venerdì 26 febbraio 2010

Documento finale del dibattito pubblico “Contro le morti strane e preannunciate nelle istituzioni totali (carceri e manicomi)” tenutosi il 22 Febbraio 2010 presso il Centro Sociale di Pastena.

Spezzare il silenzio sulle richieste di verità e giustizia di quei familiari che hanno subito la morte dei propri cari !
Rompere i muri di gomma delle Istituzioni di fronte al dolore ed alla rabbia di quella umanità che reclama la difesa ed il rispetto della dignità umana nei luoghi di sofferenza (carcere –manicomi)!

Questo è quello che ha reclamato la rappresentante del Comitato Fausto e Iaio, due giovani militanti del Centro Sociale Leoncavallo di Milano uccisi ed i responsabili ed i mandanti di tale omicidio sono ancora impuniti .

Sono 30 anni che i familiari attendono giustizia .

Così come, grazie alla testimonianza di Giuseppe Tarallo (presidente del comitato “verità e giustizia per Franco Mastrogiovanni”),si è denunciato e si è controinformato la platea sulla vicenda che ha visto protagonista Franco Mastrogiovanni, morto in seguito ai maltrattamenti ed alle violenze subite nel reparto psichiatrico di Vallo della Lucania.

Raccapricciante inoltre la testimonianza della signora Bianco Mariella che ha denunciato la triste vicenda di mala sanità che ha causato la scomparsa del fratello Giuseppe (il 18 aprile 2008).

Queste tre esperienze umane sono accomunate da un unico filo conduttore: “Reclamare Verità e ricevere Giustizia per i propri cari “.

Si è discusso del problema carcere e delle condizioni dei detenuti con l’accorato e professionale contributo dell’Avv.to Valentina Restaino.

Si è parlato di Sanità, in particolar modo del diritto all’assistenza in una Sanità Pubblica ed in particolare dell’assistenza psichiatrica e delle condizioni in cui si trovano le lavoratrici ed i lavoratori dello SPDC di Salerno.

L’assemblea è stato un momento di discussione e di riflessione politica, a Sinistra, circa la necessità ed il dovere di confrontarsi e di comprendere come nei decenni passati, superando le peggiori emergenze, con sforzi immani, si era determinato di fatto in Campania un vero e proprio laboratorio politico frutto di esperienze di conquiste, di acquisizione di obbiettivi reali ed in piena autonomia, si può dire a 360 gradi, dal diritto al lavoro , alla casa, alla salute pubblica, all’applicazione della legge n.180 (legge Basaglia) all’istruzione e alle carceri.

Su come il Laboratorio Campania riuscì ad abbinare il miglioramento delle condizioni di vita della povera gente, incidendo su percentuali consistenti della stessa, all’impedimento dell’ imbarbarimento sociale, divenendo allo stesso tempo di riferimento di tutti gli strati sociali.

Questo è quello che una sinistra, allora definitasi rivoluzionaria, ora antagonista, riuscì a determinare nella regione Campania, che rappresenta da sempre un confine politico per gli equilibri tra i conflitti non solo nel Meridione, ma nell’intero territorio nazionale.

Di tutto ciò, oggi, se ne sono perse le tracce, lasciando spazio ad un silenzio che oggi si è voluto SPEZZARE, iniziando a dare un contributo a partire da questo dibattito.

Spezzare il silenzio in quanto strumentale al potere di pochi, che si rende compartecipe dello sfacelo della politica campana, in cui svolge il ruolo di protagonista la compravendita degli assessorati e tralascia quelle che sono le esigenze reali della gente.

Nel corso del dibattito si sono alternati interventi molto sentiti, forti, di denuncia ma soprattutto molto costruttivi volti proprio a rompere questo silenzio.

Dai vari interventi si evince la necessità di creare una rete tra realtà, individui, che sia propositiva, incidendo sulle problematiche sociali quali sono: la questione sanitaria e quindi dei reparti psichiatrici, la questione delle carceri e di conseguenza lavoro e reinserimento sociale, il problema della garanzia dei diritti della persona e dei diritti democratici.

Nel corso dell’assemblea si è posto il bisogno di inserire all’ordine del giorno del dibattito politico Campano alcune proposte, che vorremmo fossero oggetto di riflessione seria da parte delle istituzioni e che diventassero centrali nel programma della Nuova Regione Campania :

• Tutela dei diritti inviolabili della persona sanciti dalla Costituzione, troppo spesso violati nell’ambito delle istituzioni totali, quali carceri e strutture psichiatriche;

• Apertura degli istituti psichiatrici e delle carceri verso l’esterno, attraverso la possibilità di visite periodiche che consentano di accertarsi delle reali condizioni di pazienti e detenuti;

• Centralità dei servizi alle persone attraverso l’uso di risorse, che si rendono necessarie per garantire la qualità e quantità dell’assistenza sanitaria, a partire dai pazienti privi di tutela (specialmente per chi soffre di patologie psichiatriche);

• Garanzia del carattere pubblico di tutta la Sanità, al fine di assicurarne qualità e trasparenza;

• Favorire il reinserimento sociale di detenuti ed ex detenuti, attraverso corsi di formazione specializzati dentro e fuori dal carcere, convenzioni con aziende, in modo da contemplare lo sconto della pena con lo svolgimento di attività che abbiano un utilità sociale, che rendano reale un futuro fuori dall’illegalità (un esempio potrebbe essere il loro impiego per la messa in sicurezza degli edifici, ricordando sempre che ci troviamo in una zona ad alto rischio idrogeologico);

• Destinare maggiori fondi all’assistenza psichiatrica nelle carceri, ristabilendo il giusto numero di psicologi per detenuti.

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