’associazione A buon diritto e già sottosegretario alla Giustizia. E ciò si deve all’attività indefessa e allo spirito di abnegazione di Alfano e Ionta, ai quali va il pensiero grato dei detenuti, degli agenti di polizia penitenziaria e di tutto il personale che il sovraffollamento costringe a condizioni di vita e di lavoro intollerabili".
Un’impennata che, di fatto, annulla buona parte dei benefici che verrebbero portati dal "Piano straordinario per l’edilizia penitenziaria" che prevede la costruzione di nuove carceri e l’ampliamento di quelle esistenti. Quando, nel novembre 2008, si iniziò a parlarne, i detenuti presenti erano circa 56mila; il Piano carcere, con la creazione di 20 mila nuovi posti, avrebbe consentito di ritornare a un indice di affollamento in regola con le normative vigenti portando la capienza regolamentare a circa 64 mila unità.

Un progetto che, di fatto, è stato vanificato dal sovraffollamento. "In soli dodici mesi -contestano da Ristretti Orizzonti - metà del lavoro previsto dal Piano carcere, 750 milioni di euro, risulterebbe praticamente spesa per non risolvere affatto la situazione". E se i tassi di crescita della popolazione detenuta non cambieranno, tra un anno l’intero progetto sarà annullato. "Un miliardo e 500 milioni di euro sborsati per ritrovarci al punto di partenza", denunciano da Ristretti. Che rilancia: meglio ricorrere a pene alternative alla detenzione per le condanne fino a 3 anni (sono quasi 20.000 i detenuti con pene inferiori a 3 anni, ndr) e limitare i casi per i quali è prevista la custodia cautelare in carcere. Degli oltre 30mila detenuti in attesa di giudizio, infatti, oltre 2/3 è accusato di reati "minori" e il 40% è destinato (dicono le statistiche) a essere assolto.



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